lunedì 30 maggio 2011

E dopo il Tripletino adesso Moratti lasci partire Eto'o...



Sul prato dell’Olimpico, a differenza di quanto accaduto un anno prima a Madrid, si sono affrettati tutti a dire che nessuno immagina un futuro lontano dall’Inter: Eto’o, Snejider, Milito. Sembra passato un secolo dal “... vedremo, ho molte offerte...” con cui El Principe macchiò la sua notte magica al Bernabeu salvo poi monetizzare nelle settimane successive. In quella distanza c’è, invece, la fotografia esatta del lavoro durissimo che attende ora gli uomini di mercato di Moratti. Un anno fa gli interisti li volevano tutti. Il club decise di vendere solo Balotelli, di ritirare dal mercato Maicon una volta chiaro che non avrebbe strappato dal Real Madrid quanto voluto, e di confermare tutti gli altri. Questa stagione si è incaricata di dimostrare che quella decisione, per quanto umanamente comprensibile, fu un errore. Il campionato lasciato al Milan e la precoce eliminazione dalla Champions non sono solo figlie della scelta (errata) di affidare a Benitez il dopo Mourinho. Bisogna avere la lucidità di dire che oggi l’Inter non è più la squadra più forte d’Italia. La rosa è corta e qualitativamente da migliorare. Molti giocatori sono logori. Le 155 giornate saltate complessivamente per infortuni lo dimostrano. Benitez si era fermato a quota 32 guai muscolari in cinque mesi. Dopo di lui non è andata meglio: Cambiasso, Styankovic, Milito, Lucio, Ranocchia, Thiago Motta, Sneijder e Cordoba hanno continuato a farsi male anche con Leonardo e l’immensa fatica della finale dell’Olimpico contro il Palermo racconta molto dello stato fisico di una squadra che ha nel dna la fame per altri successi ma ha anche disperato bisogno di forze fresche. A un anno di distanza da Madrid, però, sono pochi gli uomini che hanno mercato. Inutile illudersi di poter lasciar partire a condizioni vantaggiose Milito. Maicon si è svalutato. Forse può andar via Thiago Motta. Ecco, allora, che diversamente da quanto fatto un anno fa Moratti deve questa volta fare una scelta coraggiosa. Se davvero qualcuno è disposto a svenarsi per Eto’o lo ceda. Il camerunense è stato l’anima della stagione interista, ma ne è anche la certificazione che il resto non ha funzionato: 37 gol in 53 partite a 30 anni compiuti sono la conferma di un talento eccezionale più che la promessa di un futuro (anche prossimo) di altissimo livello. Julio Cesar ha giocato 39 delle 58 partite stagionali; se davvero l’Inter crede in Viviano lo lasci partire. Lo stesso numero di Sneijder con l’attenuante di una stanchezza impossibile da smaltire dopo un’annata chiusa solo con la finale mondiale in Sudafrica. Qual è il prezzo giusto per cedere almeno due di questi big? I soldi sufficienti a portare a Milano tre giovani di qualità: un laterale difensivo (serve un fuoriclasse a qualsiasi prezzo perché di mezze figure ce ne sono sin troppe), un centrocampista e un attaccante. Se è vero che in Europa per almeno un altro paio di stagioni sarà difficile competere con la dittatura del Barcellona e del Real, è arrivato il momento di aprire un nuovo ciclo chiarendosi le idee se Leonardo sia l’uomo giusto per farlo o si debba guardare altrove. Il numero di telefono di Villas Boas Moratti lo conosce.

Giovanni Capuano

Nessun commento:

Posta un commento