martedì 6 dicembre 2011

Se Blatter decide di cancellare Hurst


Chissà se Capello e gli inglesi ora chiederanno i danni. O se saranno i tedeschi a voler riscrivere la storia cancellando l’unico titolo mondiale british. Quello che è certo è che la palombella di Lampard in Sudafrica (palla dentro di oltre mezzo metro non vista e inglesi fuori contro la Germania) e il gol fantasma di Hurst nella finale di Wembley del ‘66 sono due degli episodi che hanno scritto la storia del calcio e, nel caso di Lampard, spinto la Fifa verso una scelta che rivoluzionerà le nostre abitudini di tifosi da poltrona. L’annuncio fatto da Blatter sull’intenzione di dare il via libera a marzo alla tecnologia in campo per i gol-non gol è rivoluzionario. Da anni il calcio si interroga su come adeguare ai tempi le dotazioni strumentali dei propri direttori di gara. Un tema ancora discusso visto che il presidente dell’Uefa (e probabile prossimo presidente della Fifa) Platini, ad esempio, continua a preferire gli arbitri di porta. L’apertura di Blatter, però, è di quelle che pesano e non potrà non influire sugli umori del’ International Board in programma a marzo.

Cosa accadrà? In quella sede verrà scritto nel regolamento del calcio che per determinare la validità o meno di una segnatura, se il dubbio è legato al superamento della linea da parte del pallone, il direttore di gara si potrà avvalere di strumenti tecnologici. Grazie a questo strategemma non sarà più possibile che il risultato in campo sia falsato da gol buoni (non visti) o fantasma (assegnati). Come quello di Hurst che decise la finale del ‘66 tra Inghilterra e Germania e che il Times ha inserito al primo posto nella classifica delle 50 reti che hanno cambiato la storia del calcio mondiale. O come il già citato pallonetto di Lampard nei quarti di Sudafrica 2010, per non dimenticare il tocco di Luis Garcia nella semifinale della Champions League 2004-2005 che sancì l’eliminazione del Chelsea di Mourinho da parte del Liverpool. Come la prese Mou? A modo suo e il gol dello spagnolo divenne il “gol che viene dalla luna”.

Anche noi dobbiamo qualcosa al dubbio ‘gol-non gol’. Fu un tiro di Rivera in un derby che spinse Sassi a inventare la moviola alla Domenica Sportiva: era il 22 ottobre 1967 e le immagini in bianco e nero del tempo dimostrarono che quel pallone non aveva varcato la linea. Trent’anni più tardi l’Italia del bar sport si divise per un inverno sulle reti fantasma di Bierhoff e dell’Empoli non convalidate a vantaggio della Juventus: ad aprile sarebbe arrivato Ceccarini con il contatto Iuliano-Ronaldo, madre di tutte le guerre di religione calcistica.

Il calcio, insomma, ha deciso di voltare pagina. Non sarà all’avanguardia. In altri sport si sono attrezzati da tempo. L’instant replay (o moviola o supporto tecologico) esiste già in quasi tutte le discipline professionistiche. C’è in tennis (si chiama ‘occhio di falco’), rugby (Tmo), volley, football americano, baseball, hockey su ghiaccio, cricket, sport motoristici e, addirittura, nei rodeo dove l’occhio della moviola aiuta a capire l’esatto istante in cui un cavaliere è stato disarcionato prima che la questione venga risolta alla maniera del vecchio West.In Italia abbiamo imparato ad apprezzare il valore della moviola in campo nella primavera del 2005. Si giocava la finale scudetto del basket tra Armani e Fortitudo: Douglas segnò da tre punti a fil di sirena, le immagini confermarono in un Forum strapieno e in attesa. Scudetto a Bologna e la rivoluzione era partita. Peccato che nel calcio sia arrivata (a meno di ripensamenti) con quasi dieci anni di ritardo.

Calcinfaccia su http://blog.panorama.it/sport/2011/12/06/il-calcio-apre-le-porte-alla-tecnologia-addio-ai-gol-fantasma-che-ne-hanno-scritto-la-storia/

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