martedì 13 dicembre 2011

Gossip, infortuni e difficoltà con Ibra: così Pato è finito ai margini del Milan


Ultima apparizione nota e certificata la sera di Sant'Ambrogio nel foyer della Scala per la prima del Don Giovanni. Sfilata con la fidanzata Barbara Berlusconi, flash, titoli sui giornali. Poi scena muta quattro giorni più tardi a Bologna. Un copione che quest'anno si sta ripetendo con esasperante puntualità tanto da far concludere che il brasiliano sia finito ai margini del suo Milan, stritolato dalla difficile convivenza con Ibrahmovic, frenato dagli infortuni, probabilmente convinto di non essere circondato dalla piena fiducia da parte di tecnico, compagni e società. Possibile? La ricerca di Tevez a tutti i costi è solo l'ultimo tassello di un puzzle che si va componento ormai da un anno e che si completerà in estate quando a Pato mancheranno ancora due anni di contratto e le parti si troveranno davanti a un bivio: rinnovare o dividersi. La crisi di Pato in questa stagione è certificata dai numeri e dalla progressiva assenza dalle cronache delle partite della squadra di Allegri.

I NUMERI - Sei presenze, un solo gol (ininfluente contro il Chievo) in campionato. Appena meglio in Champions League (3 partite e due gol compresa la perla di Barcellona). Il rendimento di Pato in questi mesi è racchiuso in questi numeri. Ce n'è un altro che sta facendo riflettere la dirigenza milanista: le dieci presenze del Papero sono coincise con due sole vittorie, compresa la Supercoppa di Pechino, due sconfitte e ben sei pareggi. Un disastro che non può passare inosservato soprattutto perché legato spesso a prestazioni anonime e in qualche caso irritanti come quelle di Napoli e Bologna o il primo tempo di Praga. E' di gran lunga il peggior avvio di stagione della sua carriera e di questo passo rischia di essereil campionato meno prolifico. Un anno fa Pato aveva comunque segnato 14 gol (25 presenze) ed erano stati 12 nel 2009 (23 partite) e addirittura 15 alla prima vera stagione intera al Milan. Tempi lontani.

INFORTUNI - Dodici fermate ai box in due anni per noie muscolari è la tassa che il brasiliano ha pagato alla sfortuna e a una crescita muscolare impetuosa. Otto volte si è lesionato le preziose fibre e ben sei volte è stato bloccato dalla coscia destra. Inutile anche la tabella personalizzata scritta per lui da William Garrett, luminare della Duke University, giusto un anno fa. Perché si fa male? Mistero non risolto. Quello che è certo, invece, è che al Milan è aperto da tempo il dibattito sulla soglia del dolore del Papero. Ne aveva parlato per primo Leonardo tanto da far sbottare il giocatore ("Sicuramente non sono uno che si immagina le cose" 23 marzo 2010). Di sicuro il suo impiego è stato mal dosato in estate. Recuperato appena in tempo per la Coppa Ameica dopo l'infortunio alla spalla nel finale di campionato, sempre presente con il Brasile (ultima partita il 17 luglio), breve vacanza, convocazione per Pechino il 6 agosto, amichevole Germania-Brasile, di nuovo vacanza interrotta per i dolori di Ibra pre-Cagliari. Precettato a Milanello il 23 agosto e mai più ripartito se non per curarsi l'ennesimo guaio muscolare a metà settembre.

CONVINVENZA CON IBRA - Lo svedese ne aveva parlato il 5 novembre 2010: "Con Inzaghi mi sento più libero perché posso muovermi di più, invece quando gioco con i brasiliani mi sento più obbligato a stare in area". Buuum. Pato era il padrone di casa al Milan e si trovò a essere trasformato in inquilino. Almeno ufficialmente le parole di Ibra non hanno avuto seguito. In realtà Allegri ha scelto di assecondare i desideri di Zlatan disegnando un modo di giocare diverso a Pato. La conferma qualche giorno fa dopo Praga: "Ha qualità incredibili ma deve migliorare. In questo anno e mezzo è cresciuto da punto di vista tattico ma è chiaro che deve modificare il suo gioco; con Leonardo giocava esterno, qui gioca come punta vera e propria". Con Leonardo segnava ed era decisivo, con Allegri è diventato un problema. E Galliani corteggia Tevez.

GOSSIP - La storia con Barbara Berlusconi è stata a lungo motivo di imbarazzo in casa-Milan. Un aneddoto della sera del derby vinto contro Leonardo che valse mezzo scudetto: Pato sale in sala stampa e alla prima domanda su Barbara viene zittito dall'inflessibile addetto stampa: "Di questo non si parla". Peccato che il brasiliano non vedesse l'ora di far conoscere al mondo la sua dedica per il gol spacca-partita. Le cose sono cambiate con il passare dei mesi. Ora la storia è su tutti i giornali. Questione personale ma non solo, almeno a sentire i tifosi che si chiedono se stia incidendo sul rendimento (scarso) dell'attaccante.

MERCATO - Il potente Gilmar Veloz non prende la parola sull'argomento dal giugno scorso. Allora dovette intervenire per correggere alcune dichiarazioni del suo assistito che dal Sudafrica aveva fatto sapere che era "presto" per dire se sarebbe rimasto o meno. "Pato vuole rispettare il contratto che lo lega al Milan fino al 2014" precisò Veloz. Esatto, ma dopo? Quando a giugno sarà finita la stagione mancheranno due anni alla scadenza e le leggi di mercato dicono che il Milan sarà chiamato a proporre il rinnovo oppure a correre il rischio di entrare in quella zona in cui il giocatore, ancora giovane, potrà cominciare a progettare il suo futuro lontano da Milano monetizzando una cessione a parametro zero o quasi.

Oggi Pato guardagna intorno ai 4 milioni netti, meno di Ibrahimovic e Robinho e certamente meno di quanto offerto a Tevez. Una situazione insostenibile. Il Milan è chiamato a rilanciare ma pare concentrato su altro. Le big di Spagna e Inghilterra sono alla finestra. "L'ipotesi di una scambio Tevez-Pato non esiste" ha tuonato Galliani qualche giorno fa. E' così, ma al bivio di giugno Pato e il Milan quale strada sceglieranno?

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