giovedì 20 ottobre 2011

Il laser di Napoli e la lattina di Boninsegna: quarant'anni dopo i tedeschi non dimenticano



Raccontano i tedeschi – indignati – che sia sempre la solita storia, il solito lavoro sporco degli italiani che non sanno perdere e non hanno smesso di ricorrere a trucchi e sotterfugi pur di cavarsela. Raccontano che il laser puntato sugli occhi di Gomez un istante prima della battuta del rigore, poi parato da De Sanctis, nella notte dei lunghi coltelli del San Paolo sia la conferma che noi ‘mafia, pizza e mandolino’ non perdiamo le nostre cattive abitudini. Una polemica che trova poco spazio in Italia, dove ai laser dalle curve siamo ormai abituati (e non siamo nemmeno i soli), ma che in Germania viene cavalcata dai maggiori tabloid sempre pronti ad alimentare i peggiori istinti anti-italiani dei tedeschi.

Ed è curioso che la nuova crociata trovi spazio in un giorno che segna il quarantesimo anniversario di un evento che segnò la storia del calcio europeo e che noi italiani abbiamo rimosso mentre per loro resta una ferita aperta. Sono passati, infatti, quarant’anni esatti dalla ‘partita della lattina’, la sfida tra Borussia Moenchengladbach e Inter finita sul campo 7-1 per gli indiavolati tedeschi ma decisa a tavolino  dalla lattina che colpì e costrinse al ritiro Roberto Boninsegna. Un episodio che i media tedeschi ancora oggi definisco ‘die skandal’, lo scandalo, per nulla propensi a sotterrare l’ascia di guerra brandita nelle frenetiche settimane che seguirono la notte di Gladbach del 20 ottobre 1971. Furono i giorni in cui Peppino Prisco con una geniale intuizione costrinse l’Uefa ad applicare per la prima volta il concetto di responsabilità oggettiva ordinando la ripetizione della partita. E furono i giorni in cui i tedeschi lanciarono roventi accuse agli italiani, sospettati di aver influenzato il giudizio degli organi disciplinari perché avevano gli uomini giusti ai posti giusti.

Oggi, quarant’anni dopo, la ‘partita della lattina’ trova ancora spazio sui quotidiani di Germania proprio a fianco delle polemiche per il laser del San Paolo. Oggi come allora veniamo accusati di essere sempre i soliti e fa niente se nel frattempo il sentimento anti-italiano si sia spostato su altri e più importanti fronti e ricordare la lattina di Boninsegna non sia che un modo come un altro per continuare a sostenere che di noi non ci si può fidare. La novità è che i dirigenti del Borussia hanno deciso che è arrivato il momento di tornare in possesso della famosa lattina dello scandalo che viene conservata nel museo dello stadio del club olandese del Vitesse Arnhem cui fu donata dall’arbitro (olandese) di quella sera dopo venticinque anni di riposo in un ripostiglio polveroso. Quelli del Vitesse non ci pensano nemmeno a restituirla essendo il pezzo pregiato della loro collezione. Difficile prevedere l’esito del confronto. Più semplice scommettere che tra altri quarant’anni si parlerà ancora della lattina e di quella notte uscita presto dalle pagine della cronaca per finire dritta in quelle della storia.

Giovanni Capuano

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