L’Inter di Stramaccioni potrebbe tornare indietro di dieci anni rispetto a quella di Ranieri compiendo allo stesso tempo quel balzo nel futuro che Moratti e i dirigenti attendono come ossigeno in vista della seconda parte dell’operazione fair play. L’esonero di Ranieri è stato dovuto anche a questo e non solo ai risultati completamente mancati negli ultimi due mesi. La rifondazione interista necessita che si passi attraverso un robusto inserimento di forze fresche e la cocciutaggine con cui Ranieri si è legato alla vecchia guardia rischiava di far buttare via altro tempo.
Ora con Stramaccioni ogni alibi è caduto. Pensare a un trasloco in prima squadra della Primavera salita sul tetto d’Europa a Londra è fuorviante. Lo stesso Moratti non lo pretende e ieri - tra un vertice e l’altro - si era limitato a sottolineare come a parer suo nel gruppo ci fossero “tre o quattro giocatori con già la possibilità di fare qualche minuto in campionato”. Accadrà presto, ma la vera novità sarà l’utilizzo della ‘meglio gioventù’ interista che già popola Appiano Gentile ma che si sta smarrendo in un confronto logorante con i senatori.
C’è un confronto che più di tutti certifica il disagio dei ragazzi: Ranocchia, Poli e Obi (i tre più utilizzati fin qui) hanno totalizzato insieme 3.453 minuti in campo, meno del solo Zanetti che è a quota 3.682′ e poco più di Cambiasso (3.289′) e Lucio (3.123′).
RANOCCHIA E GLI ALTRI - Nella rosa dell’Inter ci sono otto ventenni fin qui utilizzati poco e male. Il più celebre (e costoso) è Andrea Ranocchia, 24 anni, preso dal Genoa nel gennaio 2011 e in grande difficoltà dopo essere stato definito il ‘nuovo Nesta’. In questa stagione ha accumulato 15 presenze (1.416 minuti) segnando un gol. E’ sparito dopo gli errori di Inter-Bologna 0-3. Era il 17 febbraio. Da allora Ranieri lo ha cancellato perdonando però altrettanti strafalcioni a Lucio e Samuel.
A centrocampo c’è l’altro investimento in proiezione futura: Andrea Poli, 22 anni. “E’ uno da Inter” ha ripetuto più volte Ranieri in quest’ultimo scorcio di stagione. Ha visto il campo 13 volte (757′) ma in realtà è entrato nelle rotazioni solo dopo la rimonta col Catania avviata proprio dal suo ingresso. Da allora quattro gare da titolare su quattro ma anche quattro sostituzioni in corso d’opera. L’ultima contro la Juventus insieme a Joel Obi ha fatto infuriare Moratti. Obi è il più presente dei giovani: 30 gettoni e nell’ultimo mese stessa parabola di Poli.
Poi c’è Marco Faraoni, 20 anni, grande promessa del vivaio italiano. Laterale destro è stato fatto debuttare a novembre proprio da Ranieri e in gennaio ha segnato contro il Parma il primo gol. Vice-Maicon o centrocampista esterno? Fin qui ha girato per il campo a rischio di perdere un po’ di certezze. Solo due gare intere (Fiorentina e Napoli). Già pronto per fare il titolare.
Un desaparecido di lusso è Luc Castaignos: solo 280 minuti e un gol decisivo a Siena. Era il 27 novembre e da allora, invece di lanciarsi, ha visto il campo per la miseria di 42 minuti. Tutti dicono che in allenamento fa cose straordinarie. In partita non ancora ma le occasioni in cui ha potuto provarci sono state davvero scarse. A quota zero invece Juan Jesus, 20 anni, difensore centrale arrivato a gennaio e con all’attivo solo una panchina e Lorenzo Crisetig, 19 anni, solo un minuto in Champions a Mosca. A parte il discorso di Ricardo Alvarez su cui Ranieri aveva puntato e vinto prima dei guai muscolari che lo hanno tenuto fermo a lungo.
IN GIRO PER IL MONDO - In questi mesi lavoreranno duro anche gli osservatori dell’Inter per valutare chi merita di essere riportato alla base e chi no. Ci sono anche nomi interessanti. Il più noto è quello del portiere Viviano in comproprietà con il Palermo: il diritto di scelta ce l’ha Moratti. In prospettiva da pesare anche la stagione di Bardi a Livorno. In difesa ci sono Caldirola a Brescia (dopo essere stato chiuso per sei mesi da Lucio e Samuel), Biraghi alla Juve Stabia dopo essersi fatto notare due estati fa in tournee con Benitez, Natalino a Crotone e Benedetti al Gubbio.
Sono già uomini mercato il trequartista Stevanovic (a metà tra Inter e Torino) che Mourinho in persona definì “un campione” e lo sloveno Khrin che sta facendo bene al Bologna. Poi c’è la parabola di Coutinho, in prestito all’Espanol dove segna (3 gol nell’ultimo mese) e fa segnare. Gli spagnoli vorrebbero tenerlo, ma è uno dei prospetti più interessanti anche per la Selecao. Infine occhio a Destro, lasciato partire e ora tenuto d’occhio anche se la concorrenza è tanta.
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