lunedì 16 gennaio 2012

Scommessa persa: il basket italiano declassato su La7d per carenza di ascolti



di Giovanni Capuano

La notizia ha attraversato come un fulmine il cielo, già di suo poco sereno, del basket italiano. Dopo metà stagione il campionato italiano di serie A trasloca da La7 a La7d, penalizzato da ascolti che non decollano e che sono rimasti abbondantemente al di sotto dell'obiettivo che la rete si era posto quando, nei mesi scorsi, aveva chiuso l'epoca di Sky aggiudicandosi insieme a RaiSport i pacchetti per le dirette in chiaro.


Una scelta che dal punto di vista manageriale lascia poco spazio a critiche. I vertici di La7 avevano preventivato share intorno al 2% per la partita del sabato pomeriggio e si sono ritrovati con risultati solo decimali. Inutile anche la decisione di spostare di orario la gara da trasmettere in diretta: dopo le prima 6 giornate si era passati dalle 18, ritenuto troppo impegnativo il sabato e con il rischio di fornire al tg di Mentana un traino troppo debole, alle 16,10. 

Era il 12 novembre e prima di quel trasloco la media degli ascolti su La7 si era attestata a 150mila telespettatori contro i 133mila di RaiSport nella diretta della domenica sera. Evidentemente l'esperimento non ha portato i frutti desiderati provocando il nuovo declassamento che dovrebbe scattare con l'inizio del girone di ritorno e che è certamente un colpo duro da incassare per tutto il movimento soprattutto dal punto di vista dell'immagine. Inutile nascondersi dietro a un dito. 

Le società puntavano molto sul ritorno in chiaro dopo gli anni di Sky meravigliosi per la qualità di prodotto ma penalizzanti per la ristrettezza della platea in possesso di decoder e abbonamento. Ci contavano così tanto da aver rinunciato ai soldi di Sky pur di mettere sul mercato un'offerta che garantisse il massimo di copertura (La7 insieme a RaiSport sul nazionale con l'aggiunta di un circuito di televisioni locali per le partite in trasferta delle singole squadre). 

Scommessa persa dopo una partenza che aveva fatto gridare al miracolo: 250mila telespettatori (1,7% di share) per la finale di Supercoppa Italiana tra Siena e Cantù al debutto su La7 con picchi superiori al milione. Da lì in poi è stata una discesa lenta e inesorabile che non poteva non portare a scelte traumatiche da parte della dirigenza del network. 

Cosa perde il basket italiano lasciando la vetrina principale del sabato pomeriggio? Il bilancio si potrà fare solo alla fine, ma c'è il precedente di Caserta-Pesaro finita su La7d e conclusa con un ascolto di nicchia: 20mila telespettatori e solo 0,16% di share. D'accordo che su Sky la media era di poco superiore a 40mila, però se l'obiettivo era regalare visibilità al movimento puntando sul prodotto free il rischio di fallimento è dietro l'angolo. 

In attesa di capire se la Lega Basket deciderà di impugnare il contratto che non prevedeva alcun trasloco di emittente, la valutazione che si può fare è di carattere generale e porta ai risultati poco lusinghieri che tutto lo sport - calcio in testa - sta facendo sulle rete generaliste ormai stritolate dall'offerta pay. In queste settimane si sta consumando il distacco della Rai dalla Champions League. Mediaset confina le sue trasmissioni storiche a orari sempre più tardi e con format da tv locale più che nazionale. La stessa nazionale fatica a ripetere i numeri cui era abituata. 

Un quadro che avrebbe dovuto indurre qualche riflessione nei presidenti delle società di basket cui va dato atto, però, di aver scommesso di tasca propria sulla novità. A naso hanno perso. Hanno ancora sei mesi per invertire il trend, sempre che Sky sia ancora interessata al campionato o non si sia abituata ormai a preferire X Factor e amenità varie alle dirette degli sport minori. Era già accaduto con la pallavolo, la Formula 1, il tennis degli Slam (Wimbledon a parte) e l'Eurolega di basket. Fino a quando i numeri sorreggeranno Murdoch e i suoi difficile imporre qualcosa di diverso.

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