mercoledì 28 dicembre 2011

Il mal di pancia di Pato, il rinnovo di Allegri che non arriva e la tentazione Psg. Cosa succede al Milan?


di Giovanni Capuano

La clamorosa intervista con cui Pato ha certificato i rapporti tesi con Massimiliano Allegri e la sua insoddisfazione per come il Milan lo sta valorizzando, apre nuovi scenari sul futuro del Papero a Milanello. Un malessere che Panorama.it aveva anticipato lo scorso 13 dicembre spiegando come la corte di Galliani a Tevez rappresentasse solo l’ultimo sgarbo verso un giocatore finito ai margini del Milan tanto da fargli ipotizzare un futuro lontano dall’Italia.
Infortuni, cali di forma, difficile convivenza con i compagni e con l’allenatore, scarsa chiarezza sul suo ruolo: un mix difficile da digerire e che con il passare delle settimane si è trasformato in uno sfogo che ha fatto il giro del mondo e che non é destinato a cadere nel vuoto.
Impossibile non sottolineare la coincidenza con le ore in cui Carlo Ancelotti firma per il Paris Saint Germain. Contratto fino al 2014 a 6 milioni di euro con l’obiettivo di rendere il Psg, dal budget quasi illimitato, un club competitivo anche in Europa. Lui che è l’allenatore che lo stesso Pato ha indicato come maestro preferito in campo e fuori e con il quale il feeling non si è interrotto; ultimo contatto a novembre in diretta tv dopo Viktoria Plzen-Milan con complimenti e un amichevole rimbrotto.

In Francia danno per imminente la presentazione di un’offerta da 50 milioni di euro con allegato contratto fino al 2016 a oltre 7 milioni netti a stagione. Quasi il doppio rispetto a quanto Pato guadagna oggi al Milan dove, va ricordato, il suo stipendio è inferiore a quello dei compagni di reparto Ibrahimovic e Robinho ed è destinato a diventarlo anche rispetto a Tevez. Non è un particolare da trascurare perché è l’indice di una considerazione non da ‘numero uno’ al di là delle dichiarazioni di Galliani che alla vigilia di Natale ha dichiarato il brasiliano incedibile.

Il contratto di Pato scade nel 2014 e, dunque, i tempi per decidere se puntare su di lui (raddoppiando i compensi) o scegliere altre strade si stanno stringendo. L’impressione è che di fronte a un’offerta irrinunciabile il Milan sia entrato nell’ordine di idee di cederlo così da finanziare l’acquisto di Tevez e un’importante plusvalenza per il bilancio. Una conferma viene anche dal diverso trattamento riservato a Thiago Silva cui il contratto è stato adeguato e allungato fino al 2016 prima che si avvicinasse troppo la scadenza proprio per evitare brutte sorprese sul mercato. Lo stesso Thiago Silva cui Galliani e Allegri hanno deciso di consegnare la fascia da capitano contro il Chievo contravvenendo alle consuetudini di casa-Milan: una sorta di investitura non passata inosservata.
C’è, però, un altro aspetto che si intreccia con la vicenda-Pato e che agita il sonno a Milanello in queste giornate natalizie. Le ultime uscite di Silvio Berlusconi, intenzionato a rimettersi al centro della società dopo le dimissioni da presidente del Consiglio, sono sembrate stranamente in sintonia per tempistica e contenuti con il pensiero di Pato. Dubbi sparsi sul suo utilizzo anche tattico (prima o seconda punta), giudizi mai pienamente positivi su Allegri e sul suo gioco, perplessità sull’arrivo di Tevez. Un po’ quello che dice apertamente Pato nel suo sfogo in cui critica il tecnico per la gestione dei rapporti in spogliatoio (stessa accusa mossa da Taiwo) e non ne avvalla scelte e pensieri sul suo impiego, sulla sua tutela davanti alle critiche e sulla necessità di portare a Milano Tevez per avere l’attacco migliore del mondo.

“L’ha detto Allegri? Se lo dice lui…” è il refrain. Veleno su Max, miele sul Milan ma nessuna promessa di amore eterno e nemmeno di rinnovo oltre il 2014. La formula è la stessa utilizzata più volte da Kakà: “Questione che riguarda il procuratore e il signor Galliani”. Non proprio le parole del futuro leader rossonero.
A meno che dietro la mancata firma sul rinnovo di Allegri, annunciata entro Natale e slittata al 2012 ufficialmente per una differenza di 500mila euro, non si nasconda un confronto in atto tra due Milan, quello di Berlusconi e quello della coppia Galliani-Allegri. L’intervista di Pato è stato il classico sasso lanciato nello stagno. Il passato dice che al Milan tra allenatore e campione è sempre stato scelto il secondo e non il primo. Ricordate l’ultimatum di Van Basten su Sacchi?

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