giovedì 26 gennaio 2012

Mou contro Pep: lo strano derby del cuore di Moratti



L’apertura di Tronchetti Provera a un ritorno di Josè Mourinho sulla panchina dell’Inter ha avuto l’effetto di un tuffo al cuore per il mondo nerazzurro legatissimo allo Special One tanto da sognarne un nuovo sbarco ad Appiano Gentile a prenscindere dalla reale fattibilità dell’operazione. Sì, perché se mai Moratti dovesse prendere in considerazione il portoghese dovrebbe mettere in cantiere un investimento-monstre da 80 milioni di euro tra ingaggio (almeno 10 milioni di euro netti per tre anni) e penale da pagare al Real Madrid (20 milioni di euro). Cifre lontane dalle politiche di bilancio attuali dell’Inter e che sarebbero giustificate solo dalla volontà di aprire un nuovo ciclo vincente, anche se con Perez esiste un conto ancora aperto per la seconda tranche dei 16 milioni di euro che nel maggio 2010 il Real si impegnò a versare per ‘liberare’ proprio Mou dal suo contratto.

“Un ritorno di Mourinho? Per ogni interista Mourinho è legato a tante emozioni, quindi perché no in futuro” sono state le parole di Tronchetti Provera da Abu Dhabi. Parole pronunciate nel momento di massima difficoltà del tecnico portoghese, poche ore prima della gara di ritorno con il Barcellona che - a differenza di quanto potrebbe lasciar intendere il risultato - non ha migliorato i rapporti tra Josè e il mondo-Madrid ma, al contrario, ha provocato una nuova frattura.


A pochi è sfuggita, infatti, la frase con cui Mou ha voluto scaricare sui suoi giocatori il peso psicologico della lunga serie di sconfitte contro Messi e compagni: “Nello spogliatoio ho sentito dire che vincere qui è impossibile” ha risposto tra un monosillabo e l’altro a chi gli chiedeva se finalmente ha trovato la formula giusta per mettere in difficoltà Guardiola. Velenoso al limite della provocazione. E gli editorialisti vicini alla Casa Real non lo hanno perdonato visto che ancora oggi imputano al suo atteggiamento difensivo il k.o. dell’andata e la successiva eliminazione. Insomma rottura totale con l’impressione che ci si trovi difronte ai titoli di coda.

In questo scenario le considerazioni del numero 2 dell’Inter hanno assunto il significato di un’attenzione che va al di là della semplice cortesia: “Mourinho è Mourinho, occupa un posto speciale nella storia dell’Inter, quel che è scritto resta. Ora comunque andiamo bene con Ranieri quindi questo è un tema che non è sul tavolo” ha spiegato Tronchetti Provera, consapevole del rischio di mettere su Ranieri la stessa pressione che ha schiacciato Rafa Benitez nell’autunno del 2010. Mou pesa ancora molto nello spogliatoio interista. Ha frequenti contatti con i senatori, si tiene informato via sms e recentemente ha sentito anche il presidente Moratti ufficialmente per parlare del futuro di Nurit Sahin, centrocampista poco utilizzato dal Real e che potrebbe rappresentare il dopo-Thiago Motta.


I numeri dicono che al momento non ci sarebbero ragioni per pensare a un futuro senza Ranieri. Eliminazione dalla Coppa Italia a parte, la rincorsa in campionato è frutto di un lavoro molto apprezzato dai vertici di Palazzo Saras. Però la scintilla non sembra scoccata. “Saggio e professionale” sono i termini che Moratti ha usato in queste settimane per definire il lavoro di Ranieri che ha un contratto fino al 30 giugno 2013 ma sa benissimo di essere legato ai risultati tanto da aver aperto per primo, una settimana fa, il tema della sua conferma: “Il futuro dell’Inter sono io”. Lo scenario più probabile dice che con la qualificazione diretta alla prossima Champions League (o evidentemente lo scudetto) e una buona figura da qui a maggio in Europa le sue chance crescerebbero.

Però non va perso di vista Pep Guardiola. Il rinnovo con il Barcellona tarda ad arrivare malgrado le certezze di Rosell che ancora ieri sera ha dato per scontata la firma: “Tranquilli, l’anno prossimo saremo ancora qui a parlare del rinnovo per il 2013″. Che l’architetto del Barcellona dei sogni sia nei piani di Moratti è noto da tempo. Un feeling reciproco mai nascosto nemmeno da Pep e da chi lo circonda e che coinvolge anche Roberto Baggio e porterebbe dritti a una profonda rivoluzione societaria e non solo tecnica. Anche l’opzione-Guardiola avrebbe costi ingenti con interventi immediati su una rosa che non sembra costruita per il gioco del catalano.


L’occasione potrebbe materializzarsi adesso e per gli interisti sarebbe come entrare in un paradosso: un derby del cuore tra il primo grande amore (Mourinho) e l’uomo del futuro (Guardiola). Scegliere il secondo - o anche solo pensarci con lo Special One libero sul mercato - significherebbe tradire il primo recidendo per sempre il cordone ombelicale che lega l’Inter alla leggenda del Triplete. In mezzo Ranieri e la sua rimonta: l’unica carta da giocare per restare il padrone di Appiano Gentile.

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