mercoledì 7 settembre 2011

I record di Prandelli nati con gli scarti di Lippi. L'(ex) ct ora si scusi per la figuraccia in Sudafrica


La qualificazione anticipata agli Europei è la conferma che il calcio italiano conserva un minimo di competitività ad alto livello anche in un periodo di difficoltà che sembrano condannarlo a una lenta ma inesorabile retrocessione. Senza volerli caricare di inutile enfasi, i numeri da record della nazionale di Prandelli nel girone che ci proietta in Polonia ed Ucraina sono la fotografia esatta di cosa siamo oggi: una squadra solida, senza fuoriclasse ma nemmeno senza punti deboli che ci costringano ad abbassare la testa davanti ad avversari di secondo livello. A patto di non cadere nell'errore di considerarci favoriti in un Europeo in cui Spagna, Germania e Olanda restano oggettivamente più forti di noi, rappresenta un ottimo punto di partenza per costruire in serenità l'appuntamento che dovrà cancellare le vergogne sudafricane di un anno fa.

I risultati di Prandelli, che aveva ereditato una nazionale allo sfascio e un gruppo senza più alcuna autostima, dimostrano però anche che per restare competitivi è sufficiente limitarsi a fare le scelte più logiche senza arroccarsi in inutili personalismi. Negli ultimi quattordici mesi nel panorama del calcio italiano non è successo nulla di sconvolgente. Non è apparso sulla scena un nuovo Messi e nemmeno è esploso qualche talento sin qui inespresso. Se andiamo agli Europei con due turni d'anticipo è fondamentalmente grazie agli scarti di Lippi, giocatori che un anno fa il ct aveva scelto di lasciare a casa e che oggi rappresentano la spina dorsale del gruppo di Prandelli.

Nei ventitre del Sudafrica non c'erano Cassani, Ranocchia, Balzaretti, Aquilani, Thiago Motta, Cassano, Rossi e Balotelli. In compenso Lippi si era portato Cannavaro, Gattuso, Iaquinta, Pepe e Zambrotta e aveva regalato solo briciole a Pazzini (74 minuti), Maggio (89) e Quagliarella (79). Tolti Ranocchia e Aquilani, il primo infortunato e il secondo reduce da una stagione disastrosa, nessuno dei 'nuovi' di Prandelli era indisponibile un anno fa. Anzi. Il ct si era affidato al blocco della Juventus (settima in serie A e addirittura quartultima nel girone di ritorno con 22 punti) e aveva ignorato l'Inter del Triplete con la risibile spiegazione che ad Appiano Gentile non c'erano italiani. Aveva inseguito l'oriundo Amauri scartando senza nemmeno provarlo Thiago Motta, reduce dalla miglior annata della sua carriera. Aveva bocciato Balotelli (40 presente e 11 gol in quella stagione) come immaturo e mai convocato. Aveva escluso o marginalizzato la migliore coppia gol della stagione (Pazzini-Cassano, 29 gol in due con la Samp), considerato Rossi (17 gol tra Liga ed Europa League) meno utile di Quagliarella, tenuto a casa Balzaretti e Cassani, motori del Palermo classificatosi quinto alle spalle delle grandi. Di fronte alle critiche aveva argomentato che “non era rimasto in Italia nessuno che potesse essere più utile dei giocatori portati al Mondiale”. I fatti si sono incaricati di smentirlo.

L'Italia non era quella eliminata in Sudafrica da Paraguay e Slovacchia e precipitata al 16° posto del ranking Fifa. A Prandelli è bastato mettere in fila scelte logiche per certificarlo. La sua vittoria oggi è anche un atto d'accusa per il Lippi sudafricano che oggi si unisce al coro di complimenti per il suo successore. A un anno di distanza sarebbero più gradite scuse e spiegazioni, quelle che l'ex ct si è sempre rifiutato di fornire nascondendosi dietro l'insindacabilità delle sue scelte. E non si parli di avversari abbordabili e girone troppo facile per fallire. In Sudafrica ci arenammo davanti a Paraguay (31° nel ranking), Slovacchia (34°) e Nuova Zelanda (78°). Per quale motivo Slovenia (23°), Serbia (29°) e Irlanda del Nord (59°) avrebbero dovuto rappresentare un ostacolo più basso da saltare?

Giovanni Capuano

4 commenti:

  1. non mi sembra che nessun selezionatore che abbia fallito l'obbiettivo si sia mai scusato. lippi, campione del mondo nonostante anche quelli come lei, dovrebbe farlo per il suo dna juve? ma ancora siete sazi?

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  2. molto più semplicemente, per il dna di arrogante e presuntuoso, che poi sia juventino è un accidente della sorte, imho

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  3. Condivido in toto, e sull'argomento ho scritto un pezzo sul mio blog, se avrai la bontà di dargli un'occhiata (http://notedazzurro.blogspot.com/2011/10/unitalia-quasi-europea.html). Continuo a considerare dilettantesco il modo in cui Lippi ha gestito il suo secondo mandato da CT: in Sudafrica non avremmo rivinto il Mondale, ma con convocazioni più oculate e anche con un miglior utilizzo degli uomini portati laggiù (penso all'ostracismo quasi totale decretato a gente come Maggio, Pazzini e Quagliarella) un po' di strada in più l'avremmo fatta sicuramente. Adesso, è vero, non siamo mostri, ma questo girone eliminatorio ha dimostrato che, pur in decadenza, abbiamo qualcosa di buono da dire, e che la scuola calcistica italiana ha radici veramente solide se, in un decennio dominato dagli stranieri e dalla trascuratezza dei vivai, è riuscita comunque a produrre qualche buon giocatore.

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