mercoledì 14 marzo 2012
Rifond-Inter? Si prega di passare nel 2014
di Giovanni Capuano
Quanto sarà difficile per l'Inter voltare pagina dopo aver metabolizzato la fine del ciclo e la necessità di rifondare? Non è solo una questione di gratitudine verso chi ti ha fatto vincere tutto o di incognite da affrontare quando ti butti a cercare giocatori giovani, forti e possibilmente a un prezzo accettabile. E' prima di tutto una questione di logiche di mercato perché per far posto al nuovo devi prima liberarti del vecchio e alle condizioni attuali è quasi certo che per Branca, Ausilio, o chi prenderà il loro posto in caso di rivoluzione totale, il compito sarà arduo al limite dell'impresa.
Nelle sue riflessioni notturne sul futuro dell'Inter Moratti ha toccato il tasto dolente in due passaggi. Il primo riferito ai giovani che potrebbero essere "un'idea saggia pensando a un progetto non in termini immediati" anche se poi "cominci a pentirti se dopo tre partite non va tutto bene". Quindi patti chiari sulle ambizioni per evitare pressioni indebite a stagione in corso.
Ma è il secondo passaggio che svela qual è la realtà interista oggi. "Parecchi di quelli che ci sono adesso resteranno e qualcosa di nuovo prenderemo" ha spiegato Moratti. Non è solo una questione di scelte. Dei diciotto giocatori in distinta a San Siro contro il Marsiglia gli unici con il contratto in scadenza a giugno sono Samuel e Castellazzi. A loro si aggiungono Chivu e Cordoba. Poi ci sono i prestiti o quelli che andranno riscattati (Poli, Palombo, Guarin, Zarate).
Tutti gli altri sono legati da contratti a scadenza medio-lunga e con stipendi pesantissimi da collocare sul mercato. Per pensare di salutare Maicon (4 ml netti), Zanetti (3) e Forlan (3,5) bisognerà attendere il 30 giugno 2013. Il grosso andrà in scadenza addirittura nel 2014: Julio Cesar (4,5), Lucio (3,5), Stankovic (3), Cambiasso (4) e Milito (4,5). Poi c'è il caso di Sneijder che è il giocatore più pagato della rosa (6 milioni di euro netti) e ha un contratto fino al 2015 che non è stato ripagato dal suo rendimento in campo e che lo porterà a essere svenduto in estate sempre che ci sia qualcuno disposto ad accollarsi uno stipendio così pesante.
I giovani o presunti tali che già sono a Milano si dividono tra il 2015 (Pazzini e Ranocchia) e il 2016 (Nagatomo, Alvarez, Faraoni, Juan e Castaignos). In prestito all'Espanol c'è Coutinho (2015) e a Palermo da riscattare Viviano. Poli verrà confermato, Guarin è sotto osservazione, Zarate chiuderà a giugno.
Sono condizioni che permettono una rifondazione immediata? No. Liberarsi della vecchia guardia sarà quasi impossibile e, soprattutto, sarà operazione da condurre senza potersi permettere ulteriori sbagli come i rinnovi concessi negli ultimi mesi. Il primo passo dovrà essere l'addio a chi va in scadenza a giugno. Magari Samuel non lo meriterebbe, ma è un lusso che l'Inter non si può più permettere se non vuole soffocare gli investimenti già fatti per ringiovanire la rosa. La stagione di Ranocchia ne è un esempio. Sembrava l'erede di Nesta, ha subito la concorrenza di Lucio e Samuel e quando è andato in difficoltà è stato accantonato. Chi arriverà dopo Ranieri dovrà ripartire da lui e da Pazzini, Faraoni e da quelli già in casa sperando di sbagliare il meno possibile le scelte sul mercato. Ma la strada è stretta e per nulla agevole.
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