martedì 1 maggio 2012

La guerra totale di Conte e Allegri. Ma con il gol di Muntari il Milan sarebbe a un passo dallo scudetto


di Giovanni Capuano

Il tempo delle punture è finito. Adesso Allegri e Conte sono passati agli insulti e meno male che la stagione è quasi terminata e tra qualche settimana la volata scudetto tra Milan e Juventus sarà materiale d’archivio. L’ultimo scambio di battute sull’asse Milano-Torino è stato soft solo all’apparenza. Allegri, preparando la sfida contro l’Atalanta che per il Milan vale solo come tentativo di allungare i tempi prima della consegna ai rivali del tricolore, è tornato sull’argomento gol annullato a Muntari.

Lo ha fatto senza mai citarlo ma con un lapsus più che indicativo di come a Milanello si stia vivendo questo finale di stagioni a zero tituli e con il ritorno in vetta della storica avversaria di sempre.

L’ATTACCO DI ALLEGRI - “La Juve sta facendo un gran campionato, ha gli stessi punti nostri e noi stiamo pagando la partenza non brillante” ha detto il tecnico milanista. Stop. Stessi punti? La classifica dice una cosa diversa: Juventus a quota 77 e Milan tre lunghezze sotto. Solo un errore o l’ennesima accusa velata a Romagnoli e Tagliavento di aver falsato il campionato? La risposta pochi secondi dopo: “L’anno scorso i due derby avevano fatto la differenza e quest’anno la stanno facendo gli scontri diretti”.
Discorso chiaro visto dalla parte di Allegri: senza l’errore sulla rete di Muntari le duellanti sarebbero appaiate e il discorso scudetto ancora aperto. Una provocazione che è rimasta seminascosta tra le righe dei giornali, impegnati a raccontare della telefonata di Berlusconi al tecnico toscano e a spiegare i contatti tra Mourinho e Ibrahimovic.

LA RISPOSTA DI CONTE - Invece a Vinovo il lapsus di Allegri non è andato giù e Conte ha imbracciato il fucile per rispondere senza troppi giri di parole. Il gol fantasma di Muntari? “Io da questa spirale mi tolgo perché rischiamo di andare nella paranoia e nell’ossessione. Problemi suoi (di Allegri ndr) se ne parla ancora”. Capito? Paranoia e ossessione. Ma poi, siccome il salentino e tutto tranne che un carattere incline a non raccogliere le provocazioni, ecco la seconda parte con l’analisi del torneo post-scontro diretto del 25 febbraio: “A me hanno insegnato a parlare dopo aver vinto e parlerò nel momento in cui il campionato sarà concluso. Dirò qualche chicca”. Impossibile resistere: “Una ve la posso anticipare. Si parla del confronto diretto, ma dopo il confronto diretto noi siamo arrivati a giocare due partite a meno sette. Se l’è dimenticato qualcuno? - attacca Conte ricordando il distacco prima delle partite contro Fiorentina e Inter -. Non mi sembra che ci siamo messi davanti a frenare la corsa del Milan, ma questa è una cosa che forse qualcuno si vuole dimenticare. Si sono fermati loro”. Punto.

LA CLASSIFICA DI ALLEGRI - Una risposta durissima al rivale e che nasconde (male) l’irritazione per l’accusa che Allegri muove con i continui rimandi al gol di Muntari nella sfida di San Siro del 25 febbraio. Cosa sarebbe successo se quel gol fosse stato convalidato? Provando a immaginare che la partita fosse terminata con la vittoria del Milan e magari proprio con il 2-0 fissato dal colpo di testa del ghanese, lo scenario oggi disegnerebbe una classifica con Milan e Juventus a pari punti a quota 76 (proprio come si è lasciato sfuggire Allegri), con i confronti diretti più o meno in parità e la differenza reti in parità (+42 per entrambe). E dunque? Il regolamento dice che i criteri per l’assegnazione dello scudetto sono: punti in classifica, risultati scontri diretti, differenza reti negli scontri diretti, differenza reti generale, maggior numero di gol segnati ed eventualmente sorteggio. Dando per acquisito il 2-0 di San Siro, Milan e Juventus sarebbero a braccetto fino al penultimo requisito e a quel punto il numero di reti realizzate premierebbe proprio i rossoneri: 69 contro 61 a tre giornate dalla fine del campionato. Ecco cosa nasconde il lapsus di Allegri che ha fatto infuriare Conte. Quel gol, visto da Milanello, ha deciso la corsa scudetto e vale più dei tre punti che sembra contare. Allegri lo pensa e ha trovato un modo elegante di dirlo. Conte non può avvallarlo o ora definisce ‘paranoia’ l’insistenza dell’altro.

1 commento:

  1. non riesco a capire che senso abbia dare per acquisito un risultato che non è mai esistito, se non nelle immaginazioni più fervide, cioè quelle di allegri e galliani che sono altamente interessati a far dimenticare la cessione di pirlo alla juve e quindi sono completamente inattendibili, e di qualche ultras milanista di vedute non propriamente larghissime.

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