giovedì 12 aprile 2012

Alex e gli altri: perché dovrebbero farsi da parte?


di Giovanni Capuano

Se li chiamate vecchi c’è il rischio che si offendano. Se cercate di tenerli fuori la certezza che mettano il muso perché sicuri di poter rendere quanto e più dei ragazzi che premono alle loro spalle. Che poi lo dimostrino tutti insieme in una sola notte è uno di quegli scherzi che solo il calcio sa regalare. Le prodezze di Del Piero e Totti, le corse di Zanetti, le parate di Buffon e gli sbuffi di Reja sono l’immagine più bella che l’ultima giornata di campionato infrasettimanale regala agli archivi.

E’ stata una giornata da record in tutti i sensi. La giornata degli highlander, gli immortali del pallone che non si arrendono alla pensione e continuano a scrivere pagine di storia per i loro club.
700 VOLTE DEL PIERO - La copertina è certamente tutta di Alex Del Piero. La sua punizione potrebbe valere lo scudetto e certemente consegna ad Agnelli qualche grattacapo in più sulla strada dell’addio dalla sua bandiera. Si può fare a meno di uno così? No che non si può, ma la sensazione dopo aver sentito Alex nelle ultime settimane confermare di aver voglia di “continuare a giocare a pallone” e nessuna intenzione di forzare i tempi è che alla fine potrebbe essere proprio il capitano a dire basta con la Juventus.

Ieri Del Piero ha fatto 700 presenze in bianconero issandosi al quinto posto all time dopo Paolo Maldini (902 col Milan), Zanetti (794), Bergomi (756) e Franco Baresi (719). Quella realizzata contro Marchetti è stata la rete numero 288 della carriera in bianconero (187 in serie A a -1 da Beppe Signori). Numeri che non possono però cancellare la ferita dell’annuncio preventivo di ottobre da parte della società e di una stagione vissuta fin qui ai margini: 424 minuti in campionato, solo quattro volte titolare e mai impiegato per più di un’ora. Un pensionando di lusso. E adesso caro Agnelli come la mettiamo con il rinnovo? La gente della Juventus ha già scelto, ma anche fare un passo indietro costringerebbe qualcuno a una brutta figura.

ZANETTI, CAPITANO RAGAZZINO - Se Stramaccioni non gli farà saltare nessuna delle ultime sei gare di campionato Javier Zanetti toccherà a fine stagione quota 800 partite in nerazzurro. Ieri sera è arrivato a 794 di cui 570 in serie A agganciando così un monumento come Dino Zoff al terzo posto all time alle spalle del solito Maldini (648) e di Pagliuca (595).

A (non) fare notizia semmai è che anche contro il Siena Zanetti abbia giocato come se il tempo non avesse senso. Tra i migliori in campo per continuità e freschezza a 39 anni suonati. Lui indistruttibile e un ragazzino come Obi costretto a mollare per crampi. Se esiste un atleta da studiare per longevità quello è certamente l’argentino. Anche la nuova Inter rischia di ripartire da lui.

TOTTI PUNTA L’EUROPEO - Non segnava da 81 giorni e sta soffrendo il ruolo che Luis Enrique gli ha disegnato lontano dall’area avversaria, però la zampata con cui Totti ha deciso la sfida-champions contro l’Udinese vale più dei tre punti in classifica. Gol numero 267 della carriera e numero 212 in serie A dove è quinto nella classifica di tutti i tempi a sole 4 lunghezze da Meazza e Altafini.

Prandelli ha detto di voler tenere aperta una porta a tutti in vista degli Europei. Quello di Totti è più che altro un sogno, però un ottimo finale di campionato potrebbe ribaltare le gerarchie e le scelte del commissario tecnico. Segnatevi questa data sul calendario: 22 aprile 2012. A Torino andrà in scena Juventus-Roma e sarà quasi certamente l’ultima volta di Del Piero contro Totti. Una preghiera a Conte e Luis Enrique: regalate ai vostri due fuoriclasse la passerella che si meritano.

BUFFON BATTUTO E FELICE - Da portiere i suoi 34 anni pesano meno, però il gol incassato da Mauri è dolce per Gigi Buffon che sogna di tornare a vincere con la Juventus che non ha abbandonato nemmeno in serie B. La sua imbattibilità si è interrotta dopo 568 minuti. Meglio di lui continuano ad aver fatto Seba Rossi (929′ il record), Zoff, Da Pozzo e Pelizzoli. Però anche il mondo di Gigi si è rovesciato. Con Delneri era diventato un corpo estraneo alla Juventus, pronto a essere messo sul mercato e a tratti separato in casa, umiliato come un ragazzino qualsiasi. Ora si è ripreso il ruolo che gli compete e rinnoverà allungando la sua carriera a Torino. Marotta lo ha annunciato: “Rappresenta la Juve e non sarà un problema di soldi”. Rivincita.

CENTO VOLTE REJA, IL DIMISSIONARIO - La giornata dei grandi vecchi celebra anche la panchina numero 100 di Edi Reja alla Lazio. E’ vero che è arrivata la sconfitta, ma a 66 anni il tecnico friulano amico di Capello si sta togliendo grandi soddisfazioni. Cento volte in panchina con Lotito è un risultato da primato. Averlo raggiunto dopo due dimissioni presentate per questioni di puntiglio e rientrate a furor di popolo aggiunge merito al merito. E’ un veterano ma sembra un ragazzino. Espulso per un applauso di troppo non le ha mandate a dire all’arbitro: “Adesso mi sono sufato… Io ho applaudito e Conte si sbracciava da un’ora ad ogni fallo”. Incorreggibile.

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