lunedì 19 settembre 2011

Il passivo da record della Juve che pagheranno i piccoli azionisti e il Real spendaccione in linea con il Fair Play Finanziario


La cattiva notizia per gli azionisti della Juventus è nascosta a pagina 6 del comunicato con cui la società di Torino ha annunciato di aver chiuso il bilancio 2011 con un rosso record da 95,4 milioni di euro e di aver deciso di azzerare riserve e capitale sociale per ripianare le perdite e varare un aumento di capitale da 120 milioni per dotare il club di nuovi fondi. Nel capitolo dedicato all’aumento di capitale, infatti, il comunicato precisa che “all’esito dell’operazione le azioni che oggi costituiscono il capitale sociale di Juventus saranno annullate” e che, di conseguenza, “solo i sottoscrittori delle nuove azioni risulteranno azionisti Juventus”. Dunque per i circa 40mila piccoli azionisti del club torinese la scelta si preannuncia dolorosa: mettere mano al portafoglio oppure rassegnarsi a veder azzerato il proprio investimento. Nulla di anormale o illecito. Si tratta solo di una delle conseguenze di una chiusura di bilancio così negativo da consentire alla Juventus l’adesione a quanto previsto dall’articolo 2447 del Codice Civile.
Per chi sottoscrisse la discesa in Borsa della Juventus nel 2001 pagando 3 euro e 70 centesimi ad azione si tratterà di un vero e proprio bagno di sangue. Ma anche chi avesse deciso di puntare sulla società torinese in questi dieci anni non se la passa meglio e non solo perché oggi le azioni si sono svalutate di oltre il 70% e valgono meno di un euro ciascuna sul modello di quanto accaduto anche per Lazio e Roma, le altre due società calcistiche italiane quotate in Borsa. A pagare la cattiva gestione post Calciopoli potrebbero essere, insomma, semplici tifosi e piccoli investitori che si erano fidati della Juventus. I tecnicismi di Borsa dicono che probabilmente una parte di loro sottoscriverà l’aumento di capitale garantendo il successo all’operazione finanziaria, ma non spiegano che farlo in tempo di crisi e di bilanci familiari sempre più ristretti e senza la prospettiva di un qualsiasi ritorno economico considerato l’andamento storico delle ‘azioni calcistiche’ rappresenterà un vero atto d’amore pagato, ancora una volta, a caro prezzo.
Il bilancio chiuso al 30 giugno 2011 lancia, però, anche altri campanelli d’allarme a partire dal crollo dei ricavi precipitati da 219 a 172 milioni di euro a causa in particolare del calo dei proventi da diritti televisivi (-43 milioni di euro) e da minusvalenze pesanti per 16 milioni di euro che altro non sono che la certificazione degli errori di mercato della dirigenza. Nelle stesse ore il Real Madrid ha chiuso il bilancio dichiarando ricavi record a quota 480 milioni di euro (all’inizio del millennio erano fermi a 118) e, soprattutto, ha annunciato di aver abbattuto il debito di un terzo. Era l’esercizio economico 2010-2011, quello dell’ingaggio di Mourinho e della rifondazione che ha portato a Madrid i talenti Ozil, Di Maria, Khedira. Negli stessi mesi il Barcellona stellare (e in rosso) ha ridotto l’indebitamento di una trentina di milioni di euro continuando a spendere come se nulla fosse. Di questo passo alla Juventus e a maggior ragione alle altre italiane non basterà lo stadio di proprietà per cancellare gli effetti di un Fair Play Finanziario che sembra costruito apposta per toglierci dall’Europa che conta.
Giovanni Capuano

1 commento:

  1. sbaglio, o questa cosa la leggo qui per la prima volta? ma i "grandi" quotidiani che fanno?

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