domenica 12 giugno 2011

I successi di Siena, il fallimento del basket italiano e il conflitto di interessi di Pianigiani


Difficile trovare difetti alla Siena del basket che a un anno di distanza è stata capace di ripetere l’impresa di segnare cento punti in una finale scudetto e che vola indisturbata verso il quinto tricolore consecutivo. Una squadra perfetta. “La migliore squadra europea” si è spinto a definirla Dan Peterson. Certamente la migliore in Italia e una delle più belle mai viste nella storia del nostro basket anche se in assenza di avversari di alto livello. L’importante, però, è non spacciarla per una squadra italiana. La sua grandezza è la certificazione del fallimento del nostro movimento. Basta dare un’occhiata alle statistiche e provare ad applicare anche alla pallacanestro le valutazioni riservate alla presenza degli stranieri nel calcio italiano. In tutta la stagione di campionato (playoff compresi) i pochi ‘azzurri’ presenti nella rosa di Pianigiani hanno messo insieme finora 1835 minuti sul parquet su un totale giocato di 7600’ (il 24,1% con media comunque mai superiori ai 15 minuti a partita nella stagione regolare). In particolare i più utilizzati sono stati Aradori (706’) e Carraretto (661’) ma nessuno dei due è nella lista dei primi cinque per presenza in campo e dietro di loro c’è il vuoto. Attenzione, però, perché se il livello italiano consente a Pianigiani di dare passerella anche ai nostri, in Eurolega la presenza è marginale. Le cifre sono impietose. In tutto il torneo gli ‘azzurri’ hanno giocato 555 minuti su 1680 (il 12,6% e cioè la metà esatta dei numeri in campionato). E nella final four è andata ancora peggio: 28 minuti su 400 (il 7%) e nemmeno di qualità se è vero che tutti insieme gli italiani hanno tirato a canestro cinque volte sui 129 tentativi della Mens Sana (il 3,8%) e segnato 9 punti su 149 (il 6%). A voler essere buoni si potrebbe concludere che non appena il livello del gioco si alza ai nostri resta lo spazio solitamente destinato (a partita decisa) ai ragazzini delle giovanili che si affacciano alla prima squadra. Evidentemente questo valgono e non si tratta di discutere le scelte di Pianigiani che aveva inserito Aradori e Carraretto anche nella lista per il girone di qualificazione agli Europei lituani che avevamo ‘bucato’ salvo essere ripescati per l’allargamento del numero delle partecipanti. Gli Europei saranno la prima grande manifestazione cui partecipiamo dal 2007 dopo essere stati esclusi da Olimpiadi (2008), Mondiali (2010) ed Europei stessi (2009). Ci saranno i nostri yankee. Ma a Pianigiani coach Mens Sana e commissario tecnico è troppo chiedere l’anno prossimo di pensare anche al basket italiano e non solo alle fortune della sua Siena?
Giovanni Capuano

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