mercoledì 18 aprile 2012

Il mondo di Inter e Bayern capovolto due anni dopo Madrid


di Giovanni Capuano

Davvero non era possibile rinnovare l'Inter dopo la notte del trionfo di Madrid garantendo, seppure a investimenti ridotti, ancora un futuro a un gruppo che si era dimostrato vincente? La storia del Bayern Monaco dice che si poteva. Anzi, si doveva fare perché sarebbe bastato un progetto e spese mirate per non disperdere un patrimonio di credibilità e talento che, seppure logoro, avrebbe probabilmente evitato di chiudere la sua parabola con un tracollo così rapido. Il paragone viene spontaneo dopo aver visto il Bayern schiantare il Real Madrid di Mourinho nella semifinale d'andata della Champions League.

Quanti dei giocatori presenti all'Allianz erano nell'undici titolare del Bernabeu? Sorpresa: meno della metà. Cinque su undici che salgono a sei considerando Ribery che contro l'Inter non c'era per squalifica ma ci sarebbe certamente stato. Mezza squadra non di più, segno che dalla sera del 22 maggio 2010 ad oggi il Bayern si è comunque rinnovato pur essendo un gruppo giovane e di talento che poche settimane più tardi avrebbe formato l'ossatura della nazionale tedesca terza ai mondiali in Sudafrica. 

C'erano i difensori Lahm e Badsturber, l'eterno Schweinsteiger, l'olandese Robben e Muller (subentrato a partita in corso ieri). A questi va poi aggiunto Gomez che al Bernabeu era entrato nella ripresa. E allargando il discorso alle panchine si potrebbero prendere in considerazione anche Butt e Olic (titolari a Madrid), Pranijc e Tymoshchuk (riserve sia allora che oggi). 

Però una parte importante della spina dorsale del Bayern di Heynkess, l'erede di Van Gaal, che cerca di prendersi la rivincita su Mou è stata costruita sul mercato negli ultimi due anni senza buttare via un euro ma attraverso una programmazione ferrea. In quattro sessioni di mercato i tedeschi hanno investito circa 60 milioni di euro. 

Hanno cambiato il portiere prendendo il meglio sul mercato con Neuer per il quale hanno messo sul piatto una fiche da 22 milioni di euro. Poi hanno sistemato la difesa 'rottamando' i vecchi Van Buyten e Demichelis, acquistando Jerome Boateng (13 mln euro) e lanciando il giovanissimo Alaba, classe 1992. A centrocampo hanno lasciato partire Van Bommel e investito su Luiz Gustavo (17 mln euro) e riportato alla base Kroos. Età media degli acquisti: 22 anni e 8 mesi. Età media della rosa in mano ad Heynkess: 26 anni e 10 mesi. 

Nello stesso arco di tempo l'Inter ha speso una novantina di milioni di euro, confermato quelli della vecchia guardia, ceduto Eto'o, Thiago Motta, Balotelli, Destro e Santon (solo per citare i giovani più in vista) senza un adeguato progetto tecnico. E' passata dallo Special One a un tecnico del settore giovanile (Stramaccioni) passando per un allenatore sopportato (Benitez), un capriccio (Leonardo), una scommessa (Gasperini) e un traghettatore (Ranieri). Ha provato a cambiare modulo e filosofia senza cambiare gli uomini e ritornando al via ma con sempre meno convinzione. Insomma un disastro fotografato dai risultati del campo.

Risultato finale: il Bayern si gioca la chance di tornare in finale e l'Inter da un mese è comodamente seduta sul divano davanti alla televisione con la concreta prospettiva di ripetere l'operazione anche per tutta la prossima stagione. Davvero non si poteva fare meglio?

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