lunedì 26 marzo 2012
Il bivio di Del Piero e la tentazione di lasciare da campione
di Giovanni Capuano
Alex Del Piero non viveva da una vita una settimana così. Una settimana da Del Piero vecchia maniera, con Milan e Inter infilate in sequenza, applausi non di circostanza e la sensazione piacevole di essere tornato all'improvviso al centro della Juventus. Una mezza rivincita verso chi si ostina a considerarlo ormai finito anche se l'addio al mondo-Juve rimane in ogni caso l'ipotesi più probabile a fine stagione. I guizzi contro le milanesi gli sono valsi infatti solo una timida apertura da parte di Conte: "Il futuro? Ci sarà tempo per parlarne". Punto e basta con un pizzico di imbarazzo nel riaprire una ferita non ancora sanata in una notte che per la Juventus e i suoi tifosi ha significato la chiusura di un lungo cammino iniziato nell'estate del 2006.
Vale o no la pena tenersi Alex Del Piero un'altra stagione? Si può regalare la passerella dell'ultima Champions a chi non ti ha tradito nemmeno in serie B? Inutile aprire un referendum tra i tifosi della Juventus: il risultato sarebbe scontato. Le scelte della società e di Conte, invece, raccontano una realtà diversa.
Dopo l'addio anticipato da Agnelli all'assemblea dei soci ("Questa è la sua ultima stagione in bianconero" la frase pronunciata il 18 ottobre scorso) Alex ha fatto tapezzeria. Il bilancio stagionale è impietoso: 718 minuti in campo divisi in 20 partite. Una sola volta in campo dall'inizio alla fine in Coppa Italia (contro il Bologna) e mai in campionato dove si è davvero dovuto accontentare di coriandoli di gloria. E c'è un dato che deve far riflettere. Prima dell'exploit di marzo (4 presenze sulle 5 partite giocate dai bianconeri) Del Piero era reduce da un inizio di 2012 da prepensionato: 25 minuti contro il Cagliari e le gare di Coppa Italia contro Roma e andata col Milan. Nulla che lasciasse pensare a un progetto di Conte per lanciarlo nella mischia con l'arrivo della primavera e delle gare che contano.
Eppure i lampi contro il Milan e Inter hanno riacceso la discussione. Vale la pena per la Juventus lasciarlo andare via? E ad Alex conviene accettare di fare il monumento ancora per un anno? Non sono pochi quelli che gli consigliano di non tornare sui suoi passi. L'ultimo in ordine di tempo - parlando proprio a Panorama.it - è stato l'ex presidente Cobolli Gigli che gli ha consigliato di andare a vivere una bella esperienza all'estero. In fondo Del Piero sarebbe in buona compagnia.
A fine anno saluterà Pippo Inzaghi, che ha deciso di fermarsi a Milanello ancora sei mesi solo per gustarsi il giro d'onore a San Siro che altrimenti gli sarebbe mancato e prima di lui l'hanno fatto tanti altri eroi di Berlino, una generazione di campioni arrivata al passo d'addio. A ben guardare sono pochi quelli che resistono: De Rossi, Buffon, Barzagli e Pirlo che da un addio traumatico è già passato la scorsa estate, da protagonisti. I milanisti Zambrotta e Nesta a corrente alternata. Zaccardo, Gilardino, Oddo e Amelia sul viale del tramonto.
Poi c'è Totti. Alla fine anche Luis Enrique si è piegato e gli ha riconsegnato la Roma dopo avergli fatto vivere un autunno da precario. Non gli sta andando benissimo: 20 presenze, 4 gol e un credito che si va assottigliando. Quanti a Roma si sarebbero permessi di criticarlo per il pallonetto tentato a San Siro contro il Milan? Pochi, forse nessuno. Pochi ricordano che allo stesso modo Francesco aveva beffato Julio Cesar in un Inter-Roma al cardiopalma. Era il marzo 2009. Sembra passata un'eternità.
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