venerdì 13 gennaio 2012

Allegri rinnova fino al 2014 ma la conferma passa da risultati, gioco e scelte tecniche




La firma di Max Allegri sul rinnovo di contratto che lo legherà al Milan fino al 30 giugno 2014 chiude la settimana pazza della società di via Turati. Non si tratta di un colpo di scena. Che l'incontro alla vigilia del derby si sarebbe trasformato in un accordo era trapelato sia dall'entourage dell'allenatore che dalla società nelle ore frenetiche del dopo-Tevez. Serviva un po' di normalità dopo le scosse di terremoto che avevano smosso dalle fondamenta le certezze di Milanello e solo una conferma convinta di Allegri avrebbe potuto resituire serenità.

Era impensabile arrivare al derby con un allenatore formalmente precario, nervoso come si era dimostrato nelle ultime uscite pubbliche e private e, per di più, senza che il mercato avesse risolto il problema tattico più grave legato alla presenza di Pato. Non poteva accadere e, infatti, non è accaduto. Allegri e Galliani hanno trovato l'accordo in meno di venti minuti facendo entrambi un passo avanti verso la controparte. 

Da oggi il tecnico livornese può tornare rafforzato a lavorare nello spogliatoio del Milan e gli effetti dovrebbero vedersi già dal derby di San Siro in cui il ballottaggio Pato-Robinho sarebbe stato ingestibile senza la copertura della società. Resta la sensazione, però, di un rinnovo che Allegri dovrà guadagnarsi sul campo nella seconda parte della stagione. Il test del derby sarà già importante. 

Come si comporterà Allegri rispetto alle indicazioni tattiche che Berlusconi gli ha ripetutamente recapitato in queste settimane? Se schiera Robinho con Ibrahimovic scontenta il presidente. Se mette Pato dà l'impressione di aver ceduto alla pressioni. Una posizione scomoda dalla quale può uscire con una vittoria convincente nel gioco che è l'altro tasto su cui Berlusconi ha battuto nelle sue esternazioni pre-natalizie. 

C'è un dato statistico che può fotografare il gap che probabilmente divide le attese presidenziali da quanto il Milan sta offrendo in questa stagione. In nessuna delle sfide di alto livello disputate fin qui in Champions League contro il Barcellona, o in campionato contro le squadre che occupano le prime sei posizioni in classifica, il Milan è uscito vincitore. E' stato dominato al Camp Nou e battuto in casa dal Barcellona, sconfitto in trasferta da Juventus (2-0) e Napoli (3-1), fermato sul pareggio a San Siro da Lazio (2-2) e Udinese (1-1). Manca il derby per la riprova, però la tendenza è evidente e segna una fatica a imporsi contro i pari grado che non può certo piacere a Berlusconi teorico del 'bel giuoco'. 

Se Allegri saprà invertire questo trend la firma sul rinnovo prenderà consistenza, altrimenti il rischio è di vivere una primavera sulla graticola come accaduto prima di lui a illustri predecessori come Ancelotti e Leonardo cui Berlusconi non ebbe remore di addossare le colpe per scudetti lasciati agli avversari. La firma di Allegri rappresenta anche una normalizzazione del rapporto tra Galliani e Berlusconi. 

Nel Milan si torna a dove ci si era lasciati prima dello choc-Tevez e Galliani sta lavorando per prendersi la rivincita. In via Turati ha visto Giuseppe Riso, mediatore Fifa che lo ha accompagnato anche a Londra nell'incontro con il City che avrebbe dovuto portare Tevez a Milano. La strategia è chiara: attendere la mossa dell'Inter sapendo che il giocatore vuole rispettare la promessa fatta a Rio de Janeiro e che non ha nessuna intenzione di traslocare a Parigi. Se il Manchester rimanesse con il cerino in mano nell'ultima settimana di mercato tutto sarebbe possibile. Intanto resta in stand by la posizione di Amauri. Prima che Berlusconi facesse saltare il banco era un giocatore del Milan, pronto a firmare e a farsi presentare insieme a Tevez. Poi è cambiato l'orizzonte ma Ernesto Bronzetti, suo agente, non dispera di poterlo comunque portare a Milanello.

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