martedì 24 gennaio 2012

La squalifica (necessaria) di Raiola e il codice etico (speriamo) di Prandelli con SuperMario


di Giovanni Capuano

"L'arbitro è stato un bugiardo e un codardo, dovrebbe essere squalificato e farebbe bene ad andare da un ottico". E ancora: "La federazione deve tutelarlo, se poi lo vogliono fuori dall'Inghilterra basta che mi chiamino". Parole e musica di Mino Raiola, procuratore di Balotelli in versione avvocato difensore del bad boy che va verso una stangata dalla Football Association per il calcio rifilato sulla testa a Parker nei minuti finali di Manchester City-Tottenham. Un'arringa certamente fuori misura per un episodio denunciato dall'allenatore degli Spurs Redknapp e che in breve tempo ha fatto il giro del mondo.

Il calcio era intenzionale? Bisognerebbe essere nella testa di Mario per saperlo e va apprezzato che subito, a caldo e in campo, il talento bresciano si sia accorto della pericolosità del suo intervento chiedendo scusa all'avversario. Però il dubbio è legittimo soprattutto perché i precedenti non depongono a suo favore e il dibattito che si è aperto in Inghilterra sul suo modo dissennato di sprecare un talento immenso testimonia come l'esperimento di farlo crescere lontano dall'Italia stia fallendo.

I tabloid sono oggi pieni di analisi sociologiche e di testimonianze di colleghi sul carattere di SuperMario. Non sarebbe male si interrogassero anche sul livello del procuratore che ne cura gli interessi e che, in un momento di difficoltà evidente del suo assistito, ha scelto di dichiarare guerra a tutti invece di aiutarlo ad analizzare il suo comportamento. Non è una novità.

La buona notizia, invece, è che il City è orientato a non fare ricorso contro le decisioni della FA lasciando così il giocatore di fronte alle sue responsabilità. Può essere anche che questa decisione si trasformi nella scintilla che innesca da qui all'estate il solito incendio di mercato che consente a Raiola (e Balotelli) di andarsi ad arricchire da qualche altra parte. Proprio per questo è una decisione coraggiosa che non può non avere l'avvallo di Roberto Mancini, allenatore-manager che conosce Mario meglio di tutti e che sembra essersi stancato di aspettarne la crescita umana prima ancora che tecnica.

Bene Mancini e (speriamo) bene Prandelli se vorrà applicare lo strombazzato codice etico che ci sembra abbia fin qui funzionato a giorni alterni. Mario Balotelli non merita la maglia azzurra nella prossima convocazione del mese di febbraio. Il nostro ct dovrebbe avere lo stesso coraggio dimostrato dai dirigenti inglesi e percorrere la strada della coerenza. Si può anche rischiare di andare agli Europei senza Balotelli, non si può correre il rischio di trattarlo tutti come fa Raiola.

3 commenti:

  1. Etica o non-etica, non comprendo come una squalifica in campionato possa centrare con la convocazione o meno di un giocatore in nazionale. E' come se un espulso nelle coppe europee non possa giocare una successiva gara di campionato. Assurdo e inutilmente moralista.

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  2. E' il codice etico varato e pubblicizzato da Prandelli ad aver codificato il legame in presenza di squalifiche per gesti particolarmente gravi. Se lo stop a Balotelli fosse confermato difficile ritenere che non ci si trovi in presenza di un caso simile. A meno di non volersi calare nella parte di Raiola. Questione di scelte...

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  3. trattasi di tutto brodo grasso per zio fester. può sperare di poter continuare ad esercitare la sua professione di stregone-sciamano che riesce a portare a costo zero dei fuoriclasse a milano, al massimo praticando qualche esorcismo o rito woodoo, in un mondo dove invece le maggiori società calcistiche lavorano programmando accuratamente. peccato che stavolta ha trovato negli sceicchi di manchester un ossetto un po' troppo duro per i suoi denti. certo, facendoci prendere lezioni di etica pure dagli islamici non ha tirato granchè su il made in italy, già piuttosto in ribasso. ma dove ci presentiamo?

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