mercoledì 11 gennaio 2012

Ronaldo contestato dai tifosi del Real e Berlusconi sogna di portarlo al Milan



Il malumore serpeggia da un mese esatto. Prima qualche sibilo isolato di disapprovazione, adesso veri e propri fischi ad ogni errore. Una situazione che sta creando imbarazzo tanto al Real Madrid che allo stesso giocatore, costretti ad ammettere- dopo averlo negato - che qualche problema tra Cristiano Ronaldo e il mondo 'blanco' esiste e il portoghese soffre questa strisciante contestazione. Difficile capire se si tratti di un malessere destinato a sfociare in un clamoroso divorzio, come ha scritto senza troppi giri la stampa catalana. Però Mourinho per primo ha capito che così non si può andare avanti e ha preso posizione per evitare che gli spifferi diventino tempesta e i molti estimatori di Ronaldo in giro per il mondo possano cominciare a sognare di strappare il giocatore al Real.

Fra questi c'è anche Silvio Berlusconi la cui freddezza nei confronti dell'ipotesi-Tevez non è sfuggita e non più tardi di otto mesi fa dichiarò pubblicamente di avere un sogno: portare CR7 al Milan. Un concetto che, a quanto risulta a Panorama.it, il proprietario del club rossonero ha ripetuto anche recentemente ad alcuni politici di provata fede milanista.

Si tratterebbe di un regalo personale al Milan, magari legato al momento dell'annuncio del ritorno al ruolo di presidente dopo la fine dell'esperienza di governo. Cristiano Ronaldo è, nell'immaginario di Berlusconi, il grande campione "in grado di fare la differenza" e di far compiere al suo Milan "un salto di qualità"; così grande da giustificare una pazzia di mercato e una trattativa condotta scendendo in campo personalmente.

Attualmente il giocatore è legato da contratto con il Real Madrid fino al giugno 2015 e guadagna intorno ai 13 milioni di euro netti a stagione. Ha una clausola rescissoria 'teorica' da un miliardo di euro e un valore di mercato che oscilla intorno ai cento milioni. Impossibile che Florentino Perez lo metta in vendita spontaneamente, però se la situazione ambientale dovesse deteriorarsi lo scenario potrebbe cambiare anche velocemente. E qui torniamo ai fischi del Bernabeu.


Tutto è iniziato lo scorso 10 dicembre quando Ronaldo ha sbagliato due gol facili facili nel 'clasico' vinto in rimonta dal Barcellona. Un colpo di testa a due passi da Valdes messo sopra la traversa e un contropiede sprecato per egoismo con Di Maria libero in mezzo all'area catalana. Perché non segna nelle partite decisive e soprattutto contro il Barcellona? E' il tarlo entrato nella tifoseria madridista che gli imputa di essere spietato con i piccoli e debole con i grandi. Nessuno mette in dubbio le sue doti da goleador: 247 reti segnate in carriera, 87 (in 80 presenze) nella Liga, 27 (in 26 partite) in questo strabiliante inizio di stagione in cui viaggia in campionato alla stratosferica media di un gol ogni 70 minuti.

Però non basta all'esigente pubblico del Bernabeu che non si accontenta delle triplette rifilate ai materassi (già cinque in quattro mesi) e teme che CR7 stia soffrendo la 'sindrome di Poulidor', campione costretto ad arrivare sempre secondo per la presenza in contemporanea di un fuoriclasse più grande di lui. Era Merckx per il ciclista francese, è Leo Messi per il calciatore portoghese. Non piace l'egoismo con cui cerca la porta anche a costo di monopolizzare calci di punizione e rigori. C'è una statistica che sta facendo il giro di Madrid in questi giorni e che racconta bene il disagio che sta attraversando il rapporto tra Ronaldo e il Real. Perché tira sempre lui i calci di punizione? Nelle ultime due stagioni ci ha provato 107 volte e solo in 21 occasioni ha centrato lo specchio della porta con 5 gol. Non una media da cecchino, insomma. Eppure tira solo lui.
Nell'ultima apparizione casalinga contro il Granada i fischi lo hanno accompagnato dopo un colpo di tacco inutile e a coronamento di una conclusione sballata dalla distanza. Poi lui ha messo il sigillo del 5-1 senza esultare e si è mosso Mourinho per dire che i sibili erano diretti alle sue scelte e non al giocatore. Una bugia che non nasconde il disagio di Cristiano Ronaldo.

"Chi mi contesta non capisce nulla di calcio. Resto per chiudergli la bocca" ha detto dopo il 'clasico' di dicembre. Il gruppo degli scontenti è cresciuto invece di diminuire e CR7 è apparso sempre più immusonito anche durante gli allenamenti a Valdebebas. Divorzio in vista? Difficile. Però Berlusconi sogna e il Milan insieme a lui.

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