giovedì 17 novembre 2011

Messi, Cassano e gli altri: l'insostenibile leggerezza di un libro


Quanto pesa un libro? Non si dice la Divina Commedia o un volume della Treccani. Basterebbe anche un tascabile qualunque, un romanzo o un libro di storia. Insomma un qualsiasi passatempo che sia diverso dall’immancabile playstation o dalle ore trascorse a twittare insulsi messaggi sui social network. Niente da fare. I nostri campioni preferiti proprio non ce la fanno a sopportare l’insostenibile leggerezza di un libro e chi lo fa cerca di tenerlo nascosto così che la clamorosa notizia esca solo nelle pieghe di un’esclusiva ben venduta o in occasione del lancio della solita autobiografia, quando tutti si scoprono appassionati di letteratura pur di piazzare una copia in più della propria storia spesso scritta a quattro mani con il giornalista amico di turno.

L’ultimo mito a crollare sulla strada della biblioteca è stato nientemeno che Messi. I critici dicono che abbia letto un solo libro in vita sua, la biografia di Maradona, tra l’altro senza nemmeno arrivare in fondo. La Pulce non ha smentito, anzi: “Non leggo, no. Eccezion fatta per i giornali sportivi”. Non si preoccupi, è in buona compagnia. Di Cristiano Ronaldo, ad esempio, si conosce la passione per il ballo e il gioco del bingo (“Molto appassionante perché si può restare lì per molto tempo ad aspettare un numero” ebbe modo di confessare). Beckham trascorre il tempo libero incrociando il fioretto con gli amici vip di Hollywood, Will Smith e Tom Cruise in testa. Tyson alleva piccioni, Alonso si diletta con la valigetta da mago, Djokovic è celebre per le imitazioni perfezionate con ore di allenamento davanti allo specchio. Hobby interessanti, ma di dichiararsi lettori nemmeno se ne parla.

Sarà per questo che i nostri eroi si gettano poi nella scrittura di improbabili autobiografie. Quella di Ibrahimovic sta superando ogni record di vendita ed è fresca. Ma rimane memorabile la battuta con cui Cassano accompagnò l’uscita del suo secondo (ebbene sì, secondo) libro di aforismi: “Sono l’unico che abbia scritto più libri di quanti ne abbia letti”. O, ancora la confessione di Totti che in vita sua ha ammesso di aver sfogliato solo ‘Il Piccolo Principe’ di Saint-Exupéry e poi ha sospirato: “Ogni tanto ci riprovo, mi metto lì, leggo le prime pagine e poi mi stanco”. E il giornalista: se le mandassi un libro da leggere? “Certo, basta che non sia troppo spesso”, dove a dar retta alle barzellette sull’ex pupone per ‘spesso’ bisognerebbe specificare se in senso temporale o di consistenza del volume. Ancora circola la storialla che lo vuole intervistato da Marzullo. “Lei ha mai letto un libro? Sì leggetti Rin Tin Tin… ‘Lessi’ lo riprende Marzullo. E Totti: ‘No no, mo’o ricordo bene, nun era Lessi era proprio Rin Tin Tin”.

Un barlume di speranza ce l’ha dato Raffaella Fico, fidanzata di Balotelli: “Mi ha tradita? Ma no, lui è molto profondo, legato alla famiglia e ama leggere”. Scoop. Almeno lui ce l’ha fatta a reggere il peso di un libro. Non sarà Mourinho, che prima di ogni partita legge qualche riga della Bibbia, e nemmeno Guardiola, di cui è celebre l’amicizia con lo scrittore Trueba nata durante il lungo infortunio che tenne Pep lontano dai campi da gioco. Però legge e visti i colleghi è già un miracolo.

Nella nuova leva di fuoriclasse difficilmente ci sarà un Valdano o un Petrini ed è quasi impossibile che qualcuno ammetta di conoscere anche solo di nome Soriano, Montalbàn o anche solo Nick Hornby. Gente che con la penna ha raccontato il calcio dipingendolo come un’opera d’arte. Altri tempi. Meglio accontentarsi delle confessioni della Fico.

Giovanni Capuano

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