giovedì 15 marzo 2012

Conte ritrova Bergonzi, l'arbitro che l'ha fatto espellere a Bologna e che 'perse' la Juve dopo un rigore fasullo


di Giovanni Capuano

Il coraggio non deve mancare a Stefano Braschi che, nella settimana del dossier e del silenzio stampa sdegnato della Juventus, ha scelto di mandare a Firenze a dirigere una partita chiave nella corsa scudetto Mauro Bergonzi. Non è un arbitro qualunque. Internazonale e affidabile, certo. Però è anche il direttore di gara che da quarto uomo ha fatto espellere a Bologna Antonio Conte che protestava per il mancato rigore su De Ceglie.

Proteste, squalifica per un turno che ha tenuto Conte in tribuna a Genova e immancabile contorno di polemiche perché la Juventus ha ritenuto eccessive sia il provvedimento del Dall'Ara che quello del Giudice Sportivo. Marotta e Agnelli si sarebbero aspettati chiunque a Firenze ma non proprio Bergonzi che con il bianconero ha un rapporto difficile con un precedente clamoroso che risale all'ottobre 2007. 

C'era lui a Napoli la sera in cui Zalayeta ingannò tutti prendendosi un rigore che non c'era e pagando con due giornate di squalifica per simulazione. A Bergonzi andò peggio. Il designatore era Collina e il suo esilio dalla Juventus fu interrotto solo 1056 giorni più tardi in una trasferta a Udine di inizio stagione

Da allora Bergonzi e la Juventus sono tornati a frequentarsi con normale cadenza e l'episodio è finito nel dimenticatoio. In questo campionato, ad esempio, è già accaduto due volte: contro il Palermo a Torino (12° giornata e vittoria larga per 3-0) e a Lecce subito dopo le vacanze di Natale. Questa partita fa parte in realtà del dossier allargato dei torti che il club bianconero ritiene di aver subito a causa di un'entrata da rigore di Oddo su Vucinic non rilevata ed ininfulente sul risultato grazie al gol di Matri nel finale. 

Impossibile definirla una designazione di riguardo malgrado il ruolino stagionale di Bergonzi sia di tutto rilievo: 14 partite arbitrate compresi il derby di Roma al ritorno, Napoli-Inter 1-0 e la vittoria-svolta del Milan a Udine. Gare senza pecche che gli sono valse la promozione a un difficilissimo Fiorentina-Juventus. Braschi punta evidentemente sul carattere del genovese sperando riesca a isolarsi da polemiche e tentativi di condizionamento. 

Dalla sua ha anche la statistica: 11 precedenti, 7 vittorie 3 pareggi e una sola sconfitta con la Juve anche se in 1000 minuti le ha fischiato un solo rigore a favore e 4 contro. Rimane il fresco ricordo dell'espulsione 'chiamata' a Bologna. Secondo quanto raccontato dai presenti Conte fu fatto allontanare da Bergonzi per essersi agitato dopo il rigore non concesso a De Ceglie ("Non si può, non si può"). Nessun insulto né verso l'arbitro nè nei confronti dei suoi collaboratori. Bergonzi avrebbe spiegato al vice di Conte che il tecnico era stato "troppo plateale" e che era già stato avvisato alla fine del primo tempo: "Ancora una e la faccio cacciare". Chi aveva ragione? A Firenze avranno modo di chiarirsi.

1 commento:

  1. più che di coraggio trattasi di faccia tosta, ma quando scappa scappa....zio fester deve dormire sonni tranquilli, sennò gli aumenta il battito cardiaco.

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