lunedì 28 novembre 2011

Le fatiche d'Ercole di Messi e la caduta delle grandi dopo la Champions


L'amara constatazione di Walter Mazzarri sulle chance scudetto sacrificate in nome della Champions League arriva nel fine settimana in cui, in tutta Europa, sono state numerose le grandi cadute dopo turni europei impegnativi. Ha fatto scalpore il k.o. del Barcellona contro il piccolo Getafe. Non è stato l'unico. Ha perso anche il Bayern contro il Mainz (penultimo in classifica) e l'elenco di chi è stato bloccato sul pareggio, oltre al Napoli, comprende i due Manchester, l'Arsenal e il Bayer Leverkusen. 

Un week end da incubo che non rappresenta, però, un'eccezione in questa stagione in cui la prospettiva degli Europei a giugno ha ulteriormente compresso i calendari. Se si analizza l'andamento dei maggiori tornei si scopre che l'effetto-Champions sta condizionando la classifica. In Italia (Juventus), Germania (Borussia Moenchengladbah) e Francia (Montpellier) ad un terzo del cammino comandano squadre che non si devono misurare con la coppa principale. Un caso? Difficile. Il primato della Juventus, ad esempio, è costruito sulla possibilità per Conte di preparare con cura gli impegni della domenica: pochi infortuni (solo 12 giornate perse per malanni fisici dai giocatori della rosa contro le 78 del Milan), zero turn over, un 'anziano' come Pirlo liberato dal peso del doppio impegno. La squadra di Allegri ha lasciato sul campo ben 7 punti solo nelle quattro giornate che hanno preceduto e seguito la doppia sfida contro il Barcellona: una sola vittoria, contro il Chievo, pareggi a Cesena e Firenze, sconfitta secca a Napoli. Il Napoli viaggia nelle giornate condizionate dagli impegni europei al ritmo dell'Inter: 13 punti fatti su 27. Troppo poco per sognare lo scudetto.

In Spagna è impossibile uscire dal duopolio Real-Barca, ma quasi tutto il vantaggio che Mourinho ha oggi su Guardiola è stato costruito nelle notti post-Champions in cui il Barcellona ha perso a Getafe e pareggiato contro Siviglia, Athletic Bilbao e Real Sociedad: sei punti in meno del Real, esattamente il distacco in classifica. Un campanello d'allarme suonato fortissimo per una squadra a tratti ancora irresistibile, ma sempre più spesso stanca e svuotata. Incide la Champions, certo, e pesa il calendario da globetrotter che sta spezzando anche le resistenze di Messi e compagni. Alla Liga, alla Champions e al prossimo mondiale per Club vanno aggiunti gli impegni con le nazionali. Ogni volte salgono sull'aereo in diciassette per girare il mondo: 15-20mila chilometri (25.699 il record di Messi durante la settimana di sosta a metà novembre) e poi di nuovo in campo per un duello in cui ogni punto perso rischia di essere decisivo. Così alla fine si stancano anche i migliori.

In Inghilterra il Manchester City capolista ha un ruolino impressionante: 13 partite giocate, 11 vinte e due pareggiate. Quando? Ovviamente in due turni post-Champions e Mancini può tirare un sospiro di sollievo visto che a Liverpool ha rischiato di perdere la prima di Premier. Allo United che segue a distanza è andata peggio: i 9 punti lasciati sin qui sono sempre coincisi con sfide prima e dopo mercoledì europei. Un trend che ha colpito anche l'insospettabile Bayern Monaco in Bundesliga: a nemmeno metà stagione ha già perso quattro volte e ben tre, compresa l'ultima a sorpresa contro il Mainz, in concomitanza con la Champions. Numeri che dimostrano come il virus europeo non risparmi nessuno.

Giovanni Capuano

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