venerdì 10 febbraio 2012

Dalla ‘guerra del Bernabeu’ alle liti tra Milan e Juve: grandi d’Europa a nervi scoperti



La guerra di nervi e dispetti tra grandi non è solo una prerogativa di Milan e Juventus e non sono solo i nostri giornali ad avere le prime pagine occupate da accuse, polemiche, insulti e colpi bassi. Sta accadendo qualcosa di molto simile in Spagna dove il ‘clasico‘ tra Real Madrid e Barcellona si è trasferito momentaneamente nelle stanze della federazione. Oggetto del contendere: la sede della finale della Copa del Rey che vedrà impegnate Barcellona e Athletic Bilbao. I catalani stanno spingendo perché si giochi nella capitale, al Santiago Bernabeu, proprio in casa degli storici nemici eliminati in semifinale tra una montagna di polemiche e recriminazioni.

Lo chiederanno ufficialmente lunedì prossimo quando si siederanno insieme ai dirigenti dell’Athletic Bilbao per programmare l’appuntamento. Una scelta motivata dalla necessità di trovare uno stadio sufficientemente grande per ospitare l’avvenimento ed equidistante dalle due città. A nessuno è sfuggita, però, la provocazione dei vertici catalani che pagherebbero di tasca loro per portare a Madrid qualche decina di migliaia di tifosi culè per alzare il trofeo in casa di Mourinho.

E - particolare da non trascurare - far incontrare nella capitale spagnola i club che rappresentano Catalogna e Paesi Baschi, due regioni con forti spinte indipendentistiche che spesso si sono mischiate con la storia stessa delle società calcistiche che le rappresentano. Uno scenario che non piace per nulla a Florentino Perez che ha dato il via a una guerra sotterranea perché non si verifichi. Può riuscirci? A Madrid ricordano la finale del 2004 tra il Real e il Saragozza che doveva essere disputata al Camp Nou e finì altrove.
In attesa di conoscere il risultato della ‘guerra del Bernabeu’ vale però sottolineare come la stampa spagnola si sia divisa tra le due fazioni esattamente come quella italiana sta facendo intorno alla battaglia tra Milan e Juventus. Un crescendo di dispetti e polemiche che ha sepolto definitivamente “gli ottimi rapporti” tra i due club di cui - non più tardi di una settimana fa - parlava ancora Galliani riferendosi alla Juventus. Storie di mercato (l’inserimento di Marotta nella trattativa tra Tevez e il Milan), di rigori dati e non dati, di preteso stile (le battute di Allegri non sono state gradite a Torino), di arbitri internazionali pretesi e cancellazioni di scomode notturne chieste e ottenute.

Un crescendo che rischia di avvelenare i pozzi da qui al 25 febbraio quando a San Siro le due superpotenze si ritroveranno faccia a faccia per 90 minuti decisivi nella corsa allo scudetto. Tutto come nel 2005 - ultimo anno della grande rivalità prima di Calciopoli -, quando una squalifica, dell’allora bianconero Ibrahimovic, aveva incendiato la lunga vigilia del match-scudetto dell’8 maggio poi deciso da Trezeguet. L’ascolto delle intercettazioni aveva poi svelato un sottobosco di proteste e pressioni: guardalinee con la bandiera abbassata, sospetti e liti che stavano dividendo per sempre le due potenze fino ad allora strette alleate dal punto di vista commerciale.

Ora la storia si ripete al netto (si spera) delle chiamate clandestine. L’ultima polemicuccia tra Galliani, Ambrosini e Chiellini può essere catalogata come uno screzio e nulla più. “Chellini non mi è piaciuto. Quando finisce una partita dovrebbe finire tutto, così invece è come dire ‘Signora maestra, ha visto che mi ha dato una sberla…’ che poi sberla non è stata” ha detto Galliani; versione appena più gentile dello “spione” rifilato da Ambrosini al collega e della definizione di “infantile” firmata da Amelia. A Torino hanno incassato senza ribattere ma pure senza gradire. Replicheranno. E intanto venerdì 17 febbraio ci sarà il giudizio d’appello per la squalifica di tre giornate di Ibra dopo lo schiaffo ad Aronica. Scommettiamo che non sarà una settimana alla camomilla?

2 commenti:

  1. Quanto scommettiamo che gli scontano una giornata?

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    1. beh, certo che quel chiellini lì è proprio un infame. denunciando la ricaduta di ibra dopo pochi giorni ha messo in seria difficoltà tutto l'establishment. adesso come faranno i mediaservi a non fornire il filmato, e il giudice sportivo a non richiederlo, onde non correre il rischio di fare lo sconto ad un recidivo? niente paura, stiamo in itaglia, diretto competitor, quanto a informazione, di botswana e burkina-faso, con grandissime facce di bronzo che operano alacremente su tutta la filiera del calcio. intanto il principale problema è chiellini che fa la spia, poi chi vivrà vedrà (il grosso schifo). forse è il caso di riaggiornare il tariffario della vergogna.

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