mercoledì 6 luglio 2011

Calciopoli/2: quanto è costata alla Juve la serie B? Tra i 300 e i 400 milioni di euro


“Abbiamo gli strumenti per muoverci anche fuori della giustizia sportiva, per ora aspettiamo”. Una frase messa lì non a caso e che passa in secondo piano nella prima uscita pubblica di Andrea Agnelli dopo la pubblicazione delle motivazioni di Palazzi. Una frase che, invece, toglie anche l’ultimo velo alla strategia della Juventus post-Calciopoli. L’obiettivo dichiarato è – al termine anche dell’iter processuale di Napoli – presentare il conto alla Figc. Quanto è costato alla società torinese Calciopoli? “Diverse centinaia di milioni di euro” si è lasciato scappare Agnelli. Ora, dunque, non è più d’attualità capire ‘se’ questo è l’obiettivo, ma ‘quanto’ valga la richiesta di risarcimento che prima o poi partirà in direzione Roma.

Prima dell’outing del numero uno juventino, in passato qualcuno ipotizzato la cifra di 200-250 milioni di euro come risarcimento possibile. Nel documento che nell'agosto 2006 accompagnava il ricorso al Tar della dirigenza juventina, che già allora lamentava “l'ingiustificata gravità delle sanzioni” accusava la giustizia sportiva di “mancata equità di trattamento”, qualche numero veniva fatto: 70 milioni di euro in caso di permanenza in serie A e 130 milioni di euro in caso di conferma della retrocessione in serie B. Il ricorso fu poi ritirato e la questione morta lì. Oggi torna d'attualità ma senza che i riesca a capire quale potrebbe esserne la consistenza. Un'indicazione su come si possa parametrare il calcolo l'ha data proprio il processo di Napoli dove le parti civili hanno fatto la lista della spesa inserendo tra le voci i mancati incassi botteghino, diritti tv, perdita di chance agonistiche, deprezzamento cartellini, danni patrimoniali e morali. L'Atalanta ha chiesto 68 milioni di euro, il Bologna 53, la Rai 10 e così via.

E la Juventus? Applicando gli stessi parametri la cifra che si potrebbe fare parte da una base non inferiore ai 120 milioni di euro. I ricavi della Juventus 2006 erano di 251 milioni di euro. Nei cinque anni predenti erano cresciuti complessivamente di oltre il 30%. Nei cinque anni successivi prima precipitarono (186 milioni di euro nella stagione della serie B) salvo poi risalire faticosamente fino a quota 240 nel 2009-2010. Il bilancio 2011 si chiuderà con una forte perdita già certificata dall'aumento di capitale deciso dalla famiglia Agnelli. Dunque, proiettandosi sui ricavi si parte da 120 milioni di euro cui aggiungere il deprezzamento patrimoniale (valore dei cartellini) e il danno di immagine. Proprio il calcolo del valore dei cartellini riserva, però, più di una sorpresa. Leggendo nel bilancio 2006 della Juventus si scopre, ad esempio, che solo le cessioni di Thuram (-3,5 milioni di euro) e Vieira (-8,6) portarono delle minusvalenze, mentre tutte le altre insieme generarono plusvalenze per 35,2 milioni di euro. Si potrebbe comunque stimare che la Juventus chiederebbe conto alla Figc degli addii frettolosi di Ibrahimovic e degli altri e che, comunque, il danno si potrebbe stimare in qualche decina di milioni di euro.

C'è, però, un altro parametro che potrebbe essere richiamato e che deve terrorizzare Abete. La quotazione in Borsa consente un costante monitoraggio del valore di una società e alla voce Juventus il calcolo è clamoroso. Nella primavera del 2006 al momento dello scoppiare dello scandalo il titolo bianconero (collocato a 3,70 euro per azione) valeva ancora intorno ai 2,50 euro. Moltiplicato per le oltre 201 milioni di azioni circolanti fa una quotazione della società superiore ai 500 milioni di euro. Oggi quel titolo vale intorno ai 90 centesimi di euro. Si è deprezzato del 64%, molto più di quanto ha fatto l'intera Piazza Affari in un quinquennio di crisi e, soprattutto, con una picchiata inarrestabile nei dodici mesi successivi a Calciopoli. Oggi la Juventus in Borsa 'vale' intorno ai 175 milioni di euro, 328 in meno rispetto al 2006. E' il parametro corretto? Impossibile dirlo. Va ad esempio considerato che nello stesso lasso di tempo gli altri due titoli calcistici quotati a Piazza Affari hanno fatto comunque registrare pesanti perdite (la Roma -33% e la Lazio -44%). Ma di certo se Agnelli arriverà a ragionare di risarcimento dei danni il conto per Figc potrà essere ragionevolmente collocato tra i 300 e i 400 milioni di euro. Una cifra monstre impossibile da coprire per la Federazione e il Coni.

Giovanni Capuano

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