venerdì 2 dicembre 2011

Il lavoro più duro del mondo



Può ragionevolmente un uomo adulto come Malesani pensare di poter affermare che quello di allenatore in serie A è il mestiere più difficile e usurante del mondo? Può pensare di farlo in un momento in cui la maggior parte delle persone normali sta attraversando una crisi drammatica e, spesso, il lavoro lo perde? No che non può. Lo sfogo della vigilia di Genoa-Milan è l'uscita di un uomo sotto pressione, in difficoltà con il proprio datore di lavoro perché i risultati non arrivano e con alle porte una serie di impegni quasi proibitivi che rischiano di decretarne la fine prematura della permanenza sulla panchina rossobù.


Non è la prima volta che accade. Il video del suo monologo rabbioso con i giornalisti greci nel periodo (breve) ad Atene rimane ancora ad anni di distanza uno dei più cliccati sul web e ha avuto repliche illustri. Il Trap che se la prende con Strunz diventando un'icona per i tifosi del Bayern e ispirando una famosa pubblicità di lavatrici. O, ancora, le sbroccate di Mourinho. Per non dimenticare lo Spalletti russo che offende un giornalista dopo aver incassato un pareggio a tempo abbondantemente scaduto.

Il calcio italiano e non solo è un ambiente sotto pressione e che, a causa dello stress, spesso tende a perdere la misura delle cose. Come si potrebbe spiegare diversamente l'incredibile messaggio su Twitter del laziale Cissè dopo la trasferta di Europa League in Romania. "A tutti voi fottuti voglio dire che presto rimpiangerete queste parole. Saluti a tutti, branco di idioti" è il pensiero notturno dedicato al popolo biancoceleste deluso per l'ennesima prestazione sottotono del francese. Seguiranno scuse, forse. O, forse, nemmeno quelle perché è evidente che si è trattato dello sfogo di un momento di scarsa lucidità. Del resto cosa mai hanno da lamentarsi i tifosi della Lazio se Cissè, due gol ad agosto nei preliminari di Europa League, uno contro il Vaslui a inizio settembre e uno a San Siro nel debutto di campionato (15 settembre) non vede la porta da due mesi e mezzo? Meglio invocare la (temporanea) seminfermità mentale e andare avanti. Piano, ma stressati, fino alla meta delle vacanze.

Giovanni Capuano

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