Qualche consiglio per i dirigenti del calcio italiano che, dopo aver pasteggiato a lungo (non gratis) nei migliori ristoranti del continente, improvvisamente si sono ritrovati nel retrobottega di una pizzeria di quart’ordine. Consigli a costo zero, ovviamente, per evitare ulteriori cattive sorprese. Più che altro l’elenco (parziale) di come anche nelle piccole cose si può riuscire a far danni.
COMPETITIVITA’ IN EUROPA – L’eliminazione del Palermo sorprende solo chi si ostina a non leggere i numeri. Nelle ultime tre stagioni le italiane in Europa sono riuscite a vincere solo un terzo delle 173 partite disputate. Addirittura l’anno scorso hanno fatto peggio: 13 vinte su 52 (il 25%). Perché avrebbe dovuto invertire la tendenza una squadra indebolita dalle cessioni? Benussi, Cetto e Zahavi non sono Sirigu, Goian e Pastore così come Danilo, Doubai e Barreto non sono Zapata, Inler e Sanchez. Prepariamoci a una nuova delusione con l’Udinese e non solo perché l’avversario (l’Arsenal) oggi probabilmente eliminerebbe qualunque squadra italiana. Palermo e Udinese insieme hanno realizzato ricavi da cessioni per oltre 100 milioni di euro. Hanno rinunciato a crescere. Il conto lo paga il nostro movimento, tutto insieme. Va fatto notare che alle cosiddette squadre di seconda fascia non è bastato nemmeno ottenere la tanto desiderata legge sui diritti tv collettivi per pianificare il salto di qualità. A questo punto meglio lasciare Inter, Milan e Juve libere di monetizzare da sole i propri investimenti, gli unici che trainano la serie A. Chiedere a Sky quanto ‘valgono’ in termini di marketing le creature di Pozzo e Zamparini per non parlare della Fiorentina in disarmo di Della Valle. Che almeno l’Udinese, se eliminata, affronti con serietà l’Europa League. Ma se è vero che anche Floro Flores potrebbe finire sul mercato...
PERDIAMO SEMPRE – Piccolo dato statistico dalle amichevoli di luglio. Nei confronti con squadre straniere le nostre di serie A hanno ottenuto 13 vittorie, 6 pareggi e 9 sconfitte. Il bilancio, però, vira sul profondo rosso nel confronto con spagnole (2 sconfitte su 2), portoghesi (1 sconfitta) e inglesi. Bene con le francesi (2 vittorie, 1 pareggio e una sconfitta). Sarà anche calcio che non conta, ma perché anche in amichevole perdiamo quasi sempre noi?
RUGBY ALL’OLIMPICO E LE ROMANE? – Il XV azzurro di rugby giocherà le due partite interne del Sei Nazioni 2012 allo stadio Olimpico. L’idea l’aveva lanciata il presidente del Coni Petrucci, proprietario dell’impianto, nel gennaio scorso ed è diventata realtà il 13 luglio con la garanzia che la Lega era stata consultata e che si sarebbe attivata per “armonizzare il calendario di Roma e Lazio”. Appunto. Le due date in questione sono l’11 febbraio (Italia-Inghilterra) e il 17 marzo (Italia-Scozia). Da escludere la convivenza tra calcio e rugby nelle 48 ore prima e dopo le sfide del Sei Nazioni. Dove e quando si giocheranno Lazio-Cesena e Roma-Genoa? Ecco il calendario ‘armonizzato’ della serie A: a febbraio 5 turni di campionato (di cui uno infrasettimanale), uno di Coppa Italia e 2 di Europa League; a marzo 4 giornate di campionato, una di coppa Italia e 3 di Europa League. A meno che i dirigenti di via Rosellini non abbiano pianificato l’eliminazione europea di Roma e Lazio prima dei sedicesimi si tratta evidentemente dell’ennesimo errore di programmazione dei nostri dirigenti 'pizzaioli'.
58 MILIONI SEDUTI IN PANCHINA – Cosa potrebbero fare Lotito e Marotta con 58 milioni di euro? Molto, quasi tutto. Invece quei 58 milioni di euro sono immobilizzati e rappresentano ad oggi solo un peso nei bilanci di Lazio e Juventus. Incredibile ma vero. La Lazio-bis impegnata a Fiuggi contro la Reggina mentre i titolari giocavano a Villareal costa solo in ingaggi una dozzina di milioni netti. Reja ha cominciato a mettere gente fuori rosa (Kozak, Foggia, Del Nero, Makinwa più qualche giovane), ma se nessuno si compra gli altri come si comporterà Lotito? Ancor più clamoroso il caso della Juventus. Ceduti o prestati Felipe Melo, Sissoko, Traorè e Salihamidzic ne restano da piazzare una dozzina. Secondo i giornali sportivi Marotta pensa di ricavarne almeno 40 milioni di euro. Difficile, anzi impossibile. Tutti insieme costano solo in stipendi 17 milioni netti (34 lordi). Chi si accolla gli ingaggi di Amauri (4,2 netti) e Iaquinta (2,5)? Non si capisce perché, invece di incaponirsi sulla questione degli allenamenti separati che blocca la firma del contratto collettivo e mette a rischio l’avvio del campionato, i nostri presidenti non comincino ad auto limitarsi in modo da non trovarsi nelle condizioni di Lazio e Juventus.
LA NAZIONALE DEI PANCHINARI – Prandelli ci aveva provato ma sin qui nessuno sembra averlo seguito. All’Europeo andranno giocatori impegnati con continuità durante la stagione. Astenersi perditempo. A un mese scarso dalla fine del calciomercato la realtà è che molte delle colonne della formazione azzurra sono poco più che precari di lusso nei loro club. L’elenco? Aquilani e Cassano sono (mal) sopportati, Montolivo (dovunque vada) e Marchisio destinati a fare da comparse, Balotelli in concorrenza con Dzeko, Aguero e un’altra mezza dozzina di attaccanti, Bonucci prossima riserva non appena Marotta riuscirà a mettere le mani su Lugano, Viviano out per infortunio, Palombo e Ogbonna impegnati in serie B. Tra una pizza e l’altra qualcuno si incarica di trovare soluzioni coerenti anche a costo di rimetterci qualche euro? O ci sveglieremo a giugno scoprendo che la nostra nazionale non regge la competizione neanche con la Svizzera di turno?
Giovanni Capuano
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