venerdì 4 novembre 2011

Perché il treno di Kharja no e l'aereo di Eto'o sì?


Cosa spinge il marocchino Kharja a spendere 142 euro tutti i giorni per infilarsi su un treno, fare la tratta Firenze-Milano e ritorno (un'ora e quarantacinque per due stando agli orari di Trenitalia) e rischiare per questo multa ed esclusione dalla rosa della Fiorentina (foto tratta da www.firenzeviola.it)? La domanda più semplice e importante è anche quella che meno viene fatta nelle ore in cui a Firenze il popolo viola si divide sul caso del 'calciatore pendolare'. Il buon senso suggerisce che si tratti di motivazioni sufficientemente forti perché il viaggio Firenze-Milano-Firenze, anche se fatto in prima classe e con busta di Cartier e pc portatile al seguito, alla lunga diventa una tortura e non un privilegio. Anche se sei un calciatore e guadagni oltre un milione di euro a stagione e per salire sul treno sperando di non essere visto sei costretto a incappucciarti in una felpa verde militare quasi a dover nascondere chissà che cosa.

Kharja subirà sanzioni disciplinari perché - come ci viene spiegato con dovizia di particolari - sta infrangendo il regolamento interno della Fiorentina che prevede l'obbligo di residenza a Firenze per i calciatori. Anche i compagni di squadra, è stato spiegato, sono molto arrabbiati con lui e fa sorridere il pensiero del marocchino 'processato' da qualche reduce di notti in discoteca. A noi viene un po' da ridere. Il treno di Kharja evidentemente vale molto meno delle notti spericolate di molti suoi colleghi o, solo per restare a quanto letto in grande evidenza nelle ultime settimane, del pendolarismo da nababbo di Eto'o sull'asse Milano-Parigi-Mosca-Makhachkala (esaltato come ultima frontiera dello status symbol dei ricchi del pallone), della passione per le corse a trecento all'ora di Ibra (si attende presa di posizione di Galliani).

Risulta che Luis Enrique abbia preso casa all'Olgiata a una quarantina di chilometri da Trigoria perché più vicino alla scuola dei figli: motivi familiari indiscutibili che lo costringono tutti i giorni a lunghe traversate nel traffico della Capitale. Risulta che i giocatori di Inter e Milan si dividano tra il centro di Milano, vicino alla movida, e le ville in provincia decisamente più comode sull'asse Appiano-Milanello. Risulta che nel calcio globalizzato di oggi molti campioni si sottopongano a frequenti blitz aerei in giro per l'Europa per girare spot, assistere a sfilate, presenziare ad eventi, andarsi a far fotografare mentre provano l'ultimo modello di videogame. Tutto bene, nessuna multa.

Viene il sospetto, insomma, che il treno di Kharja non sia accettato perché non faccia molto figo. Le motivazioni? Non contano, qualunque esse siano. Benedetto ragazzo, ma non potrebbe comportarsi come tutti gli altri e magari sfrecciare sulla Cisa a bordo di una Ferrari invece di fare il pendolare in treno manco fosse un impiegato qualsiasi?

Giovanni Capuano

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