mercoledì 24 agosto 2011

La crisi che avanza e le maglie senza sponsor: allarme in Spagna e Italia



C’è un risvolto della crisi che sta colpendo l’economia che potrebbe causare danni anche al calcio. I primi sintomi si stanno vedendo in Spagna dove a stagione iniziata (anche se lo sciopero sta bloccando il via della Liga) ben 9 club su 20 non hanno ancora trovato uno sponsor da stampare sulla maglia. E non si tratta solo di club minori visto che la situazione sta coinvolgendo anche Valencia e Villareal, che disputeranno la Champions League oltre ad Atletico Madrid e Siviglia ai nastri di partenza dell’Europa League. Dietro a Barcellona e Real Madrid, insomma, c’è il vuoto. Le due superpotenze da sole raccolgono l’80% dei fatturati pubblicitari degli sponsor di maglia spagnoli (30 milioni il Barcellona e 25 più bonus il Real Madrid). Agli altri restano le briciole e per qualcuno nemmeno quelle se è vero che i dirigenti dei quattro club impegnati nelle coppe hanno deciso che non venderanno le loro maglie per meno di 3 milioni di euro.

In Italia? La situazione è migliore ma qualche segnale di preoccupazione c’è. Ad oggi solo tre società non hanno il main sponsor: Bologna, Genoa e Lazio. Per le altre non ci sono problemi e recenti inchieste hanno dimostrato come, malgrado tutto, la nostra Serie A regga. Le sponsorizzazioni garantiscono da sole circa un sesto del fatturato e come introiti siamo alle spalle solo di Premier League e Bundesliga in un mercato che, ancora nella scorsa stagione, valeva complessivamente 470 milioni di euro ed era in costante crescita. A preoccupare è semmai la crisi che sta investendo le banche che in Italia rappresentano il 40% delle sponsorizzazioni totali. Sulle maglie della serie A nella prossima stagione compariranno i marchi di Banca Popolare di Verona (Chievo), Bancapulia (Lecce), Banca Popolare di Novara (Novara) e Mps (Siena). Realtà legate soprattutto ai territori di riferimento senza l’impegno diretto dei colossi del credito come, invece, avviene all’estero e soprattutto in Inghilterra. Sono sponsor che in questa fase economica potrebbero anche decidere di ridurre i loro investimenti nel calcio. Non è accaduto l’anno scorso (112 milioni di euro nei sei campionati maggiori del continente contro i 75 della stagione precedente) ma la crisi sembrava un ricordo lontano. Discorso replicabile per il settore auto.

Tutti guardano al mondo delle scommesse che in un anno sono cresciute come investimenti nel calcio del 48%. La Francia ha liberalizzato la pubblicità nel 2010, la Germania sta cambiando la legge e da noi sono già presenti marchi di grande diffusione come BetClic (Juventus) ed Eurobet (Palermo). La ricetta? Serve grande fantasia. Una strada l’ha tracciata il Manchester United con la sponsorizzazione da 46 milioni di euro della DHL sulle maglie d’allenamento. Non tutti hanno la stessa forza, ma senza colpi di genio il calcio europeo può dover essere costretto a rinunciare a una fetta importante dei suoi introiti.

Giovanni Capuano

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