giovedì 3 novembre 2011

Il record dell'Inter di Ranieri e la vecchia guardia che non molla


Trentuno anni, dieci mesi e 17 giorni. Quasi un record. Altro che progetti di ringiovanimento e progressiva sostituzione della vecchia guardia. L'Inter che ha sconfitto il Lille, ipotecando qualificazione agli ottavi e primo posto nel girone, è forse la squadra più anziana mai vista su un campo di Champions League. Tanto per far capire la differenza, l'Arsenal di martedì aveva un'età media intorno ai 24 anni, sette e mezzo in meno dei nerazzurri che Ranieri ha schierato con la miseria di soli tre under 30 (Thiago Motta, Sneijder e Zarate). L'Inter del futuro è rimasta confinata in panchina o tribuna salvo ritagliarsi qualche spicciolo di gloria (Alvarez e Obi) nel finale di una partita che i nerazzurri hanno chiuso col fiatone come doveva essere viste le premesse.

Il record (negativo) di San Siro non deve però stupire ed è semmai la conferma di due dati incontrovertibili. Il primo è che i reduci dal Triplete sono allo stesso tempo il problema e la soluzione della crisi interista. Non possono più assicurare continuità di rendimento ad alto livello, però sulla partita secca e in competizioni dove l'esperienza conta riescono a non sfigurare. Non è un caso che anche con Leonardo l'Inter abbia firmato la più bella impresa in Champions sull'erba dell'Allianz Arena. Prepariamoci, dunque, a una stagione in cui sarà più facile vedere un'Inter competitiva in Europa piuttosto che in Italia, almeno fino a quando il livello non si alzerà troppo.

La seconda considerazione è che i ricambi generazionali si possono fare quando c'è voglia e possibilità di investire. Moratti oggi non vuole e non può per una serie di ragioni finanziare una rivoluzione che porti a Milano giovani di prospettiva capaci di togliere il posto alla vecchia gurdia. E' una questione di fair play finanziario ma non solo. Pesano anche le difficoltà della Saras che da due anni non dà più dividendi ai suoi azionisti. Il risultato è che i 'gioielli' del mercato estivo languono in panchina e che Ranieri non si sia discostato nelle scelte da Gasperini. Quello che ha giocato di più è Zarate (12 presenze, 623 minuti e un gol) che è però un giocatore fatto e finito e il cui riscatto costerà all'Inter 17 milioni di euro, prezzo fuori mercato. Dopo di lui il buio: 369 minuti (tra pasticci Uefa e infortunio) Forlan che, comunque, non è un giovanotto, 349 minuti Alvarez, 271 Jonathan, 126 il bocciatissimo Castaignos, nemmeno uno Poli. Messi insieme non raggiungono i 1.332 minuti di capitan Zanetti e i 1.213 di Cambiasso, due che a parole tutti vorrebbero sostituire ma che nessuno riesce nemmeno ad avvicinare.

Giovanni Capuano

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