giovedì 1 dicembre 2011

INCHIESTA/1 - Flop, infortuni e giovani in panchina: così il calcio europeo brucia 330 milioni di euro


Attaccanti che non trovano più la via del gol, portieri con le mani bucate, presunti campioni finiti a svernare in panchina o, peggio, in tribuna. E, ancora, infortunati eccellenti, giovani da lanciare costretti ad accontentarsi di qualche briciola e altri che potrebbero anche farcela ma si trovano davanti dei mostri sacri. Il campionario di come il calcio europeo sta bruciando un quinto dei soldi investiti nell’ultima estate è vario ma porta a un risultato incredibile. Dopo tre mesi di partite i club dei cinque maggiori campionati europei stanno svalutando investimenti e acquisti per 330 milioni di euro sul miliardo e 780 milioni spesi per rinforzarsi. Una cifra clamorosa, ottenuta mettendo in fila - uno dopo l’altro - i giocatori più pagati nell’ultima estate o che per le singole società hanno rappresentato uno degli sforzi economici maggiori e che ora, a tre mesi di distanza - nella migliore delle ipotesi hanno faticato ad esprimere il proprio potenziale e nella peggiore sono finiti ai margini delle rispettive squadre pronti a essere ceduti o prestati al miglior offerente.
 

ERRORI CHE PESANO SUI BILANCI - Il danno patrimoniale pesa non poco sui bilanci già disastrati dei club europei; basti pensare che il saldo complessivo del mercato estivo di Premier, Liga, Bundesliga, Serie A e Ligue1 è stato in rosso per 390 milioni di euro e che nessuno dei campionati di riferimento del panorama europeo è riuscito a chiudere in attivo. Non la virtuosa Bundesliga (- 18 milioni di euro) e tanto meno le spendaccione Liga (-60), Serie A (-69) e Premier League (-203). Semplificando si potrebbe concludere che sarebbe stato sufficiente essere più accorti ad agosto. Non è così, però, considerato che la fotografia esclude gli investimenti minori, la tendenza merita di essere analizzata nell’anno in cui i bilanci saranno passati per la prima volta sotto la lente di ingrandimento del Fair play finanziario.
 

CAMPIONI NON ESPLOSI - Chi non ricorda l’asta per aggiudicarsi Alexis Sanchez, volato a Barcellona alla modica cifra di 26 milioni di euro più bonus? La doppietta con il Rayo di due giorni fa è stata salutata dai tifosi catalani come il primo segno di vita del cileno, penalizzato da un infortunio ma anche deludente nel suo impatto con i marziani (prima del Rayo solo 5 spezzoni di partita a un gol). E Ricky Alvarez? Nell’estate dell’austerity l’Inter ha investito per lui quasi 12 milioni. Il top della spesa per regalare a Gasperini (e Ranieri) la riserva di Sneijder. Non sono casi isolati. Come loro anche lo juventino Elia (9 mln euro, solo un tempo in campo) o il portierone spagnolo De Gea: 20 milioni per portarlo a Manchester, due papere subito nel Community Shield contro il City, critiche e da lì una media di un gol e mezzo subito a partita. Rivedibile.
 

TOP FLOP - Categoria cui appartengono Santon (5,6 mln) relegato in panchina nel Newcastle e Palacios (9 mln) mai titolare nello Stoke. Oppure, ma per motivi diversi, il napoletano Britos, costato 9 milioni di euro e subito infortunato, l’udinese Barreto, che passa da un fisioterapista all’altro al pari del genoano Ze Eduardo.
 

GOL PERDUTI - Peter Crouch era un uomo da una rete ogni 200 minuti. Non un cecchino, ma abbastanza per convincere lo Stoke a spendere 9 milioni di euro. Nelle prime 13 giornate ha trovato la porta solo due volte. Come lui si sono persi sulla strada del gol Payet (Lille, 9 mln), Ogonjmi (Maiorca, 2,4 mln), Borriello (Roma, riscattato a 10 mln) o Quagliarella (Juventus, 10 mln).
 

GIOVANI IN PANCHINA - Qual è stato l’investimento più pesante del Milan? Risposta difficile: El Shaarawy. Pagato 10 milioni di euro, un gol decisivo contro l’Udinese e poi spedito in palestra a potenziarsi. Galliani è pronto a tornare sul mercato per un vice-Cassano. E ‘il Faraone’? Discorso che si può estendere a Varane (Real Madrid, 10 mln e due presenze) e Oxlade-Chamberlain (Arsenal, 14 mln e 95 minuti tra Premier e Champions).
 

L’elenco è lungo. Il risultato finale porta a 329 milioni di euro che forse potevano essere risparmiati o, in ogni caso, spesi con maggiore oculatezza. Non si è salvato nessuno, nemmeno i nostri dirigenti pronti ora a riversarsi sul mercato di gennaio per cercare di riparare agli errori estivi. La coperta, però, è corta e una buona parte di questi soldi si trasformerà in minusvalenza al momento della chiusura dei bilanci il prossimo mese di giugno. Davvero non si poteva muoversi con più attenzione nel primo mercato dell’era del Fair play?
 

Calcinfaccia su www.panorama.it/sport                             (1° parte - continua)

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