venerdì 25 novembre 2011

Tevez al Milan: chi gli lascia lo stipendio?


L'accelerazione del Milan per arrivare a Tevez già nel mercato di gennaio ha attraversato come una scossa il calcio italiano. L'operazione, ancora tutta da costruire, arricchirebbe il nostro campionato di un top player andando a colmare almeno una delle voragini lasciate in eredità dall'ultima estate (Eto'o, Pastore e Sanchez tanto per fare i tre nomi più conosciuti) e certamente regalerebbe ad Allegri un jolly pesantissimo da giocare nella corsa scudetto. L'impossibilità di utilizzare l'argentino in Europa a causa dei dieci minuti disputati in settembre contro il Napoli non sarebbe un ostacolom anzi. Consentirebbe al tecnico una corretta gestione del turn over da qui a giugno anche considerando l'assenza di Cassano, il più utilizzato degli attaccanti (12 presenze su 12, una volta sola partendo dalla panchina) prima del guaio che lo ha fermato.

Tutto sembra perfetto, dunque. In proiezione, però, l'arrivo di Tevez con un investimento importante da parte del Milan per il cartellino (intorno ai 25 milioni di euro) e soprattutto per lo stipendio non possono che significare il preavviso di sfratto per un altro dei big rossoneri. La politica del Milan nei prossimi anni è stata delineata chiaramente dall'ad Galliani nel corso dell'ultima assemblea degli azionisti che ha certificato un bilancio in rosso per 69,8 milioni di euro. Si era alla vigilia del calciomercato e Galliani rassicurò i tifosi: "Non partirà nessun big, ma dovremo ridurre per forza ridurre il monte stipendi per rientrare nei parametri del Fair Play". Un concetto già espresso nei mesi precedenti quando era stata chiusa la porta a un possibile ritorno di Kakà ("Guadagna troppo. Abbiamo già Ibrahimovic che ha uno stipendio elevato e abbiamo ceduto Ronaldinho al Flamengo proprio perché guadagnava tanto" disse) e, appunto, era stato spiegato l'addio a Dinho. Una scelta obbligata considerato che nell'ultimo bilancio il costo complessivo del personale è aumentato fino a toccare quota 192 milioni di euro e anche la campagna di rinnovi al ribasso e il sacrificio di Pirlo non hanno consentito al Milan di scendere sotto i 160 milioni di euro lordi. Per una busta paga 'pesante' che entra una deve uscire, insomma. La logica è questa e non ci sono i presupposti perché la politica di via Turati cambi.

E allora come si fa a potersi permettere Tevez che oggi prende dal City 10 milioni di euro netti a stagione con scadenza 2013? Un sacrificio sarà chiesto anche al giocatore, ma il livello è comunque incompatibile con la convivenza con Ibrahimovic. Ad oggi il monte stipendi delle punte rossonere ammonta a 22,4 milioni di euro netti (quasi 45 lordi): Ibrahimovic 9 milioni (scadenza 2015), Robinho 5 (2014), Pato 4 (2014), Cassano 2,7 (2014), Inzaghi 1 (2012) ed El Shaarawy 0,7 (2016). Tolto Inzaghi, che partirà ma non incide, Cassano, senza mercato in attesa di conoscere tempi e modi del recupero, ed El Shaarawy, proiettato sul futuro, restano Ibra, Pato e Robinho. Tornano alla mente gli spifferi di quest'autunno. Il mal di pancia dello svedese e il retroscena dell'aumento chiesto a scudetto conquistato e rifiutato da Galliani. Se Tevez si aggregherà al Milan per volare in Dubai a inizio gennaio logica vuole che a giugno un big finisca sul mercato. Gli indizi portano a Ibra, ma se Pato non dovesse dare garanzie sulla sua tenuta fisica...

Giovanni Capuano

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