mercoledì 1 febbraio 2012

INCHIESTA - Il Fisco chiede l'Iva e i club si cautelano: dimezzate le comproprietà nel mercato di gennaio


di Giovanni Capuano

Sarà certamente un caso, però da quando l'Agenzia delle Entrate ha messo nel mirino il sistema delle comproprietà chiedendo alle società chiarimenti sul versamento di Iva e Irap legato alle plusvalenze degli scambi tra calciatori, l'utilizzo di questo strumento si è più che dimezzato. Nell'ultima sessione di mercato invernale appena chiusa la Lega Calcio ha registrato sotto la voce 'partecipazione' la miseria di 14 trasferimenti su un totale di 263: poco più del 5% per uno strumento che negli anni scorsi era stato scelto come escamotage per alleggerire i bilanci e - secondo alcune inchieste giudiziarie - in alcuni casi anche per creare plusvalenze fittizie ed alleggerire i conti in rosso.

A gennaio, invece, la comproprietà ha smesso di andare di moda. Un crollo vero e proprio considerato che solo in estate la percentuale era stata doppia: 50 'partecipazioni' su 487 contratti depositati con un'incidenza del 10,2% e in tutta la serie A se ne contano attualmente circa 200. 

I presidenti hanno spiegato con forza nei giorni scorsi di non avere nulla da temere dai controlli del fisco: secondo le norme calcistiche, infatti, le compartecipazioni sono operazioni di natura finanziaria sulle quali non si paga l'Iva. L'Agenzia delle Entrate ha chiesto ai club di chiarire, però, cosa succede in caso di plusvalenza al momento del riscatto: va o no pagata l'Iva? Per il fisco sì e proprio per questo il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, e i vertici del mondo del pallone hanno aperto un tavolo di confronto alla presenza dei rispettivi tecnici per arrivare a una definizione senza la necessità di contenziosi pericolosi e antipatici. Sullo sfondo alcuni avvisi di accertamento relativi agli anni scorsi con multe per decine di club. 

La materia, insomma, è all'ordine del giorno. Il mercato, però, ha dato una prima risposta e il risultato è che la formula preferita per i trasferimenti è stata quella del prestito (188 contratti su 263) e anche le cessioni definitive hanno superato le comproprietà (61 a 14). Solo un caso? Certamente sì, oltre che il risultato della crisi che ha reso questa sessione invernale particolarmente povera di contanti con i club costretti ad arrangiarsi pur di non appesantire ulteriormente bilanci già in sofferenza. 

Chi ha continuato ad utilizzare le comproprietà come in passato è stata l'Inter: Viviano con il Palermo per oltre 4 milioni di euro, Livaja e Pedrabissi (Cesena) e i giovani Yao, , Galimberti, Crisetig e Mella inseriti con il Parma nel giro che ha portato Jonathan in prestito agli emiliani e restituito ai nerazzurri la titolarità del cartellino di Obi. La formula della partecipazione è stata scelta anche da Juventus e Genoa per il promettente attaccante del Pescara Immobile e da Juventus e Bologna per il doppio scambio Sorensen-Taider. Il resto sono operazioni di contorno: il centrocampista Nicolas Viola (a metà tra Reggina e Palermo), Marchi (Bologna e Piacenza) e Speziale (Milan e Lecce). 

Poi c'è il caso di Borini: era alla Roma in prestito dal Parma e le due società hanno rescisso il contratto temporaneo aprendone contestualmente uno di compartecipazione a 4,6 milioni di euro pagabili in due anni. "In ogni caso tutti siamo d'accordo che non c'è danno erariale perché, trattandosi di società, l'Iva che si versa poi si recupera e il saldo è zero" ha spiegato nei giorni scorsi il presidente della Lega Beretta. In attesa di capire, però, i club hanno scelto di muoversi diversamente.

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