mercoledì 9 novembre 2011

E se Moggi diventasse nemico della Juventus?


Prima domanda. E' legittimo per una società inseguire in tutte le sedi una giustizia che ritiene negata? Risposta: assolutamente sì, senza se e senza ma. La Juventus, dunque, è legittimata a perseguire qualsiasi passo ritiene utile alla sua causa anche a costo di provare a rovesciare la logica dell'ordinamento sportivo.

Seconda domanda. La sentenza di Napoli rende più o meno forte la Juventus? Risposta: in linea di massima l'impressione è che - nei confronti della giustizia sportiva - la indebolisca nel momento in cui, per paradosso, ne sancisce l'uscita di scena dal procedimento penale e civile. 

Il ragionamento va, a nostro parere, posto su queste basi. I giudici di Napoli hanno separato i destini della società e di Luciano Moggi. Per quanto possa apparire incongruo considerato che Moggi ne era il direttore generale e Giraudo l'amministratore delegato, bisogna prendere atto che il dispositivo della sentenza racconta questa verità. Saranno le motivazioni a chiarire il processo logico seguito dai giudici per arrivarci, ma al momento conta la sentenza. Che potesse esistere un doppio binario, però, lo aveva già contemplato il pronunciamento della Corte Federale del professor Sandulli (pagg. 64-66) che aveva anche chiarito che la Juventus non veniva sanzionata se non per i comportamenti illeciti ascritti a Moggi con benefici diretti sulla società e non in "episodi in nessun modo legati alla posizione della Juventus" come le telefonate con i dirigenti viola. Dunque "nessun effetto sanzionatorio" quando Moggi "agiva in proprio" e penalizzazioni quando invece favoriva la Juventus anche se - scrivevano i giudici sportivi - "i due dirigenti (Moggi e Giraudo nda) hanno manifestato piena e incondizionata libertà di azione senza che risultino agli atti momenti di coordinamento con altri organi amministrativi della società (costituendone essi il vertice) ed in particolare della proprietà". La sentenza di Napoli sembra spezzare quest'ultimo legame ma in attesa delle motivazioni vale la pena fare due riflessioni.

La prima riflessione. Viene confermata in toto l'accusa nei confronti di Moggi (e Giraudo ha patteggiato) e davanti alla giustizia sportiva sarà difficile a questo punto far cadere il nodo della 'responsabilità diretta e oggettiva'  che fu alla base della condanna della Juventus. Se i due massimi dirigenti hanno barato per la giustizia calcistica non esiste via di scampo. In caso contrario - ad esempio - il Milan potrebbe chiedere la revisione del processo sul calcioscommesse anni '80 e il Genoa reclamare contro la retrocessione per la valigetta di Preziosi.

La seconda. Quando la Juventus ritenterà la strada della revisione del processo del 2006 farà meglio a presentarsi con in dote una nuova richiesta risarcitoria nei confronti dei due ex dirigenti. Ci provò già nel 2006 salvo poi ritirare le carte. Quale modo migliore di distaccare definitivamente la propria posizione da quella di Moggi? Siccome, però, questa è una strada in parte già percorso a che inciderebbe a fondo nell'anima del popolo bianconero (basta dare un'occhiata a quanto accade in queste ore in rete) è più probabile che non accada nulla. Anche perchè sarebbe paradossale far causa a chi, con la sua difesa accanita, ti ha fornito gli unici elementi utili per tentare di allegerire la tua posizione. Chi può escludere che un Moggi scaricato non riservi agli Agnelli mesi di rivelazioni velenose, goccia dopo goccia, sullo stile delle telefonate-Inter? Già la prima dichiarazione ("Ero il d.g. della Juve, l'estraneità dai fatti non so cosa significhi... Le schede straniere le comprava la Juventus mica io") sembra segnare un cambio di strategia.

Conclusione. La nostra idea è che con la sentenza di Napoli (a meno di sconvolgimenti dalla lettura delle motivazioni) anche la vicenda sportiva si chiude e si apre per la Juventus un doppio scenario. Quello civile porta alla richiesta danni alla Figc. Può essere percorribile senza revisione del processo? Difficile. Resta il ricorso al Tar e alla giustizia ordinaria sul quale, però, incombe il rischio di una vertenza con Figc-Uefa-Fifa sull'autonomia sportiva. Il braccio di ferro del Sion sta facendo crepe nel muro di Platini ma non è detto che ottenga vittoria piena. Conviene alla Juventus vivere i prossimi anni con la testa continuamente voltata indietro?

Giovanni Capuano

4 commenti:

  1. sig. capuano, guardi che giraudo non ha patteggiato, ma ha fatto il rito abbreviato e si è in attesa della sentenza d'appello. la sua sembrava una scelta suicida, ma si è rivelato un gran volpone che sapeva un sacco di cosette, compreso come sarebbe andata a finire a napoli, con moggi carne da macello.

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  2. Ha ragione. Ho scritto un'imprecione. La ringrazio per la segnalazione. Però non cambia il senso del mio ragionamento

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  3. si, ma il patteggiamento sarebbe stato davvero una pietra tombale per eventuali rivendicazioni della juve, anche sul piano sportivo. allo stato attuale invece mi sembra che gli scenari siano ancora tutti aperti.

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  4. Fatta la premessa che siamo all'aperitivo perché il senso della sentenza lo darà solo la lettura delle motivazioni, il mio pensiero è che la condanna di Moggi chiuda per il momento anche la questione sportiva. Guardi che non siamo lontani da quanto io scrivo da questa estate e cioé che ben difficilmente la riapertura della vicenda 'sportiva' sarebbe potuta passare da qualcosa di diverso della riscrittura delle regole dell'ordinamento sportivo. Adesso che è arrivata la sentenza di Napoli siamo tornati lì. La Juve "non responsabile" ha vinto sul piano civile, ma ha perso per la condanna dei suoi due massimi dirigenti. Anche la recente sentenza del processo sulla vicenda delle scommesse ha solo attenuato l'applicazione della responsabilità oggettiva secondo il principio per cui le società non sono in grado oggettivamente di controllare l'attività dei loro tesserati. Però la responsabilità oggettiva come cardine della giustizia sportiva è rimasta tanto e vero che laddove sono stati coinvolti i messimi dirigenti la pena è stata più pesante. Dunque - secondo me - dopo Napoli (e prima delle motivazioni) la posizione della Juventus è più difficile in vista di una eventuale revisione per art. 39 e non credo che il mondo dello sport italiano e del calcio europeo (non dimentichi l'Uefa impegnata a contrastare il Sion) non sembrano disposti a discutere le basi del loro ordinamento in questa fase storica.

    Se poi le motivazioni dovessero argomentare l'estraneità della Juventus picconando dalle fondamenta Calciopoli... Ma questa è una storia che potremo scrivere tra un paio di mesi. Ad oggi il cosiddetto "fatto nuovo" che doveva portare alla richiesta di revisione ex art. 39 non si è verificato e difatti la Juventus, comunicato a parte, mi sembra stia tenendo una posizione defilata.

    Grazie del suo intervento.

    GC

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