lunedì 9 gennaio 2012

La strana vigilia del derby: Ranieri sereno e Allegri a nervi tesi. Colpa del contratto?


di Giovanni Capuano

A guardare la classifica sembra incredibile, ma ad entrare a nervi tesi nella settimana che porta al derby non è Ranieri, costretto a inseguire, ma Allegri che guarda l'avversario dall'alto in basso. Un nervosismo ormai evidente. Anche nell'ultima domenica il tecnico rossonero ha battibeccato su tutto: Inzaghi, Pato, il rigore fischiato da Rizzoli... Tutto con sullo sfondo un rinnovo che tarda ad arrivare e che, evidentemente, sta creando qualche problema al toscano.
Che quella di Bergamo sarebbe stata una domenica difficile Allegri l'ha capito a metà della ripresa quando ha deciso di sostituire Pato con Robinho. Mossa tattica giustificata anche dalla prestazione così così del Papero che, lasciando il terreno di gioco, ha accuratamente evitato ogni contatto, perlatro ricambiato, con il tecnico. Un dribbling casuale? Difficile immaginarlo dopo una settimana in cui i rapporti tra i due e gli scenari di mercato sono stati vivisezionati. Allegri e Pato sapevano di avere i riflettori puntati addosso e il modo in cui si sono incrociati senza sfiorarsi può ben essere interpretato come la conferma del clima teso che attraversa in queste giornate lo spogliatoio rossonero. A fine gara Max ha cercato di smorzare ogni polemica ("Ero preso dalla partita, nessun problema"), però il problema esiste e anche un senatore come Gattuso ormai non lo nasconde più: "Non è tranquillo, vuole fare bene e non va sottovalutato che si tratta di una ragazzo di 22 anni". Non tutti al Milan sembrano condividere la gestione che Allegri sta facendo della vicenda. Lo stesso Berlusconi nelle ultime settimane si è schierato chiedendo un utilizzo maggiore e in un ruolo più consono alle caratteristiche di Pato. 

Discorso replicabile anche a Inzaghi e alle sue voglie di campo. Allegri non lo considera più parte del progetto e ha fatto capire di averlo detto anche al patron quando ha voluto precisare che da un mese e mezzo Pippo non si allena con la prima squadra. Però c'è modo e modo di rispondere e a Bergamo in tanti hanno storto il naso nel sentire il tecnico dire che Inzaghi non era entrato nel finale perché "anche sul 2-0 la partita non è mai chiusa". Fine del rapporto, ammesso che ancora ci fosse qualcosa da salvare. Cosa ne pensa una società che è sempre stata molto attenta a preservare l'immagine dei giocatori che l'hanno resa grande? 

Capitolo terzo il battibecco in diretta tv su Mediaset Premium. Oggetto il rigore concesso da Rizzoli per l'entrata di Manfredini su Pato. Allegri si è risentito per le valutazioni differenti espresse in studio da Pistocchi e Paparesta. Nulla di anormale, se non fosse che l'episodio si prestava a discussione e nessuno stava accusando il Milan di avere rubato. Già in autunno Allegri si era reso protagonista di un altro battibecco in tv con Massimo Mauro durante un dopo partita su Sky. Piccole tracce di disagio che portano alla grande domanda. 

Perché il suo contratto con il Milan non è ancora stato rinnovato? Ufficialmente si tratta solo di una questione economica: tra domanda e offerta balla mezzo milione di euro legati ai risultati o da inserire nella parte fissa del compenso. Oggi Allegri non è l'allenatore più pagato d'Italia e, forse, ritiene che dopo uno scudetto e una Supercoppa Italiana sia arrivato il momento di diventarlo. Nessuno è disposto a dire che esistono problemi, però la firma che era attesa per inizio dicembre e poi data per probabile nella pausa invernale, slitta ancora. Sabato Max ha spiegato di essere in trattativa e di non aver ricevuto altre chiamate anche se ha fatto notare che fino al momento della firma lui sarebbe anche nelle condizioni si muoversi sul mercato. Ad amici avrebbe confidato di voler definire la situazione al più presto, meglio se prima del derby, perché questa condizione di precariato lo sta logorando. 

E se il Milan volesse prendere tempo? Ecco perché Allegri entra in questa settimana a nervi tesi e Ranieri no. Lo aiutano le vittorie in serie e il paradosso di poter fare un favore all'Inter (vincendo il derby) e prendersi una rivincita nei confronti della Juventus con cui si è lasciato malissimo e che oggi sogna la sua impresa per poter staccare i rossoneri e abbozzare una fuga. Una posizione invidiabile, almeno fino a domenica.

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