venerdì 24 febbraio 2012
In arrivo il maxi-processo al calciomercato italiano
di Giovanni Capuano
Settimana di lavoro intenso per la Procura federale alle prese con il calendario di audizioni che avvia di fatto il cammino della giustizia sportiva verso il processo Calcioscommesse-bis. Un'attività frenetica che ha messo in secondo piano l'autentico diluvio di deferimenti per società, dirigenti, procuratori e calciatori che apre uno spaccato inquietante sul mondo del calcio italiano. Dentro ci sono tanti nomi che contano del calciomercato: 20 società, 44 agenti, 36 dirigenti e 26 giocatori.
Il motivo? Una lunga indagine conoscitiva sulle modalità di incarico agli agenti e lo svolgimento della loro attività di intermediazione in decine di affari che hanno caratterizzato le ultime sessioni di mercato. Palazzi e i suoi 007 hanno scoperto quello che da tempo si diceva a bassa voce e cioè che le regole della Figc in materia vengono osservate solo in rare occasioni. In particolare sembra che a nessuno dei protagonisti del nostro calcio interessi, ad esempio, che per fare gli agenti o procuratori bisogna avere una licenza e che non possono esserci commistioni tra il ruolo dei mediatori e quello dei direttori sportivi.
A scorrere le centinaia di pagine che accompagnano i deferimenti e raccontano trattative ed accordi si ha la conferma, invece, che il mercato italiano resti un sottobosco privo di regole. Ci sono dirigenti inibiti che mantengono contatti con altri dirigenti, giocatori che si fanno rappresentare da agenti senza procura, società che versano compensi ai procuratori al posto dei calciatori e che si affidano agli stessi sia per il reclutamento di futuri campioni che per trattarne gli interessi. Un pastrocchio inaccettabile ma che suona nuovo solo a chi non ha voluto in questi anni aprire gli occhi quando si denunciava il potere ormai dominante dei procuratori sul calcio europeo e italiano in particolare.
Non è un caso che nell'elenco dei deferiti ci sia la 'crema' del settore: Raiola, Pastorello, Damiani, Mendes, Branchini, Bonetto, Pallavicino, Martina, Bonetto e tanti altri. E lo stesso vale sul fronte dei dirigenti (Lotito, Zamparini, la triade moggiana, Blanc, Oriali, Ghelfi, Sabatini, Preziosi, Gherardi, Capozzucca, Marotta, Leonardi solo per citare i più famosi) e delle società. A processo andranno Inter, Juventus, Napoli, Atalanta, Palermo, Parma, Genoa, Bologna, Lazio, Siena, Cesena attualmente in serie A, Sampdoria, Bari, Torino, Livorno, Padova, Crotone ed Empoli che si trovano in serie B, più Benevento e Pescina.
Cosa rischiano? Difficile dirlo. A rigor di regolamento si va dalle semplici ammende a pesanti squalifiche per dirigenti e procuratori fino anche a penalizzazioni in classifica per i club. Ci sentiamo, però, di escludere che si possa arrivare a tanto considerato come in passato altri casi 'clamorosi' non portarono a ripercussioni sulle classifiche. Si tratterà comunque di un vero e proprio maxi-processo al calcio italiano e ai suoi vizi più nascosti.
Tra le pieghe dell'inchiesta anche un paio di curiosità. Inter e Juventus per una volta vanno a braccetto nella corsa alla prescrizione che è scattata inesorabilmente per entrambe quando Palazzi si è misurato con le strenezze dell'estate del 2006. Erano i giorni del passaggio di Ibrahimovic e Vieira in nerazzurro gestiti da Raiola e dalla società Steve Kutner Management Ltd senza alcun mandato formale. Le società sono state prosciolte per prescrizione. Dirigenti, procuratori e calciatori sono stati invece deferiti.
E nei faldoni di Palazzi c'è anche la ricostruzione del famoso litigio tra Preziosi e Panucci nei sotterranei dello stadio Marassi di Genova dopo un accesissimo Genoa-Parma. Era il 6 dicembre 2009 e i due si presero prima a male parole e poi a spintoni. All'origine dello scontro proprio una trattativa saltata per la quale l'uno accusava l'altro di aver operato scorrettamente. La Procura federale ora ne chiede conto ad entrambi. Preziosi era inibito (tanto per cambiare) e comunque trattava, Ghirardi e Panucci parlavano con Damiani e Pastorello senza mandato... Bene che se ne faccia luce anche se due anni e tre mesi per arrivare al deferimento sono troppi anche per un ufficio alle prese con la mole di lavoro del calcioscommesse.
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