mercoledì 25 maggio 2011

Il codice etico di SuperMario



Diario tipo dell’ultima settimana di SuperMario Balotelli, impegnato a festeggiare il ritorno in Nazionale nell’amichevole contro l’Estonia dopo l’esclusione a marzo dovuta all’applicazione del Codice Etico e le successive scuse con richiesta di aiuto.
Domenica sera diserta la parata del Manchester City per la conquista della FA Cup e della qualificazione in Champions e dà buca (o tira il pacco) al party con i tifosi organizzato dalla stessa società che – raccontano le cronache – se la prende di brutto e minaccia multe.
Lunedì si presenta a sorpresa in Lega Calcio al seguito del fidato Raiola. Prende a sportellate un paio di giornalisti e, non contento, lancia un gavettone quasi fosse all’ultimo giorno di scuola e non in mezzo a professionisti che lavorano.
Alla sera va in un locale e si fa prendere a ceffoni da due clienti a causa, scrivono i tabloid ma non solo, di sguardi un po’ troppo insistenti verso una ragazza. Come corollario si scopre che lui, SuperMario, è anche un cattivo cliente del locale: consuma poco e ogni tanto dimentica di pagare il conto. In compenso è un vero asso del volante (come del resto i ‘ghisa’ di Manchester hanno già avuto modo di certificare) e per seminare i giornalisti e paparazzi usa “... la solita tattica: bruciare i semafori rossi...” (dalla Gazzetta dello Sport del 25 maggio). Ora, Prandelli di mestiere non fa il vigile ma il c.t. e forse il suo codice etico non può allargarsi a dismisura tanto da coprire anche comportamenti semplicemente maleducati fuori dal campo. Ma se il messaggio era che la Nazionale bisogna meritarsela e i giocatori devono essere esempi per i giovani (o almeno non cattivi maestri), siamo sicuri che il codice etico di Balotelli corrisponda in pieno a quello varato da Prandelli? O contro l’Estonia non potevano bastarci Matri, Pazzini e Rossi lasciando SuperMario al suo personalissimo slalom tra risse, multe e giornalisti?

Giovanni Capuano



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