venerdì 9 dicembre 2011

DOSSIER - I veri numeri del nostro crollo in Uefa: ecco perché perderemo posti malgrado il Napoli


Nel diluvio di autocelebrazioni per il primato di squadre qualificate agli ottavi di Champions, l'unico che ha capito davvero cosa sta succedendo al calcio italiano è Michel Platini. "Siete rinati... ma fino all'anno prossimo" ha detto con un sorrisetto il presidente dell'Uefa. Ha ragione lui. Possiamo brindare perché i crolli dei due Manchester e la crisi del calcio spagnolo alle spalle di Barcellona e Real Madrid ci consegnano il dominio nell'urna di Nyon, però nei prossimi mesi dovremo quasi certamente incassare una nuova retrocessione nel ranking col rischio - da qui al 2014 - di vedersi ulteriormente restringere il varco d'accesso alle competizioni europee. 

I numeri non mentono e sono impietosi. Malgrado l'exploit del Napoli, migliore squadra italiana sin qui e settima nella classifica Uefa alle spalle delle grandissime, nel ranking stagionale restiamo in posizioni di rincalzo. I nostri 9,071 punti ci mettono alle spalle di Inghilterra, Spagna, Germania e Francia e praticamente sulla stessa linea di Portogallo e Russia. Colpa della precoce uscita di scena di Palermo e Roma, fuori ai preliminari, e del cammino faticoso di Inter e Milan nei gironi. Tanto per capire, i k.o. estivi ci hanno condannato a dividere qualunque punteggio raccolto da qui a maggio sempre per sette (il numero di squadre iscritte) e gli scivoloni delle milanesi ci hanno fatto buttare via decimali preziosi: vincendo contro Viktoria Plzen e Cska Mosca, partite affrontate con ampio turn over e testa altrove, Allegri e Ranieri avrebbero regalato al ranking Uefa un +0,420 pesantissimo. Perché, mentre scorrendo l'attuale classifica all'apparenza non ci dobbiamo preoccupare della nostra quarta posizione, in realtà i problemi arriveranno a maggio. Oggi corriamo con 12,324 punti di distacco dalla Germania terza e un vantaggio rassicurante su chi ci segue (4,684 sulla Francia e 5,349 sul Portogallo). A fine stagione saremo costretti a scartare i punti accumulati nel 2007/2008 e i nostri margini verranno azzerati. 

Qualche numero? Fotografata ad oggi la situazione ci vedrebbe sempre quarti ma con la miseria di 1,362 punti sulla Francia (quinta) e 3,027 sul Portogallo (sesto) e i portoghesi ci hanno già superato se ci proiettiamo al ranking 2014. Non sono calcoli da fantacalcio. Tradotto in soldoni significa che da qui a fine anno dovremo cercare di correre almeno come la Francia per non scivolare indietro e, in ogni caso, ci attendono due anni in cui saremo obbligati a fare meglio di tutti per non finire sesti col risultato di costringere la nostra terza classificata a un doppio, insidiosissimo, turno preliminare per entrare nei gironi di Champions. 

Possiamo farcela? Sì, però è difficile. La Francia ha portato due squadre agli ottavi, perderà certamente il Rennes ma potrebbe avanzare con il Psg in Europa League dove il Portogallo sommerà Sporting Lisbona e Braga al Porto mentre il Benfica entra nel sorteggio di Nyon da prima della classe. Noi siamo appesi al destino di Udinese (quasi qualificata) e Lazio (quasi fuori). E malgrado Galliani insista nell'accusare le piccole di snobbare la seconda competizione, il crollo italiano dipende anche dalle grandi. Nelle ultime tre stagioni il Milan ha conquistato al massimo 9 punti nel girone eliminatorio regalando punti a Bate Borisov, Viktoria Plzen, Ajax e Zurigo (addirittura 5 su 6) e quando si è misurata con l'Europa League nel 2008/2009 è uscita a febbraio senza troppa gloria. La stessa Inter ne ha persi una marea contro Rubin Kazan, Twente e Werder Brema. La nostra, insomma, rimane una crisi strutturale. Quasi un bond di cui non abbiamo ancora finito di pagare gli interessi anche se ci rifiutiamo di capirlo. Platini ce l'ha ricordate con un sorriso: "Siete rinati... ma fino all'anno prossimo". Appunto.

Giovanni Capuano

1 commento:

  1. azzeccatissima la foto a corollario di questo sprofondo. dice tutto.

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