venerdì 18 novembre 2011

Da Barcellona a Barranquilla e ritorno: cronaca di una settimana da Pulce


A Barcellona hanno il timore che sia 'fundido'. Sì, insomma, fuso. Stanco. Così stanco da sognare di buttarsi sul divano, altro che tornare a mettere scarpette e pantaloncini per spezzare le reni del Saragozza e proiettarsi dritto dritto nella fornace di San Siro per sfidare martedì sera il Milan. Il sospetto è legittimo e i dirigenti del Barcellona hanno anche un po' la coscienza sporca perché nell'ultima settimana non hanno fatto proprio tutto quello che era in loro potere per evitare a Leo Messi di trasformarsi in globetrotter.

Al netto di taxi e spostamenti minimi, nella settimana della sosta per le nazionali la Pulce ha percorso 25.699 chilometri, quasi due terzi del giro del mondo, trascorrendo in business class non meno 36 ore. Una fatica da Ercole iniziata nella notte del 6 novembre dopo il pareggio (con gol) nell'inferno di Bilbao. Doccia, pullman e volo fino a Barcellona (607 km). Il tempo di cambiare le valigie e partenza per Buenos Aires per rispondere alla convocazione della nazionale. Altri 10mila chilometri, altri novanta minuti in campo contro la Bolivia (11 novembre) e tre giorni più tardi trasferimento da 5.345 km fino a Barranquilla in Colombia. Allenamento, sonno, partita (tanto per cambiare giocata tutta con gol decisivo), taxi, aeroporto e odissea: 22 ore tra voli e scali sulla rotta Barranquilla-Miami-Madrid-Barcellona per coprire 9.308 chilometri e arrivare a casa alle 11 della mattina.


Fundido? E' il minimo che gli possa capitare. Ed è il minimo che i tifosi del Barcellona se la siano presa con la società quando hanno visto che il nemico (di club) e compagno (di nazionale) Higuain se l'è cavata con sette ore in meno grazie al solito jet privato imposto da Mourinho. Messi no. Da pendolare del calcio ha fatto fermata a tutte le stazioni e quasi certamente gli sarà imposto anche di scendere in campo contro il Saragozza a sole 58 ore dal suo sbarco. 


Colpa di un calendario senza senso e senza soste. Un calendario che costringe un giocatore a fare più di mezzo giro del mondo e a essere sempre all'altezza. Che prevede per i calciatori italiani un tour del force a 34 giorni (di fila) in campo prima delle vacanze di Natale. Che permette nel prossimo fine settimana gli incroci fra squadre i cui giocatori hanno accumulato insieme mezzo milione di chilometri percorsi in pochi giorni tra un impegno e l'altro. Un calendario che si stupisce di come in pochi giorni si siano infortunati più o meno gravemente una ventina di top player di club europei. Burdisso, Jovetic, Muntari, Falcao (Atletico Madrid), Farfàn (Schalke 04), Van der Vaart (Tottenham) salteranno questa e altre partite. Gli stessi Messi e Cristiano Ronaldo, un po' fundido anche lui, resteranno in forse fino all'ultimo.


Giovanni Capuano

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