lunedì 1 agosto 2011

La Juve senza top player e i milioni buttati da Marotta


I ben informati hanno fatto il conto e sono arrivati alla conclusione che la Juventus butterà sul mercato una novantina di milioni di euro, unica tra le big italiane a competere per budget con le grandi d’Europa. Con la firma di Vucinic (costato 15 milioni di euro) il conto – a un mese esatto dalla fine del calciomercato – è salito a poco più di 72 milioni di euro e ancora mancano almeno altri tre giocatori (un difensore e due esterni offensivi). Sulla quantità, dunque, ci siamo: Pirlo, Pazienza, Ziegler (arrivati a parametro zero), Lichtsteiner (10 milioni di euro), Vidal (10,2+1,5) e Vucinic più i riscatti di Matri, Quagliarella, Motta e Pepe (in tutto 37,2 milioni di euro) messi insieme fanno certamente una bella lista della spesa. Nessuno di loro, però, è il top player che lo scorso 25 maggio Marotta e Andrea Agnelli avevano annunciato forse un po’ troppo precipitosamente. E, soprattutto, nessuno toglie il dubbio che gli uomini di mercato bianconeri si stiano muovendo come per rispondere alla logica della paura di restare a secco piuttosto che seguendo un progetto condiviso. Passi per gli svizzeri che completeranno il reparto degli esterni bassi, ma che senso ha aver acquistato Vidal (o al limite aver deciso di accollarsi l’ingaggio pesantissimo di Pirlo) per poi scoprire che uno dei due dovrà snaturarsi perché possano convivere? Ed è valsa la pena inseguire per il mondo il colpo a sensazione (Aguero, Ribery, Nani, Robben, Higuain e Pepito Rossi) senza mai fare il passo decisivo per chiudere almeno una di queste trattative? L’esperienza del Psg lo insegna; se un club non ha l’appeal di Barcellona o Real Madrid l’unico modo per convincere il cosiddetto top player é presentarsi e pagare cash senza discutere troppo sui dettagli. Aguero si poteva fare prima della Coppa America soddisfacendo le richieste dell’Atletico (40 milioni di euro). Perso. Giuseppe Rossi sarebbe venuto a Torino di corsa: bastava staccare un assegno da 30 milioni. Perso. In compenso l’acquisto di Vucinic e i riscatti di Matri e Quagliarella insieme sono costati 41 milioni di euro e hanno appesantito numericamente un settore dove già ci sono Del Piero, Amauri, Iaquinta, Toni, Krasic, Martinez e lo stesso Pepe. Con 41 milioni di euro non si poteva fare meglio? A un mese dalla fine del calciomercato la domanda è legittima. Marotta ha trenta giorni per sfoltire la rosa a colpi di minusvalenze e assicurare a Conte i tre giocatori che servono. Nemmeno Lugano, Alex, Coates, Perotti e gli altri di cui si parla oggi sono top players. Le parole del 25 maggio (“Tutti i grandi calciatori che abbiamo sondato hanno dato la propria disponibilità a trasferirsi a Torino, anche se non andremo in Champions League” aveva detto) sono evaporate nel vento di giugno e luglio. La Juve è vicina al record dei 74 milioni spesi nella passata stagione. “Quest’anno punteremo sulla qualità” ha giurato Marotta. Il mercato gli ha dato fin qui torto.

Giovanni Capuano

2 commenti:

  1. Molta quantità ma pochissima qualità.
    Sembra di vedere l'Inter degli anni '90 che spendeva senza logica.

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  2. Senza logica no. Però qualche dubbio mi sembra legittimo

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