venerdì 15 luglio 2011

Calciopoli/5: dove porta il ricatto degli Agnelli



Sembra che nessuno stia valutando a fondo dove può portare la posizione della Juventus che, dopo averlo lasciato intendere nel giorno della presentazione delle nuove maglie (Agnelli disse: “Voglio rispetto verso la Juventus… Decidere di non decidere sarebbe la cosa peggiore. Aspettiamo la decisione del Consiglio federale, poi prenderemo le nostre decisioni”), ora è uscita allo scoperto. L’attacco del presidente bianconero è stato tanto prevedibile quanto durissimo. La minaccia di azioni legali e la tempistica annunciata (“… ogni azione legale sarà esperita se l’ordinamento sportivo dimostrerà di non essere in grado di garantire ai suoi membri pari dignità ed eguale trattamento…”) sono l’ultimo evidente tentativo di mettere pressione sul presidente Abete.
La Figc, però, ha le mani legate e, dunque, in nessun caso potrà dare soddisfazione alla Juventus. Non perché non voglia fare un dispetto a Moratti, anzi. Il solo fatto di essere arrivati fin qui e di aver autorizzato la redazione e pubblicazione di una relazione senza contraddittorio e inutile essendo evidente a tutti che era scattata la prescrizione dimostra come Abete sia stato più che comprensivo con la voglia di revisionismo degli Agnelli.
Ora, però, è arrivato il momento in cui non si può andare oltre perché fino a prova contraria esistono le regole e le regole dicono che lo scudetto del 2006 non si può revocare e nemmeno ‘sporcare’ con un atto ufficiale, né tantomeno l’Inter, Moratti e Facchetti possono essere deferiti. La minaccia degli Agnelli suona un po’ ricattatoria. Cosa dovrebbe fare Abete per compiacerlo? Cancellare in un colpo solo Statuto, Codice di giustizia sportiva e giurisprudenza precedente? Consegnargli in mano il carico pigliatutto da giocare sul tavolo di una causa civile? Giova ricordare a chi oggi lo definisce Ponzio Pilato che la famosa clausola compromissoria, che vincola società e tesserati a restare nell’ambito dell’ordinamento sportivo, è ancora prevista. E che accettare il ricatto della Juventus o stare silenti davanti a eventuali azioni per risarcimenti danni significa condannare a morte l’autonomia della giustizia sportiva.
In molti invitano Moratti al bel gesto, per altro unico perché nessuno lo chiede contemporaneamente, ad esempio, anche al Milan pesantemente ritirato in ballo, di rinunciare alla prescrizione. Chi si incarica di pregare il giovane Agnelli di astenersi dal distruggere il mondo del calcio in nome di una vendetta?
Forse con in mano un atto scritto di rinuncia a ogni rivalsa da parte juventina si potrebbe davvero pensare di mettere mano a tutti gli atti di Calciopoli, ascoltare tutte le telefonate, vagliare tutte le posizioni e poi, con lo spirito dello storico, scrivere un documento condiviso a futura memoria. Una sorta di commissione d’inchiesta al termine della quale (e senza la pistola puntata addosso del ricatto o dell’equazione Facchetti=Moggi) anche Moratti potrebbe prendere in considerazione il gesto di rimettere lo scudetto a disposizione del calcio italiano come atto di pacificazione a ricordo del periodo più oscuro della sua storia. Magari un giorno ci penseranno. Oggi rende di più definire ‘impotenza’ e ‘non decisione’ la scelta (obbligata) di Abete.
Giovanni Capuano

8 commenti:

  1. Se la figc è stata competente per dare lo scudetto all'inter perchè ora non è competente per toglierlo?
    Ai "saggi" l'uefa chiese una classifica, per sapere che squadre sarebbero andate in Europa. L'assegnazione del titolo non era necessaria, Guido Rossi decise di assegnarlo all'Inter, e lo fece con un semplice comunicato stampa: secondo lei fu tutto regolare?
    Crede veramente che un solo uomo (Moggi) comandasse il calcio in Italia?
    Crede che Moggi butterebbe centinaia di migliaia di euro in avvocati sapendo di essere colpevole?
    Il sistema era quello, tutti si comportavano allo stesso (vergognoso) modo.

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  2. Io ho detto esattamente il contrario. Ho scritto che sarebbe interessante scrivere una storia completa e condivisa di cosa fu Calciopoli e che si dovrebbe fare leggendo tutti gli atti e sentendo tutte le telefonate sapendo, però, che né il palmares né il processo sportivo può essere riscritto come - se ci segue - ha scritto lo stesso Palazzi (si legga il post del 4 luglio poi confermato dai fatti).
    Quanto all'assegnazione o meno dello scudetto 2006 la rimando al parere dei tre saggi. Nulla fu assegnato. Semplicemente la Figc commissariata del 2006 non ritenne di dover esercitare il potere discrezionale di 'non assegnazione' e quindi l'Inter si trovò automaticamente campione d'Italia. Se fosse stato diversamente forse oggi Abete avrebbe avuto margini di intervento. Invece è così.

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  3. Caro Alessandro, ascolti questa telefonata e poi mi dica se la ritiene "a rigor della sua logica" interpretabile come le telefonate di Facchetti.
    Se fossi stato Agnelli, prima di infangare l'Inter avrei attaccato il Milan.
    Lei dice che fosse impossibile che il solo Moggi comandasse il calcio in Italia, secondo me era in buona compagnia di Galliani (Presidente di Lega, tra l'altro).

    http://www.youtube.com/watch?v=ugUAQ9d4dXc&feature=related

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  4. Aggiungo una considerazione, la decisione di "non esercitare il potere discrezionale di non assegnazione" è figlia del fatto che il campionato in questione, 2005/6, fu regolare e la classifica finale fu Inter prima, Juve ultima.
    Lo scudetto all'Inter è "casuale", se l'Inter fosse arrivata quarta sarebbe andato alla terza.
    Tutto il resto è frutto di forzature, non è un titolo risarcitorio, non è un titolo "etico", è un titolo vinto sul campo, secondo le norme con cui si stilano le classifiche.
    Quest'anno la classifica, per esempio, della Lega pro è fortemente influenzata dalla giustizia sportiva, ma nessuno definirebbe la promozione del Verona "degli onesti" o "di cartone".
    Ma è, giuridicamente, un caso identico. Senza clamore.

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  5. Ben detto Amstaf, lo scudetto 2005/6 all'Inter non e' stato un premio come pensano gli juventini ma l'effetto dell'applicazione di una REGOLA.
    Per le stesse REGOLE e' impossible alla Federazione revocare quello scudetto.
    Le REGOLE non penso le abbia scritte Moratti qualche anno prima prevedendo tutta la storia.
    Se fossi Agnelli chiederei all'avvocato di Moggi di vendergli di seconda mano tutte le nuove intercettazioni in suo possesso e vedere se sempre secondo le REGOLE appaiono elementi gravemente anti-sportivi per almeno giustificare tutto questo accanimento contro l'Inter.
    Dovrebbero peró farci leggere qualche "sbobinata" un pó piú grave della telefonata Facchetti-Bergamo riguardo all'arbitro Bertini, notoriamente amico dei nerazzurri.
    La "madre di tutte le telefonate" e' stata giá sbugiardata dal perito del tribunale, tanto che ora la chiamano "la suocera di tutte le telefonate"
    La mia sensazione e' che in queste nuove intercettazioni ci siano si elementi molto compromettenti ma nei confronti del Milan e di qualche personaggio fino ad ora considerato "super partes".
    Vediamo ste carte, su!

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  6. bluefish67
    io credo che se si uscisse dall'emotività, tutti io per primo, si capirebbe che le cose accadono, anche casualmente.
    Senza la rivalità juve-Inter la questione scudetto 2006 si sarebbe chiusa, indipendentemente da nuove telefonate o meno.
    Ho le mie idee, ma credo nelle Regole anche quando non mi piacciono, e magari mi auguro vengano cambiate.
    Sarebbe, forse, ora di dire basta; lo scudetto 2006 è dell'Inter casualmente, nel senso che sarebbe potuta arrivare quarta e non terza; non esiste nessun disegno recondito, organizzato poi nel 2004/5?
    Anche noi interisti non eccediamo col fatto di avere ragione, non diamo a quello scudetto significati che non dovrebbe avere. O almeno, teniamoceli nel cuore.
    Non è "giustizia divina".
    E separiamo la "Storia" dal Diritto; se a noi spetta lo scudetto 2006 parimenti non solleviamo dubbi GIURIDICI su altri scudetti, di altre squadre.
    Ovviamente vale anche il contrario. Perché le Regole valgono sempre.

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  7. D'accordo con te meno che l'invito a separare la "Storia" dal "Diritto", detta cosí ha una gran valore "filosofico", e ti seguo.
    Purtroppo peró le beghe attuali sono assolutamente pratiche e basate sull interpretazione prima della "storia" e poi del applicazione del "diritto".
    In altre parole, fino a che gli interisti rispondono agli juventini in questo modo: "studiatevi le regole", mi pare che la "casualitá" degli eventi non possa essere intesa tanto serenamente dal popolo juventino.
    Citavo la posizione del Milan anche per cercare di rompere questa rivalitá tra Inter e Juve che ormai e' arrivata pericolosamente agli estremi.
    "Studiatevi le carte" o "purtroppo e' stata una casualitá" suonerebbero solo come una provocazione irricevibile.
    Ho sempre posto il dubbio, come interista, sulla assoluta estraneitá di Facchetti solo per quella telefonata a Bergamo. Ho riconosciuto che, se interpretata fuori dal contesto "storico", avrebbe potuto sembrare una richiesta gravemente illecita. Ed ecco dove la "Storia" dal mio punto di vista dovrebbe aiutare tutti a capire.
    Se poi ognuno continuerá a non contestualizzare i fatti e ad interpretare liberamente le telefonate allora assumeró anch'io l'atteggiamento snob di Moratti e risponderó solo nell'ambito di statuti e codici.

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  8. Premetto che, come tanti, non credo di avere tantissime informazioni inerenti alle intercettazioni telefoniche dei vari personaggi e quelle che ho ascoltato/letto, dal mio punto di vista, non mi sembravano così incriminanti (a parte alcune di Moggi un po' esplicite), tant'è che mi piacerebbe poter aver il quadro completo per capire meglio cosa scaturisce davvero questa polemica.

    L'Inter ha il dente avvelenato per parecchi fatti dubbi capitati in passato e che oramai dovrà tenersi così, in quanto nulla può essere cambiato oramai, ma, obbiettivamente, ha sempre avuto una comunicatività a livello mediatico piuttosto scarso che l'ha resa antipatica, sebbene potesse avere ragione in diversi casi. Il fatto che la somma dei tifosi antagonisti (Juventus e Milan tanto per citare quelli più numerosi ma potremmo tranquillamente aggiungerci anche la Roma ) è nettamente superiore ai suoi simpatizzanti, aiuta anche i media a dar ragione alla maggioranza pur di vendere copie o fare ascolti. E' anche "normale" purtroppo se vuoi "sopravvivere" e non chiudere.

    Va da sè che, per questi motivi, più altri da voi citati, quello che dovrebbe essere uno sport, è fatto passare come evento nazionale con schieramenti rigidi utili soltanto a creare polemiche e non stemperarle. Lo hanno capite anche Abete e Palazzi con quest'ultimo che pur di non ricadere nell'oblio dell'anonimato se la prende con i defunti.

    Alla fine dei conti però, qual'è il reale reato che è considerato? La mera telefonata ad un organo arbitrale (arbitro o designatore che sia) o l'effetto di questa telefonata (ossia il vantaggio portato da questa)?

    Nel primo caso, tutti sono colpevoli, perchè tutti hanno fatto almeno una telefonata, malgrado Moggi e Co (inclusi parecchi media) voglia far credere che solo l'Inter l'abbia fatto.
    Ma se osserviamo il secondo caso, vedo soltanto due squadre che han vinto tanto fino al 2005, con altre che han sempre arrancato malgrado avessero formazioni competitive.

    Sia ben chiaro che anche nel secondo caso, tutto quanto può essere casuale, in quanto spesso e volentieri le insegutrici si sono anche autodistrutte per la sfortuna di infortuni vari o dissapori interni.

    Concludo sempre più convinto che i primi a smettere di creare clamore su fatti neppure a loro certi, sono coloro che stanno vivendo di scandali, dal 2005 ad oggi, pur di fare notizia e ricevere attenzioni, mettendo così pressioni mediatiche sui vari giudici che spero non si facciano influenzare.

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