venerdì 30 marzo 2012

L'inflazione a doppia cifra di San Siro


di Giovanni Capuano

Non sarebbe male se l'Uefa mettesse fine alla guerra dei prezzi sui biglietti delle partite delle coppe europee che sta attraversando come un virus gli stadi di tutto il continente. Sarebbe prima di tutto una questione di rispetto verso i tifosi perchè è davvero inaccettabile la mancanza di reciprocità tra club per la quale chi affronta una trasferta per vedere il Barca a San Siro arriva a pagare un terzo di quello che costa il tagliando per chi da Milano muove verso la Catalogna.

Possibile? Accade e più frequentemente di quanto si pensi. A Milano i circa 5mila tagliandi messi a disposizione dei tifosi blaugrana al terzo anello verde costavano 30 euro. Al Camp Nou un posto nel settore più lontano dal terreno di gioco in cui anche solo riconoscere i giocatori è uno sforzo notevole varrà il triplo: 89 euro

La questione con il club catalano si era già posta nel 2010 all'epoca della semifinale di Champions contro l'Inter di Mourinho. Allora il salto era stato dai 22 euro chiesti a San Siro ai 75 pretesi per un posto al Camp Nou. Proteste, polemiche ma nessun passo indietro anche perché - allora come oggi - alla fine la voglia di esserci è superiore a tutto e i tagliandi di platino vengono regolarmente bruciati nel giro di poche ore. 

Sta facendo il giro del mondo, però, l'immagine del curioso striscione di protesta esposto dai tifosi dello Schalke04 in occasione della gara d'andata dei quarti di Europa League contro l'Athletic Bilbao. "Entrada 90€ = 1€ por minuto? El futbol no es sexo telefonico" hanno scritto e srotolato in favore di telecamera riferendosi al costo che dovranno sostenere per accedere al San Mamès in occasione del ritorno. Geniale. 

Il calcio non è sesso al telefono e relative tariffe anche se seguire la propria squadra del cuore soprattutto quando conta sta diventando sempre più un esercizio da onanisti in un momento di recessione globale. Chiedere 80-90 euro per un settore popolare per di più in trasferta all'estero è immorale se quei soldi rappresentano per la maggior parte dei tifosi normali il budget di una settimana di vitto. Si può anche fare a meno di andare allo stadio, certo, ma l'impressione è che i dirigenti (non solo italiano) non riescano a non cadere nella tentazione di approfittare della gallina dalle uova d'oro subito senza cogliere il rischio della disaffezione futura. 

La Vestlin Arena era piena? Bene. Lo sarà anche il San Mamès? Meglio. Ma quanti rinunceranno e prima o poi si allontaneranno dalle tribune? E' ora che l'Uefa intervenga, se non per calmierare i prezzi almeno per garantire un minimo di reciprocità tra tifosi. Il rischio è che si finisca come in Chelsea-Napoli: 62 euro a 60 e tanti saluti al portafoglio. Però, almeno, non ci sarà la sgradevole impressione di essere al centro di una speculazione senza alcuna base. 

Ultima annotazione sulla celebrazione dell'incasso record di Milan-Barcellona: 4.689.225 euro senza nemmeno che fossero venduti tutti i biglietti avendo restituito i tifosi del Barca quasi tremila tagliandi causa sciopero degli aerei. Il precedente primato risaliva al 20 aprile 2010: 3.887.000 euro per la semifinale d'andata tra Mourinho e Guardiola. Al netto dell'inflazione un aumento secco di quasi il 20% tutto frutto dei prezzi degli ingressi. Davvero era il caso di festeggiare?

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