mercoledì 11 gennaio 2012

Mediaset-Milan in guerra: squalifica e accuse dopo la moviola sgradita di Bergamo


di Giovanni Capuano

La squalifica dei giornalisti sgraditi non è una novità. In casa Milan e più in generale nel mondo del calcio non solo italiano. Basti ricordare l'immagine di Sir Alex Ferguson che, incurante del microfono acceso appoggiato sul tavolo della conferenza stampa, ordina all'addetto stampa del Manchester United di identificare e non invitare per il successivo incontro con i giornalisti il reporter che gli ha fatto una domanda ritenuta scomoda.

Oppure riportare alla memoria le auto-squalifiche che periodicamente Mourinho impone a se stesso e, di conseguenza a tutto il mondo dei media che pende dalle sue labbra, non appena il livello della polemica sale oltre il punto da lui considerato massimo. Insomma tutto il mondo è paese e per una volta vorremmo risparmiarci la moralina sul degrado del calcio italiano. Però quanto denunciato dai giornalisti di Mediaset nella settimana pre-derby è clamoroso e deve far riflettere. Il Milan ha deciso infatti di negare qualsiasi intervista alla tv di casa come ritorsione per le valutazioni sul rigore concesso a Pato nella partita di Bergamo espresse nella diretta di Mediaset Premium e che avevano portato al battibecco tra Allegri, Paparesta e Pistocchi che ha fatto il giro del web.

Niente interviste malgrado i contratti firmati lo prevedano (Mediaset è pur sempre detentrice dei diritti per il digitale terrestre) e nonostante i tentativi di mediazione all'insegna del "non facciamoci male" considerato il cordone ombelicale che (dovrebbe) unire le due aziende.  

"Lassemblea dei giornalisti di SportMediaset deve segnalare pubblicamente un episodio preoccupante sul fronte dei rapporti sport-comunicazione: nella settimana che precede il derby calcistico di Milano, l’Ufficio stampa del Milan ha fatto sapere alla redazione di Sport Mediaset che quest’ultima, contrariamente alla consuetudine, non potrà in questi giorni avere a disposizione interviste a tesserati del club dopo le divergenti valutazioni sul rigore concesso in Atalanta-Milan emerse durante il dibattito televisivo post partita tra l’allenatore rossonero e gli ospiti presenti nello studio di Premium Calcio. L’episodio – conclude la nota firmata dal comitato di redazione di Sport Mediaset – si qualifica da sè‚ e purtroppo sono sempre più frequenti le ritorsioni delle società di calcio nei confronti dei media che esprimono opinioni non gradite”.

Parole da sottoscrivere dalla prima all'ultima. Meglio questo che l'imbarazzante silenzio contrattato con Sky un anno fa per coprire la rissa Ibrahimovic-Onyewu (tu censuri le immagini io ti concedo un'intervista in esclusiva con Galliani) svelato dall'incauta autobriografia di Ibrahimovic e passato ben due volte quasi inosservato. L'arroganza con cui le società calcistiche trattano l'informazione è pari solo alla difficoltà della stessa ad uscire dalla logica tifoso-squadra-prodotto da vendere. Che la punizione tocchi un colosso come Mediaset (i cui rapporti con Galliani non sono idilliaci da tempo) segnala un ulteriore passo indietro sulla scala della corretta convivenza tra soggetti che dovrebbero collaborare per garantirsi profitto e sopravvivenza. 

Ci attendiamo che i giornalisti di Mediaset e magari quelli di Sky, Gazzetta dello Sport e tutti gli altri che hanno un potere che gli deriva dalla testata che rappresentano, se ne ricordino quando a essere tagliato fuori sarà qualche peones, qualcuno meno forte di loro e per questo ancor meno libero di dire quello che vede e che pensa. Qualcuno che, magari, dalla stessa possibilità di poter accedere a una sala stampa o allo stadio ricava la sua stessa ragione di sopravvivenza sul mercato.

1 commento:

  1. beghe di cortile a parte, mi sembra che il fatto più preoccupante sia che allegri non abbia alcuna remora a difendere l'operato del cosiddetto arbitro al di là di ogni evidenza e al di là di ogni sua competenza. se l'arbitro sbaglia, in teoria allegri dovrebbe sbattersene o al limite gioire per la culata. mi sembra anche che moggi che era moggi di sceneggiate simili non ne facesse.............

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