mercoledì 3 agosto 2011

L'oscar di mercato a Galliani e il Milan proiettato nel futuro


C'è un club italiano che, zitto zitto, si sta allineando ai parametri europei del fair play finanziario e rischia di essere l'unico in grado di farlo senza indebolirsi. Adriano Galliani non lo può dire ad alta voce, ma il Milan sta raccogliendo in questi mesi i frutti di una strategia che ha iniziato a delinearsi nel dopo-Calciopoli: addio alla politica della riconoscenza verso i senatori e tagli sempre più mirati al monte ingaggi. Una strategia obbligata come lo stesso Galliani ha ricordato il 20 aprile scorso nel giorno dell'approvazione del bilancio 2010, quello del profondo rosso da oltre 69 milioni di euro. “Dovremo ridurre il monte generale delle spese” ha spiegato l'amministratore delegato del Milan che al prossimo 30 giugno 2012 potrebbe presentarsi con un monte ingaggi inferiore ai 100 milioni di euro con un'incidenza per la prima volta sensibilmente inferiore alla soglia del 50% nel rapporto ricavi/stipendi che viene indicata come virtuosa dall'Uefa.

Come ci arriverà? Alla fine della prossima stagione andranno in scadenza di contratto undici giocatori. Ci sono ingaggi pesanti (Flamini 4,5, Gattuso 3,5, Nesta 3, Seedorf 2,5 e Ambrosini oltre 2 milioni di euro) e altri minori (Oddo, Yepes, Zambrotta, Inzaghi, Van Bommel e Roma). In tutto un tesoretto da 46 milioni di euro lordi spalmati su undici giocatori ultratrentenni (a parte Flamini) nessuno dei quali centrale nel progetto del Milan del futuro. Una situazione simile a quella dell'estate 2011 che ha consentito a Galliani un taglio pesante (Pirlo) e rinnovi al risparmio per oltre 25 milioni di euro. Già oggi il monte stipendi del Milan è inferiore ai 130 milioni di euro certificati nel settembre scorso. Siamo intorno ai 115 milioni di euro considerando anche l'aumento concesso a Thiago Silva e gli ingressi in rosa del mercato di riparazione. Se Galliani tra un anno gestirà i rinnovi come fatto quest'estate si garantirà un risparmio strutturale da almeno una ventina di milioni scendendo così sotto la fatidica soglia-cento che, a fronte di ricavi ragionevolmente superiori ai 253 milioni raggiunti nel 2010, porterà il Milan nel futuro.

Basta per allinearsi al fair play finanziario? Non del tutto. Servirebbero ricavi in linea con quelli delle big europee che non scendono sotto i 350 milioni di euro. Ma in Italia la legge sugli stadi non arriverà a breve e, comunque, non potrà essere favorevole come quelle in vigore altrove anche a causa di una situazione economica che rende impensabile contributi pubblici. Il Milan resterà a San Siro e per fatturare i più dovrà fare più strada possibile in Champions. Però Galliani sta facendo questa operazione senza indebolire la squadra, anzi. I colpi a parametro zero hanno liberato risorse per 'mister x' ed l'eventuale rincorsa a Balotelli avverrà solo in contemporanea all'addio a Cassano.

Senza dimenticare che nel 2014 – guarda caso l'anno in cui i vincoli del Ffp si faranno più stringenti – andranno in scadenza tutti gli altri big dai contratti pesanti: Ibrahimovic (9 mln euro), Robinho (4), Cassano (3), Taiwo (2), Pato (ad oggi 2,5), Boateng, Antonini, Abate ed Emanuelsson.

L'oscar di mercato va, dunque, a lui. La Juve, che per il secondo anno consecutivo ha sfondato la soglia dei 70 milioni di euro investiti sul mercato, e l'Inter che pezzo dopo pezzo sta smontando la squadra del Triplete, sono un passo indietro.

Giovanni Capuano

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