giovedì 8 dicembre 2011

Lo scandalo di Zagabria e le troppe riserve di lusso dell'ultimo turno di Champions League


Nell'ultimo turno di Champions non c'è solo l'incredibile 1-7 del Lione a Zagabria a far riflettere. Molte delle squadre già sicure del passaggio del turno, infatti, si sono presentate con formazioni largamente rimaneggiate rischiando di compromettere la regolarità dei propri gironi. E' il caso dell'Inter battuta dal Cska Mosca (che si è così qualificato a spese del Trabzonspor) senza Julio Cesar, Lucio, Thiago Motta, Stankovic e Pazzini e con i baby Faraoni, Obi e Caldirola, del Bayern Monaco che ha tenuto in panchina a Manchester Neuer, Lahm, Van Buyten, Muller, Gomez e Ribery e lasciato a casa Robben e del Real Madrid versione pre-clasico di Amsterdam. Che poi gli spagnoli abbiano vinto e il k.o. del Bayern non sia costato la qualificazione al Napoli è solo un puro caso. Nelle gare del martedì era toccato al Barcellona presentarsi con la squadra B contro il Bate Borisov e ad Allegri esagerare col turn over a Praga. Brutte figure senza conseguenze, ma qualcosa su cui la Uefa dovrà riflettere perché non è un segnale positivo che gli ultimi 90 minuti dei gironi si trasformino in una recita come spesso accade alle gare di tarda primavera di molti campionati nazionali. Riflessione da fare in fretta perché la riforma della Champions voluta da Platini ha portato tra le magnifiche 32 molte squadre di secondo livello con il risultato di sbilanciare il valore di alcuni gironi rendendoli molto meno equilibrati. Il premio legato alla vittoria (800mila euro) doveva essere un incentivo sufficiente, ma quanto accaduto in questa due giorni lascia intendere che non basti.

In questo quadro si inserisce lo scandalo di Zagabria. Non esistono spiegazioni tecniche all'impresa del Lione che ha segnato 7 gol in 31 minuti contro un avversario ridotto sì in dieci uomini ma pur sempre in vantaggio. Una farsa su cui pende il sospetto di qualcosa si più grave come testimoniato dalla foto che pubblichiamo tratta da Marca  in cui si vede un gesto di intesa tra il croato Vida e Gomis, autore di un poker di gol, dopo la rete del 5-1. Un occhiolino con pollice alzato che merita un'inchiesta seria e approfondita da parte dell'Uefa. In campo ci sono sette giudici (un arbitro, due assistenti, due arbitri di porta, il quarto uomo più il delegato Uefa): non è accettabile che tutto sia avvenuto sotto i loro occhi senza alcun sospetto. De Boer e l'Ajax, già penalizzati dalle sviste di De Sousa su due fuorigioco inesistenti, meritano di sapere perché sono fuori dalla Champions mentre il Lione entrerà venerdì prossimo nell'urna di Nyon.

Giovanni Capuano

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