venerdì 26 agosto 2011

Il crollo in Uefa e il nostro provincialismo: 2016, l'anno in cui ne resterà soltanto una



Viene forte il sospetto che i nostri dirigenti-pizzaioli non abbiano ancora compreso la portata della crisi del sistema-calcio. Basta una veloce rassegna stampa dei pensieri di Zamparini, Pozzo, De Laurentiis e Di Benedetto di fronte alle prime brucianti bocciature nelle coppe. Il Palermo si fa eliminare dal temibile Thun (addirittura 186° nel ranking Uefa)? “Non sono arrabbiato né deluso” spiega Zamparini: “La squadra non era attrezzata per competere in Europa”. Come dargli torto se non fosse che questa analisi la potrebbe fare un tifoso al bar e non il presidente della società. Concetto valido anche per l’Udinese buttata fuori dal peggior Arsenal del decennio. Un’occasione gettata al vento tanto evidente da aver messo sotto pressione le granitiche certezze di patron Pozzo. La risposta? “Avevamo i giocatori contati. Nel calcio i contratti si fanno in tre e alcuni giocatori individuati hanno detto no”. Scoperta incredibile, visto che il tetto stipendi in Friuli è un milione di euro e ai dirigenti non è venuto nemmeno in mente di provare a trattenere almeno uno dei big per onorare un impegno storico. Della guerra contro tutti di De Laurentiis meglio quasi non parlare. Dopo aver insultato i colleghi alla formulazione dei calendari della serie A se l’è presa anche con la Uefa definendo la Champions League “una messinscena” e proponendo che siano i club europei ad organizzarsi. A Montecarlo stanno ancora ridendo. Surreale il commento di Di Benedetto dopo il k.o. della Roma contro lo Slovan: “Visti progressi, ci vuole pazienza”. La Roma è uscita contro la 167° squadra del ranking Uefa condannando l’Italia a un ulteriore e certo declassamento nelle classifiche di merito.
Quello che i nostri pizzaioli ancora non capiscono è, infatti, che gli errori di una gestione provinciale li pagheranno loro per primi. Abbiamo iniziato la stagione con choc di aver perso un posto nella prossima Champions League. Non siamo nemmeno a settembre ed è già evidente nei numeri che non riusciremo a difendere l’attuale quarto posto. I 2,214 punti racimolati fin qui ci mettono al 23° (sì ventitreesimo) posto stagionale alle spalle anche delle ‘quotatissime’ Georgia, Bielorussia, Israele e Cipro ma, soprattutto, di Francia e Portogallo che in questo momento ci seguono staccate rispettivamente di 3,827 punti (la Francia) e 4,325 punti (il Portogallo). Considerato il gioco degli scarti che a fine stagione ci penalizzerà ulteriormente, però, il divario è ormai minimo: non più di mezzo punto sui francesi e 2 punti esatti sui portoghesi che nei due anni successivi hanno già la certezza di mangiarci altri 10 punti. Potremmo anche far finta di niente. In fondo anche se scivolassimo (come è certo nell’arco di due anni) in sesta posizione resteremmo nella situazione della prossima stagione con 2 squadre ammesse di diritto al Champions e una impegnata ai preliminari. Invece è bene che cominciamo a fare i conti con Olanda e, soprattutto, Russia. Quando avremo scartato i risultati del 2010, l’anno del Triplete, entrambe saranno praticamente alla pari con noi e, visto l’aria che tira, non è del tutto scontato che da qui ad allora le italiane riescano a far meglio delle russe. Se una delle due ci superasse allora il danno sarebbe enorme perché in Champions andrebbe solo la vincente del campionato e la seconda dovrebbe passare per lunghi e a quel punto difficili preliminari. Potrebbe accadere a partire dal 2016. Sembra una vita ma non lo è. Cinque anni fa eravamo saldamente secondi e nessuno nemmeno immaginava che un giorno saremmo scesi da podio. E’ avvenuto.
Giovanni Capuano

3 commenti:

  1. sarebbe bello capire come questo sia avvenuto. stando ai fatti nel 2006 avevamo una società di altissimo livello mondiale, prossima ad avere uno stadio proprio, che non faceva plusvalenze false, che aveva un bilancio in ordine e non aveva bisogno di taroccarlo con autorivendite fittizie del proprio marchio, che unica in italia non aveva bisogno di spalmare i propri debiti, che non falsificava i passaporti, che non spiava ed intercettava illegalmente arbitri e giocatori e dirigenti di società avversarie e, siccome faceva fare troppo brutta figura alle avversarie, l'abbiamo massacrata in dieci giorni. non sarà mica anche e soprattutto per questo che ci ritroviamo con la melma fino al collo ed oltre?

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  2. lo so, la realtà, sbattuta in faccia così brutalmente, è duretta da digerire. forse sono stato troppo diretto, ma certi dottori dicono che illudere i malati è un grave errore.

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