lunedì 16 aprile 2012

INDISCRETO - La lotta per la successione a Beretta dietro alla guerra dei calendari



Cosa spinge i presidenti delle società italiane ad esporsi alla figuraccia di queste ore divisi tra slittamento e recupero della giornata saltata per la morte di Morosini? Difficile pensare che ci siano solo piccole questioni di bottega dietro alla crociata di alcuni. Qualche giocatore a rischio di squalifica o infortuni da evitare prima di un match decisivo. No. Quello che sta accadendo in queste ore altro non è che l’ennesima battaglia che si combatte sui resti della Confindustria del nostro calcio in attesa dello scontro totale di giugno quando Beretta farà le valigie e la Lega dovrà darsi un nuovo presidente.

Il livello dello scontro ieri è stato ben oltre la decenza considerato che si trattava di una giornata di lutto e riflessione in ricordo di Morosini. Tutti contro tutti con maggioranze a geometria variabile che sul tema slittamento non si sono trovate, ma che hanno ancora una volta messo in evidenza la situazione di paralisi assoluta in cui versa la governance del nostro calcio. Alla fine la sintesi più vera l’ha fatta il presidente della Lega Beretta: “Non cambia molto se si sceglierà l’una o l’altra situazione. Cercheremo una soluzione condivisa”.

Ecco il punto. Non cambia nulla eppure è bastata la sola voce che la 33° giornata sarebbe slittata al prossimo weekend con recupero della 34° il 25 aprile per scatenare la reazione furente dell’Inter seguita a ruota certamente da Genoa e Chievo e con Napoli e Udinese pronte all’appoggio. Siccome l’inversione delle sfide contro Udinese e Fiorentina (entrambe in trasferta ed entrambe da vincere e basta per la squadra di Stramaccioni) non rappresenta un problema per l’Inter è del tutto evidente che l’obiettivo di Paolillo è un altro.

L’amministratore delegato nerazzurro è in guerra perenne. Era il primo firmatario della mozione anti-Beretta bocciata: insieme a lui Bologna, Genoa, Cagliari, Cesena, Lecce, Novara, Palermo e Siena. Nessuna di queste lo ha seguito adesso. Lui ne ha fatto una questione regolamentare e di competenze del Consiglio che alla fine deciderà comunque per lo slittamento ma che di certo ha dovuto prendere atto per l’ennesima volta della paralisi che lo domina.

A giugno, però, si aprirà la battaglia per la successione di Maurizio Beretta e la posizione dell’Inter è chiara così come delineata nello scorso gennaio a Panorama.it: “La Lega è ingessata con una guida precaria. L’esempio è l’Inghilterra che ha preso manager esterni e reso la Premier League efficiente. Oggi invece da noi ci si affida spesso a sensazioni” aveva detto Paolillo. E sulla soluzione: “Un manager esterno che inserisca altre figure manageriali. Voglio essere chiaro: oggi ci affidiamo troppo a consulenti esterni per tutto, a partire dalla vendita dei diritti tv, piuttosto che avere queste professionalità all’interno con costi inferiori e benefici per tutti”.

Posizione isolata all’interno dei presidenti italiani ma che diventerà una delle opzioni al momento di disegnare la nuova Lega Calcio, quella che governerà i campionati per i prossimi quattro anni e nella quale sta cercando un riposizionamento anche la Juventus tornata competitiva dopo Calciopoli. Ecco cosa c’è dietro la figuraccia sul calendario che sta facendo ridere mezzo mondo. Proprio come nella fotografia scattata dal direttore generale della Roma Baldini: “Alla fine riusciamo ogni volta a dimostrare quello che siamo: persone che anche nelle situazioni più tragiche non riescono a non cadere nel ridicolo”.

1 commento:

  1. beh, ma se non si sana il conflitto dei conflitti di competenza, con un più o meno ex presidente del consiglio presidente di club e padrone dei mass media, dove possiamo mai presentarci? mi sbaglio o a murdoch in inghilterra, solo per avere i media non gli hanno permesso di comprarsi la squadra? qui lo psyconano detiene pure il parlamento! è inutile stare a ciurlare nel manico come si fa in italia pur di non parlare del vero problema, che non ho mai sentito sollevare da chicchessia.

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