lunedì 21 novembre 2011

Da Reiziger a Ibra, la storia di Milan-Barcellona tra bidoni e affari di mercato


Difficile considerare Milan e Barcellona acerrime nemiche. Impossibile infatti stabilire chi tra le due ci abbia guadagnato in un’amicizia che negli ultimi quindici anni ha visto passare da una squadra all’altra la bellezza di tredici giocatori, campioni o presunti tali. La storia dei rapporti tra Milan e Barcellona è una storia di bidoni e grandi colpi di mercato, un amore sbocciato improvvisamente nel 1997 e che ha vissuto l’ultimo capitolo (per ora) un anno fa con l’approdo in rossonero di Ibrahimovic.

I primi furono Michael Reiziger e Chritophe Dugarry. Era l’estate del 1997 e i due avevano accumulato insieme la miseria di una trentina di presenze nel Milan prima di Tabarez e poi di Sacchi. Furono spediti Da Van Gaal. Uno, Dugarry, è ricordato solo per aver colpito il tecnico olandese con una pallonata. L’altro, Reiziger, si riscattò vivendo una carriera all’altezza in un Barcellona che, però, vinceva poco. Un anno dopo il percorso San Siro-Camp Nou toccò a Winston Bogarde e Patrick Kluivert. Come i predecessori avevano deluso in rossonero e si ritrovarono in blaugrana: due Liga, una Copa del Rey e una Supercoppa Europea per il difensore, 90 gol in 182 partite (sesto marcatore di sempre) per Kluivert.

Nel carrello della spesa di Laporta (e Rosell) da Adriano Galliani ci sono anche due italiani: Francesco Coco, di cui in Catalogna ricordano solo gli infortuni, e Demetrio Albertini, finito al Camp Nou per giocare le ultime cinque partite della carriera e che – proprio contro il Barca – organizzò la gara dell’addio. Il percorso inverso lo hanno fatto, invece, due brasiliani doc. Di Ronaldinho i tifosi spagnoli ricordano ancora magie e gol che consentirono di conquistare due Liga, 2 Supercoppe Europee, una Champions League, il Pallone d’oro e due volte il Fifa World Player. A Milano lo hanno amato ma apprezzato certamente meno. Rivaldo sbarcò a Milanello con l’etichetta di ‘Extraterrestre’ che si era cucito addosso in cinque anni in blaugrana; giocò 22 partite e stop anche se alzò la Champions nella notte di Manchester.
Una storia in entrambe le società ce l’hanno anche Van Bommel, Zambrotta, Davids e Ronaldo. Poi Ibrahimovic e la trattativa svelata nella sua autobiografia con minacce a Guardiola e il volo per Milano preso all’ultimo istante. Per non dimenticare Rijkaard, calciatore sopraffino del Milan di Sacchi e tecnico della Champions di Parigi con il Barcellona

Chi ci ha guadagnato? Gli spagnoli si sono divertiti a fare il conto dei ‘tituli’: 35 a 27 per loro. Guai a dirlo ai tifosi milanisti. Tiziano Crudeli, storica voce di mille telecronache, ricorda bene Reitzinger e Bogarde, ma gode troppo per Ibra, “un capolavoro tale che cancellato qualsiasi delusione degli anni passati”. Il discorso per chi tifa Milan è semplice: “Segnare e vincere nella Liga è più facile che in Italia, quindi le medie gol di Kluivert non devono ingannare”. Ma Ronaldinho e Rivaldo arrivati a Milano bolliti? “A parte che Dinho conserva ancora il record di assist in una stagione (17 ndr), il Milan ci ha comunque guadagnato a livello di immagine” rintuzza Crudeli. Inutile cercare di fare breccia e pericoloso insinuare che la prossima estate la rotta Milano-Barcellona potrebbe essere affollata e portare al Camp Nou qualche pezzo da novanta rossonero. Pato? “Mai”. Thiago Silva: “Ma per favore. Magari un giorno accadrà, però il Milan sa che il futuro si costruisce partendo dalla difesa”. Ecco, se proprio proprio qualcuno si deve imbarcare un nome di sarebbe: “Taiwo, con tutto il rispetto… Ecco lui lo manderei volentieri a Barcellona”. Hai visto mai che finisce come Reiziger e Kluivert?

Calcinfaccia per www.panorama.it

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