venerdì 23 marzo 2012

Lo stile di Cobolli Gigli


di Giovanni Capuano

I suoi derby d’Italia sono stati intrisi nella sofferenza e pieni di soddisfazione. Veniva dalla serie B e dal trauma di Calciopoli, eppure la Juventus di Cobolli Gigli fu capace di mettere sotto l’Inter che dominava. Ora che i ruoli si sono inveriti l’ex presidente bianconero vive una vigilia carica di significati. Non sarà una partita normale. “Calciopoli? Impossibile dimenticare e che non pesi” dice, anche se Conte e la nuova Juventus “hanno usato toni troppo elevati”, lontani dallo stile di sempre.

Giovanni Cobolli Gigli è rimasto oggi solo un tifoso bianconero. Però è l’uomo che ha traghettato il club fuori dalle secche di Calciopoli e nei novanta minuti dello Juventus Stadium rivivrà anche parte della sua esperienza alla guida della società più amata e odiata di Italia.

Come vive questa vigilia?
“Con apprensione e speranza. Guardando i numeri la Juventus viene da una buona serie di partite mentre l’Inter è in una situazione complicata. Non vuol dire niente ed è certo che tutte due hanno bisogno di vincere, però è un fatto che almeno dal punto di vista psicologico la Juventus sia tornata in corsa per lo scudetto”.

Ma può davvero vincerlo?
“Ha più probabilità oggi di alcune settimane fa. Ha dimostrato di essersi ripresa dopo un calo fisico anche se il Milan ha quattro punti di vantaggio. Le partite contro Roma prima e Barcellona poi però possono pesare e bisogna approfittarne”.

E l’Inter?
“E’ una squadra che deve dare un segnale ma non so se Ranieri riuscirà a fare il risultato che Moratti pretende”.

La sorprende questa inversione di posizioni? Un anno fa Inter e Juventus avevano ciascuna punti e posizione dell’altra oggi. Si aspettava che i ruoli si ribaltassero così in fretta?
“L’Inter era già in fase involutiva evidente. La Juventus l’anno scorso ha fatto un brutto campionato e la colpa è anche dell’allenatore. Prenderla in mano in questa situazione come è capitato a Conte e riuscire a restituirgli un’anima è stata un’impresa importante”.

Conte è un valore aggiunto di questa Juventus?
“Certamente e credo che i giocatori lo sentano molto. L’unico consiglio che gli darei se fossi ancora presidente è di stare un po’ più tranquillo. Ha un’animo così legato al risultato che a volte un po’ esagera anche se mi sembra che ultimamente si sia rimesso a soffrire più in silenzio e penso che questo aiuti perché conta molto come stile da Juventus”.

Lei si sarebbe risparmiato le polemiche durissime degli ultimi mesi?
“Glielo dico come tifoso prima che come ex presidente. C’è stato un momento in cui la Juventus ha usato toni troppo elevati e per me la Juventus rimane la società di Boniperti, dello stile dell’avvocato Agnelli e del dottor Umberto Agnelli. Quella per me è la Juventus. Mi fa piacere che si mantenga su quella linea”.

Lei non avrebbe mai detto che gli arbitri sono ancora condizionati da Calciopoli?
“Non voglio fare polemica con nessuno e tantomeno con Agnelli, ma le confermo che apprezzo l’atteggiamento che la Juventus ha preso in queste ultime settimane”

La Juventus è tornata grande o si rischia un entusiasmo prematuro in un cammino di risalita difficile?
“E’ sicuramente tornata competitiva ma penso abbia bisogno ancora di qualche innesto di classe oltre a tanti ottimi giocatori pieni di buona volontà”.

Anche la conquista della finale di Coppa Italia ha un valore simbolico: è la prima finale dopo Calciopoli…
“Mi ha fatto un piacere immenso anche perché sono un delpierista convinto e mi ha fatto piacere vedere quel suo gol voluto in tutti i modi, vederlo in campo per 70 minuti e mi farà piacere seguire la finale contro il Napoli che sarà dura. Spero ci sia di nuovo Del Piero come ha detto Conte”.

E’ quasi un peccato che debba chiudere la sua esperienza con la Juventus…
“Chiudere è qualcosa che nella vita capita sempre. Immagino che apra a qualche esperienza calcistica all’estero. Se chiudesse vincendo questa coppa sarebbe una chiusura degna del grande campione che è”.

E’ un caso se il bilancio delle sfide tra Inter e Juventus dopo Calciopoli è favorevole ai bianconeri anche se a lungo l’Inter è stata la squadra più forte?
“Non è un caso e ricordo con grande soddisfazione quelle vittorie e anche il gol in fuorigioco di Camoranesi a San Siro (ndr successo per 2-1 nella stagione 2007-2008)”.

Ha goduto quella sera?
“Sono di scuola bonipertiana e lui diceva ‘vincere anche in fuorigioco pur di vincere’ naturalmente rispettando le regole e l’etica”

Vale anche per domenica sera?
“Non c’è dubbio ma l’Inter per me non è mai stata un nemico come diceva Mourinho. E’ solo l’avversario che sento di più e che mi fa più piacere sconfiggere”

Oggi lo è diventata nemica della Juventus?
“Dal punto di vista dirigenziale mi auguro la considerino solo un’avversaria. Anche i giocatori, anche se oggi sono pochi quelli che hanno vissuto Calciopoli, credo sentano molto questa partita”.

Già… Calciopoli. Difficile che resti fuori domenica sera dal rettangolo di gioco. Inter-Juventus potrà tornare a essere una partita normale?
“Il tempo cancella le cose e le nuove generazioni di tifosi sapranno poco o nulla di quello che è successo”.

Oggi è impossibile che torni solo una rivalità sportiva?
“Bisogna tenere in conto quelle che sono le relazioni fra dirigenti. La Juventus porta avanti tesi che condivido. E’ finita da sola in Calciopoli e in periodi successivi è emerso che non era l’unica e non è stata nemmeno condannata per comportamenti illeciti ma solo per peccati veniali. Vorrei che un giorno qualcuno mi spiegasse perché altre intercettazioni non sono finite nei faldoni dell’inchiesta e quello che dice Palazzi in maniera tardiva è che l’Inter aveva commesso illeciti sportivi sia pure da discutere in un processo”.

Sono circostanze che non possono restare fuori dal campo?
“Io non le posso dimenticare e continuo ad avere la curiosità di come mai sono state escluse quelle intercettazioni. Bisognerebbe chiederlo a Narducci e Auricchio e come non posso dimenticarle io non può farlo Agnelli”.

Non poteva essere questa sfida l’occasione per un atto simbolico? L’invito di Agnelli a Moratti a vedere la partita insieme…
“Capita raramente. A me è successo solo con Lotito all’ultima partita della stagione ma senza che fosse una cosa programmata”.

Questa volta si tratterebbe di farlo succedere…
“Non credo che avverrà. Basterebbe che i due presidenti si salutassero prima della partita e con moderata cordialità anche alla fine della partita”.

Sarà anche l’occasione del ritorno di Ranieri a Torino. Come devono accoglierlo i tifosi?
“Spero bene. Con noi ha fatto bene fino alle ultime partite in cui abbiamo deciso di separarci. Dovrebbero riconoscergli di aver fatto tutto quello che poteva fare e poi un professionista può anche cambiare e andare ad allenatore la rivale più grande”.

Trascorso qualche anno anche lei ha cambiato idea sull’esperienza di Ranieri a Torino? Il divorzio è stato polemico…
“Non ho più avuto occasione di parlare con lui ma anche la comunicazione dell’esonero la fece solo Blanc. Ho letto frasi aspre nei confronti di Blanc ma è chiaro che quando un tecnico viene allontanato vive la situazione in modo non piacevole”.

Il giudizio oggi, però, è che fu un buon allenatore?
“Gli sono grato ma in quelle ultime giornate aveva un po’ perso il controllo della squadra. A me continua a dispiacere che Deschamps abbia deciso allora da solo di lasciare la Juventus perché sarebbe stato l’uomo giusto”.

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