giovedì 1 dicembre 2011

E se Leonardo tornasse a Milano...


Cosa sta succedendo a Leonardo quattro mesi dopo la sua fuga a Parigi e la scelta di vita e di conto in banca di sposare il progetto degli emiri e fare del Psg un top club europeo? L'ipotesi che viene rilanciata oggi da Le10sport secondo cui Leo sarebbe avrebbe confidato a un amico di non trovarsi bene in Francia e di essere pronto a tornare in Italia rappresenta il secondo campanello d'allarme in due giorni.

Senza che ci fosse alcuna reazione da noi, infatti, a scrivere del brasiliano come di un uomo in difficoltà era stato nientemeno che L'Equipe definendolo 'le mistére de Paris' e raccontando i retroscena del suo disagio legato non tanto all'inizio a corrente alternata della squadra costruita per vincere subito, quanto al rapporto con i suoi datori di lavoro. Il Leo parigino sarebbe, secondo la ricostruzione del più importante quotidiano sportivo francese, un uomo che era convinto di poter costruire un nuovo modello di società ispirandosi all'esperienza nei club italiani e che, invece, sta subendo pressioni sempre più forti per raggiungere risultati immediati.

La rottura si sarebbe consumata sull'aereo che riportava il Psg a casa dopo il pareggio contro il Bordeaux. Nasser Al-Khelafi, presidente del consiglio d'amministrazione del club e uomo di raccordo con gli emiri della Qatar Sport Investments, avrebbe fatto presente a Leonardo che era giunto il momento di "preparare l'arrivo di un nuovo allenatore" al posto del deludente Kombouarè e che non era il caso che della faccenda se ne dovessero occupare direttamente da Doha. Un ultimatum caduto fin qui nel nulla, perché Leo ha incontrato nelle settimane successive Ancelotti ma Kombouarè è ancora al suo posto malgrado le ultime due sconfitte consecutive.

Il disagio del brasiliano, però, affonderebbe anche le radici in motivazioni più profonde. Leo non avrebbe legato con l'ambiente del Psg e si sarebbe circondato di amici e uomini provenienti dall'Italia (Blanc, Pastore, Sirigu, Sissoko) instaurando con loro un rapporto quasi esclusivo. Preferendo, ad esempio, confrontarsi con Pastore piuttosto che con il capitano della squadra Sakho. Viene giudicato una persona "molto attenta alla propria immagine ma incapace di comunicare" e, quindi, sotto pressione.


Insomma un uomo solo al comando chiamato nelle prossime settimane a giocarsi futuro e reputazione nella scelta del nuovo tecnico che gli emiri attendono ad ore e che, invece, ritarda. Questo ritratto, più dell'indiscrezione rilanciata oggi, assomiglia in maniera impressionante al Leonardo che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare in Italia. Un uomo colto, socievole ma anche terribilmente instabile nelle sue scelte. Si è sempre definito aperto a qualsiasi opportunità e incapace di vivere guardando al passato. Il futuro potrebbe presto riservargli una nuova giravolta, riportarlo da noi e proiettarlo verso chissà quali nuove sfide.

Giovanni Capuano

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