martedì 25 ottobre 2011

Il ritorno di Carmine Russo, l'arbitro comunista che fece infuriare Galliani e Berlusconi


L'esilio è durato 13 mesi e mezzo, 409 giorni dalla notte di Cesena in cui Carmine Russo, arbitro di Avellino con alle spalle una carriera non eccelsa in serie A e davanti la speranza di diventare internazionale, fece infuriare Adriano Galliani assecondando le sbandierate dei suoi assistenti e cancellando due reti (forse) regolari al primo Milan di Ibrahimovic battuto dalla neopromossa e confinato a metà classifica. Era l'11 settembre 2010 e l'amministratore delegato rossonero la prese così male da essere pescato dai giornalisti ad inveire in tribunale contro il designatore Braschi reo di aver vanificato "l'investimento di tanti soldi". Una scenata davanti a decine di testimoni che raccontarono di toni concitati e molto diretti da parte di Galliani e di un Braschi in difficoltà costretto a battere in ritirata. Era solo la seconda giornata e fu chiaro a tutti che la temperatura intorno agli arbitri era già oltre i livelli di guardia.

Domani sera Carmine Russo, classe 1976, libero professionista, torna ad arbitrare il Milan. Ci ha messo 409 giorni da quella sera nella quale, in realtà, non era nemmeno stato il principale colpevole avendo semplicemente avallato le decisioni dei suoi assistenti. Ricusato? Ufficialmente no, perché come Braschi ha avuto modo di ricordare a Moratti dopo lo sfogo anti-Rocchi di qualche settimana fa, le ricusazioni sono roba da prima repubblica del calcio e oggi non esistono più. Però la strada per tornare ad arbitrare il club più titolato del mondo è stata lunga e lastricata di difficoltà. Quei gol annullati a Pato gli costarono anche l'etichetta di 'arbitro comunista', affibiatagli da Berlusconi nel solito a margine degli incontri politici, e un piccato comunicato del Milan sul sito ufficiale con precisazioni sull'applicazione della regola del fuorigioco. Galliani e il designatore non si chiarirono mai, anzi. Il primo spiegò che non vedeva “alcun motivo” per scusarsi avendo “parlato ad alta voce in un luogo pubblico senza necessariamente avercela con Braschi”.

Russo combinò un altro mezzo disastro due settimane più tardi in Brescia-Roma facendo infuriare anche la Sensi e poi uscì dalla rotta delle big. Lui che nella stagione precedente aveva arbitrato due volte Inter, Milan e Juventus e una volta la Roma, accumulò altri 18 gettoni in serie A senza però rivedere le grandi con l'unica eccezione di un Bari-Roma di fine stagione. Quella di San Siro sarà la sua quarta presenza in questo campionato. Viene da Bologna-Lecce, Chievo-Genoa e Cesena-Fiorentina dirette bene e senza errori. Milan-Parma è la sua occasione per tornare nel giro che conta, ma se dovesse sbagliare ancora – per favore – Braschi gli eviti un altro giro nei bassifondi e ci tolga il dubbio che anche nella seconda Repubblica del calcio italiano danneggiare una grande costi all'arbitro di turno un lungo e doloroso esilio.

Giovanni Capuano

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